Villa Torano, indaga anche la procura di Catanzaro

I magistrati del capoluogo aprono uno o più fascicoli a proposito della consegna “industriale” di tamponi forniti dalla Protezione civile (su disposizione del dipartimento Salute) direttamente nelle mani del proprietario della struttura sanitaria. Dopo l'incursione di “Report” gli inquirenti di Cosenza dispongono invece l'acquisizione dell'audio della telefonata del 21 marzo, il paziente morto in ambulanza con evidenti sintomi da Covid (tampone mai richiesto né effettuato da nessuno)

Una consegna “industriale” e irrituale di tamponi direttamente dalla Protezione civile nelle mani del rappresentante “massimo” del gruppo Poggi, proprietario di Villa Torano. Il tutto su disposizione del dipartimento regionale della Salute, allora guidato da Antonio Belcastro. È il 13 di aprile, la sera di Pasquetta. E soprattutto c’è un’ordinanza regionale non rispettata, la numero 20 del 27 marzo firmata da Jole Santelli (consegna e obbligo di ritiro immediato di kit dpi e tamponi per tutte le rsa presso le Asp territorialmente competenti). Dopo la procura di Cosenza ora anche quella di Catanzaro scende in campo, l’obiettivo è quello far luce sulla consegna dei tamponi, evidentemente ufficio competente per territorio perché è su Catanzaro che è avvenuta ed è su Catanzaro che insistono tanto il dipartimento Salute quanto la Protezione civile (e naturalmente il gruppo Poggi). I magistrati del capoluogo aprono uno o più fascicoli ed è evidente che fatta salva la vicenda delle eventuali colpe pandemiche o sanitarie (se ne sta occupando la procura di Cosenza) nell’ufficio di Catanzaro si prova a far luce sulla liceità della “ordinazione”, della “consegna” e del “ritiro” stesso delle centinaia di tamponi la sera di Pasquetta. Non è dato sapere con quali e quanti presunti reati nell’intestazione di uno o più fascicoli l’inchiesta di Catanzaro non esclude ovviamente indagati elleccenti, magari pure d’ufficio. Allo stato però non è conoscibile se siano stati emessi avvisi di garanzia o ascoltate persone informate sui fatti.

Nel frattempo prosegue l’inchiesta della procura di Cosenza che su Villa Torano accende riflettori già delineati, che vanno dall’epidemia colposa all’omicidio colposo. E in questo senso si aggiungono dei tasselli importanti, grazie anche all’inchiesta giornalistica di “Report” curata dalla cronista Rosamaria Aquino. In particolare i magistrati di Cosenza hanno disposto l’acquisizione dell’audio della telefonata (drammatica) che proprio “Report” ha mandato in onda, la conversazione tra il medico del 118 con il medico di turno di Villa Torano. È il 21 marzo, un paziente muore in ambulanza durante il trasporto in ospedale a Cosenza. Viene da Villa Torano, ha 38 e 6 di febbre e chiari sintomi da Covid. La dottoressa del 118 chiede al medico di Villa Torano di pretendere il tampone sulla salma e di pretenderlo immediatamente così da prendere precauzioni per la struttura. Ma il tampone non verrà mai fatto nel senso che non solo Villa Torano non lo avrebbe mai richiesto quanto la stessa direzione sanitaria dell’ospedale dell’Annunziata (fanno poi sapere i legali del direttore sanitario della clinica) lo avrebbe mai ritenuto necessario. A tal proposito i consulenti della procura di Cosenza ritengono ormai del tutto ininfluente procedere alla riesumazione della salma ai fini dell’indagine sulla eventuale positività del Covid del defunto. Troppo tardi e troppo elevato il rischio di “neutralità” del test, ormai, ragion per cui l’orientamento pare essere quello di lasciare riposare in pace l’ex paziente di Villa Torano.

Una vicenda complessa, contorta, che conosce praticamente ogni giorno sviluppi e retroscena interessanti. E “attori” di primo livello come il commissario dell’Asp di Cosenza, Zuccatelli, che avrebbe e in tempi non sospetti presentato una dettagliata denuncia alla procura di Cosenza (e non è detto che non abbia fatto lo stesso anche a Catanzaro).

D.M.