Una tempesta “Generale” in un (mezzo) bicchier d’acqua da 600 euro…

Il presidente del consiglio regionale Tallini convoca per mercoledì la seduta che revocherà il “lodo Graziano” (contributi da poter versare autonomamente anche senza essere più consiglieri). Per poche centinaia di euro dai 65 anni in poi (versandone però 38mila) una partita politica che qualcuno ha giocato con doppia mascherina al volto e per ben altre ragioni...

Con doppia mascherina al volto. Una per lo spettro del Covid e l’altra, più somigliante a quella che in tempi pre virus ha esibito il Capitano Ultimo, per non farsi riconoscere del tutto. Qualcuno, dentro e fuori l’aula del consiglio regionale, ha giocato la partita dei contributi volontari per i consiglieri completamente a volto coperto. L’epilogo (ma non il finale) della faccenda sta tutto nella convocazione della seduta straordinaria del consiglio regionale che Tallini ha previsto per mercoledì. Con un unico punto all’ordine del giorno, la revoca della modifica alla legge regionale del 2019 (adeguamento del sistema pensionistico dei consiglieri regionali alle linee della conferenza Stato-Regioni, quindi solo con il sistema contributivo). Il “blitz” in 120 secondi di Graziano, per intenderci, verrà cancellato. Graziano, altrimenti detto il “Generale”, che si è intestato le movenze ma che lo ha fatto e potuto fare perché (tranne Irto) erano già tutti d’accordo e solo successivamente fintamente distratti, fino a pentirsene post mortem.

Ma tra chi ha fatto finta di non leggere, chi di girarsi dall’altra parte, chi di mettere in conto lacrime da coccodrillo il giorno dopo ecco che la verità, pian piano anche se a fatica, va emergendo. E inizia a salire a galla, la verità, a partire da una lettera inviata a tutti i consiglieri ed ex consiglieri regionali dal funzionario del consiglio Calabrò e dal dirigente Cortellaro. Con un oggetto semplice semplice, “applicazione del Capo II della legge regionale 31 maggio 2019, n° 13”. I dirigenti in pratica scrivono a tutti i consiglieri ed ex consiglieri che in «relazione alla manifestazione di interesse esercitata dalla S.V. In merito all’adesione al nuovo sistema contributivo previsto si comunica che si sta verificando la correttezza dei dati utilizzati per i calcoli e che al più presto verranno inviate le risposte con i dati necessari per la valutazione». Dunque succede questo. Cambia la legge del sistema pensionistico a livello nazionale (comanda il contributivo) e il 31 maggio dello scorso anno il consiglio regionale ne prende atto e si adegua. Dopo di che sono i consiglieri attuali ed ex consiglieri che scrivono agli uffici del consiglio e chiedono lumi sulla “traduzione” in pratica di questo cambiamento. Cosa possono fare per mantenere il livello del contributo? E a cosa vanno incontro? Quanto debbono investire in una legislatura e quanto incasseranno? La partita è del tutto volontaria ed in forma autonoma, non è fatto obbligo a nessuno di proseguire con il versamento dei singoli contributi. Finché non si arriva al “blitz” del “lodo Graziano”, la modifica che scatena la bufera. Al sistema contrutivo volontario possono aderire anche quei consiglieri che nel frattempo sono decaduti, o che hanno visto interrompere la loro esperienza in aula. Guarda caso, ma chissà se il caso ha “guardato” dalla parte giusta, più o meno quello che è successo proprio al “generale” Graziano. Che nella scorsa legislatura ad un certo punto s’è dovuto alzare (dopo diverse sentenze) per far posto a Gianluca Gallo, oggi assessore regionale. La vicenda è arcinota e solo parzialmente semplice. Graziano si sarebbe dimesso dalla dipendenza pubblica (la Forestale) non proprio prima dell’inizio della campagna elettorale per il voto del 2014. Ma tant’è. Ad un certo punto viene annullata la sua elezione in aula e la modifica dell’altra sera sembra rimetterlo in pista (per i contributi da versare autonomamente) anche per il recupero della legislatura precedente. Con un particolare non da poco, però. Graziano, alla fine dell’iter giudiziario contro Gallo, è stato definito tecnicamente ineleggibile e non è chiaro se con questo “status” si possa riemergere come un “fantasma” così da recuperare anni in aula a cui però non si doveva prender parte del tutto. Chissà. Ma è nel silenzio e nel disinteresse “industriale” di tutti che Graziano affonda il lodo che però, come una doccia gelata, si porta davvero pochi spiccioli appresso. Già, poche centinaia di euro. E se qualcuno, magari nutrendo poca fiducia nella durata della legislatura, s’era fatto delle illusioni a proposito di un assegno rigoglioso alle porte della vecchiaia ecco i primi conti “informali” che filtrano dalle stanze che se ne intendono. Conti che gelano. A fronte di una legislatura intera che costa al consigliere 38mila euro di contributi (da capire poi in che quota parte interviene la Regione e in che altra deve mettere mano al portafogli il singolo consigliere) arriva poi un assegno di 6 o 700 euro al compimento dei 65 anni di età. Fatti due conti, e in aula giovanotti a 20 anni da quella età ce ne sono, scatta la doccia gelata. A queste condizioni nemmeno il peggiore degli investimenti renderebbe di meno. Molto più redditizio, per svariate ragioni, far partire la melina del pianto di coccodrillo. E scattano i pentimenti, i ravvedimenti, le retromarce, il “io c’ero ma mi hanno preso in giro”. I conti al blitz non tornano e le vagonate di fango in arrivo alimentano solo e soltanto controindicazioni, più o meno per tutti. Finché Tallini, che certo non è l’ispiratore dei 120 secondi dell’altra sera (non fosse altro perché di legislature ne ha fatte e tutte fino in fondo) non convoca il consiglio di mercoledì, quello che deve revocare la modifica.

«Non possono esserci ombre sottolinea proprio Tallini  – sull’azione di un consiglio regionale appena insediato e che già ha dimostrato di lavorare con impegno e senso di responsabilità in un momento così delicato per la vita del Paese e della Calabria. Errori di valutazione e probabilmente un’analisi superficiale del provvedimento in questione possono e debbono essere riconosciuti con onestà. È però altrettanto necessario dire chiaramente che non c’è stato alcun tentativo di ripristinare i vecchi vitalizi che sono stati aboliti durante la legislatura di Scopelliti e poi adeguati al contributivo con la legge regionale n. 13 del 2019». Tallini non vuole quindi correre rischi e alza il freno a mano. Lo alza per tutto il consiglio, per non lasciare che altri prendano il timone mediatico magari non del tutto meritatamente. Ma lo fa anche per se stesso perché ancora un altro po’ e sarebbe finito pure lui nel tritacarne. E dopo averla spuntata su Baldo Esposito per pochi voti in occasione dell’elezione alla presidenza del consiglio (a proposito, silente Esposito in materia, forse in rispetto all’amicizia con Graziano) ha ritenuto non fosse il caso di dar spazio ai “mozziconi di sigarette”. Un po’ di vento e divampa l’incendio. Che quando si fa strada non fa sconti a nessuno…

I.T.