La voglia matta di avere Giorgetti dalla propria parte e le auto di super lusso donate a politici e uomini di potere.
Secondo il Corriere della Sera Marcello Minenna, ex capo dell’Agenzia delle Dogane durante la pandemia, e attuale assessore regionale della giunta calabrese Occhiuto, è stato messo agli arresti domiciliari per un’inchiesta della procura di Forlì sull’approvvigionamento delle mascherine. Ai domiciliari anche Gianluca Pini, ex parlamentare della Lega, non più in carica dal 2018. Secondo l’accusa, il giro di corruzione avrebbe permesso a Pini di ottenere un appalto milionario dall’Ausl Romagna per la fornitura di dispositivi medici (mascherine) nel 2020, durante la pandemia.
Pini agiva nella prospettiva funzionale di vedere riconfermato Minenna nel ruolo di direttore generale dell’Agenzia delle dogane. Si muoveva al fine di sollecitare la partecipazione ad alcuni eventi importanti da parte dell’onorevole Giancarlo Giorgetti, presentazione del libro Blu, inaugurazione della Casa dell’Anticontraffazione…».
Lo scorso 21 aprile, in un’ordinanza precedente a quella eseguita ieri, il gip di Forlì riporta una serie di testimonianze e intercettazioni dalle quali emerge la preoccupazione di Marcello Minenna, rispetto al quale aveva peraltro negato la misura cautelare, di non essere riconfermato alla guida dell’Agenzia delle dogane: «Il Pini assicurava che avrebbe interceduto personalmente presso l’onorevole Giorgetti (all’epoca, luglio 2020, non era ministro, ndr)».
A leggere gli atti sembra che la rovina di Minenna sia stata la ricerca, ansiogena, di accreditarsi con i partiti di governo per non perdere la poltrona. Si era affidato a Pini promettendogli favori che i magistrati hanno letto come prezzo della corruzione.
Giorgetti veniva dunque contattato per partecipare alla presentazione del libro Blu, dove Giorgetti non andò, e all’inaugurazione della casa dell’Anticontraffazione. «Nel maggio 2021 si ipotizzava la non riconferma per l‘indisponibilità del politico alla partecipazione dell’evento». Il dg delle Dogane cercò così un contatto diretto e poi di nuovo attraverso Pini: «Però con una tua… autorevole… garanzia». E Pini: «Parlo io con Giancarlo per avere la certezza». «Però Gialù, io sono in squadra e Matteo (Salvini, ndr) lo sa, Giancarlo (Giorgetti, ndr) pure… non riesco a capire perché questi mi trattano…». Per fare luce sulla vicenda gli inquirenti hanno sentito Alessandro Canali, l’avvocato che era uno dei più stretti collaboratori di Minenna: «Ci teneva molto che Giorgetti potesse partecipare, anche perché venne Bruno Vespa e si organizzò una tavola rotonda con personaggi di spicco… la presenza di Giorgetti fu molto apprezzata da parte di Minenna, rappresentava il suo accreditamento con la Lega che lui tanto desiderava».
Il dg parla con diversi «esponenti politici e/o alti rappresentanti delle istituzioni», scrive il magistrato, e assicura la «dazione di auto di rappresentanza che erano in carico all’Agenzia delle dogane e dei Monopoli». Il fatto di assegnare i mezzi era stato oggetto, il 18 ottobre 2022, di una nota del Mef nella quale si sottolineava chiaramente la «non conformità di tale usanza» introdotta da Minenna «di concedere gratuitamente, senza aste pubbliche, auto anche di grossa cilindrata ad esponenti politici e/o alti rappresentanti delle istituzioni».
In un appunto della polizia giudiziaria del 4 maggio scorso, tra il 2020 ed il 2022, Minenna assegnando le auto «in violazione di qualunque normativa di riferimento e con il solo fine di accrescere la propria personale sfera di influenza su esponenti politici e/o alti rappresentanti delle istituzioni, ha consegnato svariate macchine confiscate dall’Agenzia come se fossero suoi beni personali». Senza aste pubbliche queste assegnazioni sono «illegittime e produttive di rilevante danno erariale per l’amministrazione pubblica». Attraverso il suo staff il ministro Giorgetti ha fatto sapere di essere totalmente estraneo alla vicenda Pini- Minenna. Ha precisato che in ogni caso non ha bisogno di intermediari per parlare con il direttore delle Dogane e partecipare agli eventi. Dubbio: Pini forse millantava? Anche perché alla fine Minenna non ha ottenuto un granché: ha lasciato l’Agenzia ed è stato pure arrestato.
Le auto sequestrate e confiscate dall’Agenzia delle Dogane finivano quindi a politici e ministri come “auto di cortesia”. C’è anche questo nell’atto d’accusa che ha portato l’ex direttore generale dell’agenzia, Marcello Minenna, agli arresti domiciliari.
Minenna, scrivono gli investigatori 《tra il 2020 ed il 2022 assegnava le auto in violazione di qualunque normativa di riferimento e con il solo fine di accrescere la propria personale sfera di influenza su esponenti politici e alti rappresentanti delle istituzioni, ha consegnato svariate autovetture confiscate dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli disponendone come se fossero suoi beni personali》.
Fin qui il versante nazionale della faccenda. Che naturalmente si “colora” di giallo non appena entra in gioco la Calabria. Scrive il gip che Minenna, da assessore in Cittadella, avrebbe potuto reiterare l’eventuale reato. Già. Ma come? Come si infilano le deleghe assessorili calabresi nei capitoli di accusa della procura di Forlì che non è competente territorialmente sulla Cittadella ma lo è, invece, quella di Catanzaro? Chissà.
Non è detto che la vicenda non diventi piuttosto intricata e foriera di ulteriori sviluppi.
I.T.