Sanità, derby interno per la reggenza del dopo Belcastro

Ultime ore del dg a capo del dipartimento ma è pressing su Santelli per mantenerlo a capo della struttura Covid. In attesa del bando per il successore (con Bevere favorito) il timone del comando a Montilla o Donato

Se tutto va come deve andare, e salute permettendo, oggi alle 15 in Cittadella una seduta di giunta che non sarà come le altre. Avrà anche il sapore del burocratese puro, quello tipico della gestione del potere interno alla macchina del comando, ma è in programma un incrocio per nulla banale. C’è un altro step di riorganizzazione delle poltrone, da timbrare. Con l’addio di Ennio Apicella dal segretariato della giunta e quello di Tonino Belcastro dal vertice del dipartimento Salute. Improrogabile, fino a prova contraria, la proroga di un mese già concessa il 14 di aprile dopo l’approvazione dello spoil system e la decadenza immediata delle figure in scadenza. Tra queste, appunto, Belcastro per il quale non pare ci siano in programma altri stratagemmi per mantenerlo al timone del dipartimento più delicato che c’è in Cittadella. Oggi il probabilissimo addio (un passaggio che politicamente è scontato e non da oggi) che però, per assurdo, può essere anche un arrivederci nel senso che nulla e nessuno impedirà allo stesso Belcastro di partecipare al bando per l’individuazione del nuovo direttore generale del dipartimento Salute. Occorreranno almeno un paio di mesi per la messa a punto di un bando delicato, un avviso che dovrebbe servire da “sirena” irresistibile per il gran favorito e cioè Francesco Bevere (come ampiamente anticipato). Ex dg di Agenas e del dipartimento controllo del ministero Bevere non si mostra per nulla indifferente alle “sirene” ma chi se ne intende sussurra che occorre mettere più euro nel piatto. Si vedrà, oggi non è questo il tempo perché c’è da individuare immediatamente la reggenza del dipartimento Sanità che per ovvi motivi non può restare senza timoniere. Data per scontata la reggenza ad interim degli altri dipartimenti (in attesa dell’avviso unico e del ridimensionamento della “macchina” da 15 a 10) è questo della “salute” l’incrocio più importante. Non che Belcastro da stasera possa tornarsene a casa. Tutt’altro. È in atto al contrario un discreto pressing politico e per certi aspetti anche “non politico” proprio perché Belcastro resti in ogni caso al vertice della struttura regionale anti Covid. Che sia lui in ogni caso a dirigere e sovrintendere alle operazioni emergenziali in tempo di pandemia. E qualche buontempone non ha mancato di “fotografare” così questa eventualità, all’esito di più di due mesi di esperienza di Belcastro alle prese con il Coronavirus, «sarebbe come piazzare Nerone a capo del dipartimento antincendio del Comune di Roma… ». Anche in questo caso, si vedrà. La giornata è densa di scirocco ma anche di incognite (non solo politiche) e fino all’ultimo la giunta potrebbe anche non tenersi. Ma se tutto va come deve andare nel pomeriggio deve essere individuato il reggente del dipartimento più dipartimento che c’è, quello della Salute. E qui si apre un derby interno mica male, uno scontro di nomenclatura regionale tra due pezzi forti della Cittadella. Eugenia Montilla da un lato e Mario Donato dall’altro. La prima dirige l’ufficio legislativo del dipartimento Segretariato, dirigente di ruolo della giunta regionale, un incarico che le scade il 16 novembre del 2022 dopo che le è stato conferito il 15 di novembre del 2019. Il secondo è a capo della Stazione unica appaltante, la Sua. Due big dell’amministrazione regionale e due figure di assoluto prestigio anche se è del tutto evidente che si tratta di scelte forti per la reggenza del dipartimento Salute, sia pure per qualche mese. Sia che tocchi a Montilla o che tocchi a Donato, la reggenza, non si tratta di un passaggio banale perché per niente banale è la materia che si andrà a dirigere, ovvero la sanità.
Montilla ha un curriculum che si possono permettere in pochi dentro la Cittadella ed Ennio Apicella ne sa qualcosa. Difficile colorare di stagioni politiche figure così “formate” anche se di recente, e in piena deflagrazione giudiziaria, è persino finita dentro l’inchiesta “Passepartout” della procura di Catanzaro (svariati i presunti reati e una ventina gli indagati tra cui Oliverio e Occhiuto). Montilla, per la cronaca, ha chiesto il rito abbreviato ma l’emergenza Covid ha sterilizzato fin qui ogni puntata successiva.
Donato, dal versante della Stazione unica appaltante, combatte e non da oggi all’interno dell’insidiosissimo terreno degli appalti in prorogatio e senza gare, un capitolo a parte delle centinaia di milioni o miliardi che non si riesce a mettere a bando. Figura che negli ultimi tempi, e dopo l’approvazione del Decreto Calabria in materia di sanità (ogni appalto per la “salute” deve essere gestito da altre stazioni che non sia quella calabrese), ha messo in chiaro che la “patata bollente” delle gare e degli appalti se la devono “pelare” le Asp, compresi quelli in prorogatio che spesso e volentieri sono vere e proprie rendite in eterno. Oggi si fa il nome anche di Donato per la reggenza del dipartimento Sanità, unitamente a quello di Montilla. Nel pomeriggio si scopriranno le carte, compreso il “riconoscimento” Covid a Tonino Belcastro…
I.T.