Il voto tra un anno, se va bene nel senso che è questo lo scenario più sorridente per Rende e per i suoi cittadini. Oppure, più o meno traumaticamente, lo scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose, «scenario questo che è probabile, se non addirittura auspicabile e per svariate ragioni…». In ogni caso, come la giri e la volti, «il tempo è scaduto per i “signori del Palazzo”. Che siano urne ormai prossime o provvedimenti del governo…».
Le “campane” le suona Pierpaolo Iantorno, suo l’incipit. Ex assessore al Bilancio con prerogative da dimissionario, per più d’uno iconograficamente somigliante ad uno dei nocchieri di bordo che saluta la nave quando inizia a voler prendere troppa acqua, «non era più aria per me, non ero gradito e né potevo esserlo anche perché ero io a non gradire il modus operandi…». Oggi Iantorno è promotore dell’associazione politico culturale “RendeSì”, acronimo che ci mette la rendesità e il Sì, presumibilmente in direzione di una svolta. Come fosse una orgogliosa razza a parte…«E ci mancherebbe, stiamo parlando di Rende. Vuole che le ripeta la (finta) cantilena della città che ospita il campus universitario più grande d’Italia? Il perimetro con il Pil più generoso di Calabria? Il primo piano regolatore con area industriale e familiare insieme? Il miliardo di euro di mattoni pronti a sorgere con il nuovo Psc? Rende non è e non sarà mai una città qualsiasi. Oggi però tutto questo arde su di una brace. Nessuno, o pochi, si rendono conto di dove siamo finiti e dei rischi che corriamo tutti quanti come cittadini…». Non le sembra un po’ catastrofico lo scenario? «Vorrei che fosse uno scherzo, una esagerazione. Ma non lo è per niente purtroppo. Se non accade qualcosa di tragico si torna al voto tra un anno, con eredità amministrativa e politica pesantissima per chi verrà dopo. Se poi invece butta male, scenario secondo me probabile questo e per certi e tanti aspetti anche auspicabile ancorché drammatico, il Comune sarà sciolto per infiltrazioni mafiose. E non so se è chiaro che significa questo e che fango si porta appresso una storiaccia del genere. La pagheranno i nostri figli e i figli dei nostri figli. L’Atene del Sud con i lucchetti dell’antimafia. La fine di un sogno. Davvero un bel “servizio”…». Ma è andato davvero così tutto storto? «Quest’amministrazione, dalla quale mi sono allontanato a tempo debito e con largo anticipo, ha fallito su tutti i fronti.
Sul piano valoriale non ha praticato la partecipazione attiva, la legalità, la trasparenza, l’imparzialità, la meritocrazia, l’equità e la giustizia. Sul piano politico e amministrativo non è stata capace di elaborare e poi attuare una visione strategica del tutto priva di linee guida e leadership». Per esempio? «Assente sul tema della città unica con le trame cosentine che vanno avanti spedite. Non pervenuta, Rende, sull’argomento della sanità pubblica, sorvoliamo pure su quella privata. Irrisolte le gestioni dell’acqua e del sistema idrico integrato e della spazzatura e del ciclo dei rifiuti, in entrambi i casi il sindaco nella duplice veste di primo cittadino e presidente di autorità regionale e provinciale. Gestione dei tributi e dell’entrata completamente esternalizzata. Gestione del patrimonio demandata ai terzi, in particolare strutture e impianti sportivi consegnati in mani private senza alcun beneficio per l’ente e la collettività. Manutenzioni, ordinarie e straordinarie, del tutto carenti (strade, marciapiedi, piazze e giardini per lo più impercorribili e impraticabili). Insoluta la problematica del cimitero a tutt’oggi né ampliato né ammodernato. Centro storico e quartieri sempre più abbandonati, Rende Servizi non gestita, priva di alcun indirizzo politico e di piano industriale, rapporti con l’Unical fermi ai protocolli. Aree industriali, attività produttive e commerciali lasciate al loro destino, con ipotesi di importanti investimenti internazionali non supportate. Vuole che continui?». Se preferisce e ce ne ha ancora…«Certo che ce n’è ancora. Agenda Urbana finalizzata a interventi di manutenzione straordinaria e/o ristrutturazione e PNRR raccattato con vecchi progetti di analoga natura. PSC ridotto a documento volumetrico a vantaggio di pochi e caratterizzato da problemi di metodo e di merito e PAU sepolti. La questione finanziaria potrebbe essersi positivamente chiusa con la fuoriuscita naturale dal predissesto – questo è l’auspicio anche per averci seriamente lavorato per sette anni -, ma non risolverà i problemi della riscossione e dei trasferimenti, non genererà nuove risorse né ripristinerà capacità di spesa o di indebitamento. Un capitolo a parte poi lo “merita” l’aspetto prettamente aziendale del Comune. Siamo fermi a tre anni fa, la pianta organica si è ulteriormente ridotta in termini numerici e competenziali, nessuna delle 44 (quarantaquattro) assunzioni di nuovo personale è stata fatta a parte qualche mobilità, tranne ovviamente il dirigente finanziario senza uffici visto che tutto è ormai in mano all’operatore privato, nessun processo di ammodernamento, riqualificazione professionale e digitalizzazione dei servizi è stato avviato».Insomma una “apocalisse”, Iantorno…«Per fortuna, come le dicevo, il tempo è scaduto, finito. Presto ci saranno le urne, o i lucchetti del governo con il timbro antimafia. Una cosa molto grave sarebbe questa. Con conseguenze drammatiche. Eppure si danza e si balla sul Titanic. E si comunica urbi et orbi che tutto va bene e si rilancia pure al tavolo da poker della comunicazione…». Sarebbe a dire? «Sarebbe a dire che l’ordine di scuderia è mostrare segni di assoluta e surreale normalità. Tutto procede, scorre, come se niente fosse. Almeno questo è nelle intenzioni. Come se il consiglio comunale fosse un grande teatro nel quale esibirsi dando ciascuno il meglio delle proprie capacità di recitazione. Ognuno fa la sua parte.
Mediaticamente si vuole intestare meriti da azioni che non appartengono a capo e amministratori. La musica e i balli sopra il tavolo, quello della irrealtà. Sotto invece, la verità “vera”. E cioè che Rende non è più la cittadina che si vuole far apparire. È tutt’altro che prospera, operosa e immune da malcostume e malaffare. Leggo e ascolto di primati, ma a quali primati ci si riferisce? Di certo non a quelli amministrativi, forse a quelli relativi alle vicende giudiziarie, in questo caso i numeri sono certamente da record. Non facciamo finta di nulla, non siamo ipocriti, non giriamoci dall’altra parte anche in nome del falso concetto del politicamente corretto». Se ne esce secondo lei? «Non lo so, non lo so davvero. La città è devastata, con ferite profonde a tutte le latitudini. Era un sogno, Rende. Forse lo sarebbe ancora. Il voto è l’unica “arma” ma non è detto che possa bastare e poi soprattutto non è detto che il governo lo concederà prima di chissà quanto tempo…».
I.T.