«Il Pd ha deciso di voltare pagina sposando il cambiamento, quindi non ricandidando Mario Oliverio, a prescindere dalle incursioni della magistratura. Le inchieste non c’entrano nulla, il giudizio politico sull’esperienza di governo Oliverio era e rimane non positivo…». Parole, e firma, di Carlo Guccione che per molto meno ha dovuto «abbandonare la giunta regionale a suo tempo per un avviso di garanzia. Sappiamo poi come è andata a finire. Non si può essere garantisti con lo “sterzo”, a giorni alterni…».
A piccoli passi, senza esagerare, ma qualcosa si intravede sottocenere. La data per le urne c’è ed è stata fissata ancora una volta ma in pochi credono per davvero che si possa votare ad aprile, il Covid dovrebbe smettere di mordere già da fine febbraio e le premesse non sono buone in tal senso. Eppure, a piccoli passi e senza esagerare, qualcosa che somigli da lontano ad una campagna elettorale inizia a muoversi. Perlomeno in tv, l’atrio è quello di Ten che con il “focus politica” prova ad analizzare, a scavare. A muovere le acque. E al “gioco delle onde” non si sottrae Carlo Guccione che interpellato sul “punto Oliverio” la sua la dice fino in fondo. Anche ben consapevole che la partita giudiziaria dell’ex governatore non è certo finita qui, tutt’altro… «Sono contento per lui, per l’assoluzione. Così come sono contento per Nicola e per Enza. Esiste anche una magistratura che assolve, come si può ben vedere. Basta avere fiducia e pazienza e buona fede. E credere nella magistratura, non la si può attaccare quando ti indaga ed esaltare quando ti assolve. Il punto politico, però, resta intatto. Oliverio non è stato ricandidato dal Pd perché il partito ha inteso sposare la linea del rinnovamento. È venuto qui Orlando a dirlo chiaramente, all’epoca i contorni giudiziari non erano nemmeno presi in considerazione. Bisognava dare un segnale di cambiamento, evidentemente perché la stagione di governo regionale non aveva convinto. Le incursioni della magistratura non c’entrano nulla con la non ricandidatura di Mario Oliverio e lo sanno tutti questo…». Guccione poi prova disegnare il campo da gioco. «Stiamo costruendo le alleanze e sono fiducioso. Rispetto ad un anno fa, per esempio, sono ottimista circa una grande coalizione che metta insieme da subito Cinquestelle e liste civiche. Noi siamo fatto così da questa parte del campo. Prima il perimetro, poi la squadra, poi il programma e quindi il candidato. Ma sono fiducioso…».
Chi invece ripone pochissima fiducia nelle liturgie inevitabili del centrosinistra, e non potrebbe essere diversamente, è Wanda Ferro, anche lei ospite del talk. Secondo la deputata di Fratelli d’Italia, al contrario, il centrosinistra è impantanato dentro se stesso anche perché riflette e subisce una confusa inadeguatezza del governo nazionale. Dove non si capisce bene chi comanda e in che direzione. «Pd e Cinquestelle sono diversi su tutto, non si capisce come faranno a stare insieme…». Riguardo al suo, di campo da gioco, Ferro è chiara nel perimetro. «Noi di Fratelli d’Italia rispettiamo il patto di coalizione all’interno del centrodestra. Il tavolo non è stato ancora convocato, per quanto riguarda le regionali calabresi. Immagino che si ripartirà da dove ci si è drammaticamente fermati, con la tragica scomparsa di Jole. Con ogni probabilità è ancora Forza Italia il partito che ha in quota la nomination e noi saremo, così come avviene su scala nazionale ovviamente, lineari e fedeli. Se ci possono essere altre soluzioni o altri schemi? Non so. Certo è che se dovesse toccare a Fratelli d’Italia non mi sottrarrei. Essere candidata alla presidenza della Regione è il sogno della mia vita…».
Mica male per una campagna “sottocenere” ancora. E quando tocca a tutti e due azzardare un giudizio su Spirlì le carte persino si mischiano e si incrociano. Guccione apprezza la saggezza del facente funzioni nel rinviare il voto regionale. Ferro più o meno altrettanto ma avrebbe preferito, e preferirebbe da qui in avanti, un maggior coinvolgimento della coalizione di centrodestra quando si tratta di prendere delle decisioni. E a proposito di carte che si mischiano mica male anche lo scenario nazionale. «Abbiamo trovato in Parlamento sponde importanti per la Calabria nella legge di Bilancio tra i banchi di Forza Italia. Anche se devo ammettere che su alcune cose questo esecutivo è ambiguo e in ritardo» fa Guccione. «Questo è un governo irrazionale che cerca solo voti in Aula perché teme di andare sotto…» fa eco Ferro.
Mica male per una campagna elettorale che ancora non c’è…
I.T.