Se non è un “capolavoro”, poco ci manca. Oppure non ci manca niente del tutto nel senso che il “più” è compiuto. Metti un partito commissariato (il Pd) che deve dare il mazzo di carte per provare a strappare una piazza nazionalmente storica e strategica nel panorama della sinistra italiana, Crotone. E metti che segreteria cittadina, società civile e “intelligenza” varia di area Pd del comprensorio decidono di puntare su di un professionista anche trasversalmente apprezzato, Danilo Arcuri. A tal punto, apprezzato, che è in grado (giura chi se ne intende) di pescare dall’altra parte elemento questo persino indispensabile per provare a vincere il Comune. Apprezzato da tutti, Danilo Arcuri, con un solo grande e imperdonabile “difetto”, venir fuori dalle movenze della segreteria cittadina a sua volta considerata molto vicina alla stagione Oliverio. Stagione che, da quelle parti, pare ancora assai viva e dinamica e non solo per la facoltà di trascinare gli Sculco (veri e propri totem) nella competizione elettorale. Tutti con Arcuri ma “fatale” è il retaggio, la provenienza politica della nomination. Al punto che il commissario provinciale del Pd di Crotone, Franco Iacucci, decide di iniziare e perseguire tutta un’altra partita. Quella solo e soltanto contro Oliverio, anche a costo di perdere o a costo di non gareggiare del tutto. Arcuri non va giù a Franco Iacucci che contrappone la candidatura del già sindaco Grillo, un tantino di anni più avanti rispetto al suo competitor interno. Ne nasce un muro contro muro fatto anche di appropriazioni di simboli, carte bollate e prefigurazione di notai finché non è lo stesso commissario regionale Graziano a iniziare a storcere il muso, stavolta anche contro Iacucci. Perché un conto è il rinnovamento stratificato e strategico. Altro è giocare sistematicamente a perdere anche candidando serialmente profili che non hanno granché chances di vincere e tutto questo pur di giocare all’infinito la solita intifada interna. Nel braccio di ferro è proprio Grillo a perdere la pazienza ad un certo punto e per una ragione molto ma molto semplice: il Pd di Iacucci a Crotone non chiude neanche le liste. Nessuno, o quasi, vuole mettersi in campo. Al punto che, proprio Grillo, scioglie le riserve e convoca una conferenza stampa. <
I.T.