Può essere molto suggestivo, ancorché populista e reazionario, affermare che tutti i politici sono ladri, i pubblici amministratori corruttori, gli avvocati mistificatori.
Il sistema democratico in cui crediamo, però e per fortuna, ci impone il rispetto reciproco delle diverse idee e soprattutto l’importanza di poterle argomentare anche contro la scorciatoia, assai pericolosa, che avalla l’uso strumentale di un linguaggio di odio fomentando la costante ricerca del nemico da delegittimare.
Il timore che certe dinamiche abbiano altre finalità non è per nulla infondato, la storia del nostro Paese è intrisa di trame giudiziarie costruite a tavolino, di deposizioni indotte con il precipuo scopo di alleggerire una posizione giudiziaria compromessa a discapito di una presumibilmente scomoda.
Più e più volte, in una serie di interviste rilasciate a mezzo stampa, l’avvocato Marcello Manna ha ribadito la sua più totale estraneità ai fatti contestati chiarendo altresì, e con estrema lucidità, l’esatta dinamica dell’incontro con il giudice Petrini, sottolineando che la cartella consegnata allo stesso contenesse degli atti giudiziari di pubblico dominio ed evidenziando, infine,come la circostanza fosse facilmente verificabile dai file audio che accompagnano il video originale dal quale sono poi estratte le immagini che ciclicamente rimbalzano su una certa stampa.
Un file originale che, tuttavia, allo stato non è al vaglio degli inquirenti che disquisiscono sulla base di una mera copia, non esattamente conforme all’originale e di dubbia fattezza.
La nostra Carta Costituzionale va rispettata sia per l’informazione che si da, sia per tutelare i diritti dei cittadini.
Sbalordisce che la Procura dia addirittura attraverso un comunicato stampa la notizia di un un ricorso.
Cosa c’è dietro, dunque, questa attività?
Quello che si sta verificando ai danni dell’avvocato Manna contraddice i principi di garantismo che dovrebbero sorreggere uno stato di diritto democratico in cui il dubbio, la dialettica, il rispetto per le idee altrui e per le diverse professionalità, siano quelle di un pubblico amministatore, di un politico, di un magistrato o di un giornalista, si assumano sempre e comunque come elementi cardine e centrali.
Per questi motivi, come componenti della Giunta, presidente del consiglio comunale e consiglieri di maggioranza del comune di Rende esprimiamo tutta la nostra vicinanza al Sindaco Manna disconoscendo l’esaltazione di una ambigua quanto pericolosa retorica colpevolista che non dovrebbe trovare spazio alcuno in un agire politico volto al bene comune.
Giunta: gli assessori Pino Munno, Annamaria Artese, Lisa Sorrentino, Marta Petrusewicz, Fabrizio Totera, Domenico Ziccarelli.
Il presidente del consiglio comunale, Gaetano Morrone
I consiglieri comunali: Eugenio Aceto, Marisa De Rose, Luciano Bonanno, Rachele Cava, Luigi Superbo, Giovanni Gagliardi, Salvatore Esposito, Fabio Marchiotti, Rossana Ferrante, Francesco Corina, Romina Provenzano, Chiara Lolli, Palma Fanello, Marco Greco, Concetta Brogno,