Corte Conti, procuratore:“In Calabria rilevanti criticità”

Giovanni Di Pietro, per l'inaugurazione dell'anno giudiziario della magistratura contabile in Calabria

“La magistratura contabile opera in una realtà quale è quella italiana e in modo ancora più specifico quella calabrese, contraddistinta dalla permanenza di rilevanti fattori di criticità che caratterizzano la situazione economica e che certamente influiscono su alcuni fenomeni che si riscontrano diffusamente in quest’area del Paese”. E’ quanto si legge nella relazione del procuratore regionale facente funzioni della Corte dei Conti, Giovanni Di Pietro, per l’inaugurazione dell’anno giudiziario della magistratura contabile in Calabria.     “Il difficile contesto socio-economico e la diffusione di pratiche e condotte che non risultano conformi ai principi e alle norme contabili – prosegue Di Pietro – finiscono per aggravare la situazione di crisi di questo territorio regionale. Questa situazione, che trova conferma anche nelle indagini della magistratura ordinaria, richiede, nell’interesse della comunità amministrata, un impegno totale per fornire le necessarie risposte in grado di soddisfare le attese della popolazione, ovvero di coloro che operano nel rispetto della legge e delle regole e che hanno l’aspettativa di non vedere frustrata la propria azione e la propria opera”. Il primo ricorso del 2019 presentato alla sezione staccata di Reggio Calabria del Tribunale amministrativo regionale della Calabria è stato quello proposto dal Comune di Riace avverso il provvedimento con cui il Ministero dell’Interno dha revocato i benefici accordati all’ente nell’ambito dello Sprar, il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. Il ricorso è stato definito con sentenza 21 maggio 2019 n. 356 con la quale la sezione staccata, nell’accogliere il ricorso del Comune, si è soffermata sugli strumenti di partecipazione procedimentale e sul principio di proporzionalità che deve conformare il potere pubblico.     In generale i giudizi presentati nel 2019 hanno riguardato le materie più varie, dall’edizia e urbanistica (110) al pubblico impiego (54), dalle ottemperanze (233) alle controversie su autorizzazioni e concessioni (56).  Un picco elevatissimo (148) si è registrato in materia di sicurezza pubblica, il più alto degli ultimi 10 anni. Di questi ben 54 hanno avuto ad oggetto informazioni interdittive antimafia; numerosi anche i ricorsi in materia di armi, di revoca della patente di guida, di avviso orale, di daspo e anche avverso provvedimenti di ammonimento per stalking. Stabile il numero dei ricorsi in materia di appalti pubblici, 25 nel 2019, uno in più del 2018. Anche qui un risultato prestigioso per la sezione staccata di Reggio Calabria sui tempi di risposta: in media 19 giorni per la definizione del giudizio cautelare, il più basso dopo la sede di Trento.
Con un tempo medio di definizione della fase cautelare di 29 giorni dalla data di deposito del ricorso, la sezione staccata di Reggio Calabria del Tribunale amministrativo regionale della Calabria si attesta al secondo posto dopo il Tar di Trento con 26 giorni. Il dato è emerso oggi nel corso della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario, dalla relazione del presidente Caterina Criscenti. Nel 2019 sono stati presentati 759 ricorsi, 106 in più rispetto all’anno precedente. Aumentano le istanze cautelari, che rappresentano oltre il 40% dei ricorsi presentati. Il collegio ha adottato 198 ordinanze cautelari. Ad oggi, dei 759 nuovi ricorsi, 226 sono stati già esaminati e definiti. Dunque, il 30% circa dei ricorsi proposti lo scorso anno ha avuto immediatamente una risposta cautelare o una definizione nel merito.       Nel 2019 sono state pubblicate 632 sentenze, di cui 93 rese in esito ale udienze straordinarie fissate per lo smaltimento dell’arretrato e 52 nella forma della sentenza breve. Ammonta a 487 il numero dei decreti decisori, con un calo significativo dell’arretrato, ridotto del 19,44% rispetto allo scorso anno. Al 31 dicembre scorso i ricorsi pendenti sono 1430 contro i 1775 del 2018.