La Guardia di Finanza di Bergamo ha eseguito una ordinanza di custodia cautelare nei confronti dell’ex Direttore del Carcere di Bergamo e di altri cinque indagati.
Si tratta del Comandante e di un Commissario della Polizia Penitenziaria di Bergamo, quest’ultimo distaccato presso il Carcere di Monza, del Dirigente Sanitario del Carcere del capoluogo orobico e di due imprenditori di Urgnano (BG), tutti finiti agli arresti domiciliari. Pesanti le accuse che vanno dalla corruzione, alla turbata libertà degli incanti, al peculato, al falso ideologico, alla truffa ai danni dello Stato.
Il provvedimento scaturisce da una complessa indagine nata per far luce sul trattamento carcerario di favore garantito ad un imprenditore arrestato, nell’aprile 2017, dalla Guardia di Finanza di Vibo Valentia, nell’ambito di indagini collegate alla realizzazione dell’autostrada Salerno-ReggioCalabria.
L’arrestato aveva di fatto evitato il regime carcerario ordinario, fruendo di un lungo ricovero presso l’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, grazie a certificazioni mediche attestanti un grave shock emotivo che non risulta che il detenuto avesse effettivamente subito.
Le indagini, oltre a far emergere il presunto coinvolgimento nella vicenda, tra gli altri, dell’attuale Comandante della Polizia Penitenziaria di Bergamo, hanno consentito di fare luce anche su numerose altre condotte illecite.
Sono 27 le persone complessivamente coinvolte nelle indagini, che hanno avuto un’importante svolta con l’esecuzione dei sei provvedimenti di arresto, nei confronti dei principali indagati e di numerose perquisizioni da parte dei Carabinieri e dei Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Bergamo.
Gli arresti nascono da un’inchiesta coordinata dai pm Maria Cristina Rota ed Emanuele Marchisio, condotta dai carabinieri della Compagnia di Clusone con la collaborazione di personale della Sezione di Polizia Giudiziaria della Guardia di Finanza di Bergamo ed era nata per far luce sul trattamento carcerario “di favore” garantito a un imprenditore arrestato, nell’aprile 2017, dalla Guardia di Finanza di Vibo Valentia, nell’ambito di indagini sulla realizzazione dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria.
L’uomo, detenuto a Bergamo, aveva usufruito di un lungo ricovero all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, grazie a certificazioni mediche che attestavano un grave shock emotivo che invece non aveva subito.
Le indagini hanno fatto emergere il coinvolgimento nella vicenda, dell’attuale comandante della Polizia Penitenziaria di Bergamo, e hanno accertato false attestazioni sanitarie per far ottenere benefici economici (pagamento licenza non fruita all’atto del pensionamento, trattamenti privilegiati di quiescenza, riposo medico per patologie inesistenti e concordate) all’ex direttore del carcere di via Gleno, da pochi giorni, in pensione, Antonino Porcino.
Vi è poi l’accusa di corruzione relativa al contratto di fornitura in esclusiva di distributori automatici di alimenti, bevande e tabacchi, nella casa circondariale di Monza e l’utilizzo di personale della Polizia penitenziaria e di materiali di proprietà dell’Amministrazione per lavori di ristrutturazione dell’appartamento privato dell’ex direttore. Sono 27 le persone complessivamente coinvolte nelle indagini alcune delle quali sono anche state perquisite.