In fin di vita dopo essere stata curata, per un tumore al seno, con sedute di psicoterapia e ipnosi. La denuncia e’ di una donna di 45 anni residente nella provincia di Catanzaro che, attraverso il suo legale, l’avvocato Giuseppe Pitaro, ha raccontato una storia drammatica, iniziata con la comparsa di un nodulo al seno fino alla diagnosi, tre anni dopo, di un tumore con metastasi a livello osseo.
Secondo quanto raccontato dalla donna, raccolto in una denuncia presentata dal suo avvocato, il medico che l’avrebbe curata avrebbe messo da parte la medicina tradizionale per affidarsi a sedute di psicoterapia e ipnosi. Ne’ farmaci e ne’ ospedali, dunque, ma l’invito a “rimanere rilassata”, di contare sulla forza di volonta’ e “mantenere un atteggiamento positivo”, magari cambiando aria e svagandosi con un viaggio. La donna si trova ora in un letto di ospedale con la “vita appesa ad un filo”, mentre la denuncia e’ finita sul tavolo della Procura della Repubblica di Catanzaro.
Il medico, scrive la donna nella denuncia, “pur essendo a conoscenza delle mie condizioni di salute, mi ha ‘manipolata’, mi ha ‘raggirata’ sino al punto di plagiarmi completamente, approfittando tra l’altro di uno stato mentale precario per il decorso della malattia”.
Davanti alla scoperta del nodulo al seno, racconta la donna, il medico “mi disse che ‘avevo due strade dinanzi a me: o seguire la medicina ufficiale/tradizionale e quindi fare le varie visite del caso oppure seguire la medicina alternativa (Hamer), che indicava tutt’altra strada. La medicina alternativa prevedeva che non dovevo sottopormi ad accertamenti, ma che dovevo capire che il nodulo al seno era dovuto alla perdita/separazione di una persona cara’. Dietro consiglio/impulso del dottore…, ho scelto – purtroppo – la seconda strada, affidandomi al rivoluzionario metodo-Hamer”.
Una storia complessa, perche’ il medico, insieme alla sua compagna, avrebbe anche fatto sottoscrivere alla paziente una dichiarazione che lo scagiona da ogni responsabilita’.
La donna racconta ancora che, secondo i consigli del medico, “per superare la malattia dovevo allontanarmi dalle persone che mi influenzavano negativamente’, ovvero dalla mia famiglia e dagli amici, che, invece, mi consigliavano di recarmi in ospedale per sottopormi ad una serie di esami in grado di appurare le mie condizioni di salute. Io, letteralmente plagiata dalle parole di… e dai suoi ‘insegnamenti’ (come il medico stesso li chiamava), cominciai ad allontanarmi dalla mia famiglia e soprattutto da mia madre che mi assisteva aiutandomi nelle faccende domestiche”.