Uno a uno. O forse zero a zero. Dipende dai punti di vista. I “magnifici 7” indicati dal commissario alla Sanità di Calabria, Longo, ora li ha accettati anche il presidente facente funzioni della Regione Spirlì al punto che sarebbe pronto a controfmarne la nomina. Sono i “magnifici 7” indicati da Longo per i vertici di Asp e ospedali calabresi, naturalmente al netto delle Asp di Reggio e Catanzaro commissariate per presunte infiltrazioni mafiose e quindi fuori giro e fuori sacco in questa partita. Per tutte le altre aziende, con commissari “ordinari” da indicare al comando, Longo aveva presentato una lista di nomi che puntualmente non era stata né accolta né tantomeno accettata da Nino Spirlì. Il disciplinare del decreto “Calabria 2”, la vendetta, parla chiaro. Le nomine debbono essere quanto più possibile condivise tra Ufficio del commissario e presidenza della Regione altrimenti se ne occupa il governo che può recepire indicazioni ma anche no, non tenerne conto. Al punto da agire autonomamente. E dev’essere stato proprio questo spauracchio a convincere Spirlì e Longo a risedersi attorno allo stesso tavolo prima che la partita finisse inesorabilmente in altre mani, quelle del governo. Con altri scenari sullo sfondo. Nasce da qui, ma non solo da qui, la voglia di grande accordo conterraneo perché se le nomine le controfirma anche Spirlì non le può discutere più nessuno.
Si tratta di Vincenzo Carlo La Regina (Asp Cosenza). Isabella Mastrobuono (Azienda ospedaliera Cosenza). Giuseppe Giuliano (Policlinico “Mater Domini” Catanzaro). Francesco Procopio (Azienda ospedaliera “Pugliese Ciaccio”, Catanzaro). Maria Bernardi (Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia). Domenico Sperlì (Azienda sanitaria provinciale di Crotone) Jole Fantozzi (Azienda ospedaliera di Reggio Calabria). Eccoli i “magnifici 7” indicati in un primo momento solo da Longo e ora, a quanto pare, accettati e accolti anche da Spirlì. Con “Roma” che resta fuori dai giochi perché se c’è condivisione locale nell’indicazione delle nomine non è più necessario l’intervento d’imperio del governo. Ma come è stato possibiole trovare d’improvviso e anche clamorosamente la quadra tra Ufficio del commissario e presidenza della Regione? La risposta, a ben vedere, non è complicatissima. Se accordo (anche insperato) sarà solo su di un architrave può trovare appoggio, anzi doppio. Uno “scambio di prigionieri” al potere così da scongiurare l’intervento del governo (di altro colore). Che poi significa a Longo la discrezionalità sulle nomine al vertice delle aziende sanitarie e ospedaliere e a Spirlì (e al centrodestra) quella di indicare i direttori sanitari e amministrativi. Uno a te e uno a me. O forse no, perché poi sappiamo che le aziende le comandano per davvero i direttori sanitari e amministrativi. Comunque sia la quadra dovrebbe essere stata trovata, tra i due “uffici”. Quello del commissario e quello politico. Spartizione o baratto poi si vedrà. Certo è che ora sarà più difficile chiamarsi fuori, per tutti e due gli “uffici”, se i manager dovessero fallire al comando delle aziende. Fino a ieri il cappello ce lo metteva solo Longo, nominato dal governo giallorosso. Ora ce ne mette uno pure Spirlì, con un altro colore di sopra. Non resta allora che augurarsi, per il bene di tutti, che nessuno dei nomi indicati fallisca l’obiettivo…
I.T.