Il caso Principe “imbarazza” Graziano

Il commissario regionale del Pd è in “difficoltà” dopo la decisione dell'ex sottosegretario di candidarsi a sindaco. Sullo sfondo problemi con il “codice etico” del partito per via del pesante rinvio a giudizio. Domani riunione in federazione per fare il punto

Non bastava il partito letteralmente balcanizzato a Rende, dove l’ognun per sé è il minimo che possa capitare. Non bastava il feroce scontro tra il consigliere regionale Bevacqua e il commissario regionale sulle scelta del candidato a sindaco, con il primo che se ne frega delle attese e decide di appoggiare Massimiliano De Rose (stessa cosa a Corigliano-Rossano dove sta con Stasi mentre il resto della truppa va dalla parte di Promezio). Ora, per Stefano Graziano, commissario regionale di una bandiera di partito che non si fa mai mancare nulla pur di andare in ansia, si aggiunge pure la rogna del “caso Principe”. Già, un nome una garanzia in termini di adrenalina. L’ex sottosegretario, ex assessore regionale e soprattutto ex sindaco e chissà se ex o attuale dominus delle “cose di Rende” decide di rompere gli indugi (?) e di scendere in campo per la poltrona di sindaco. Si dirà, affari suoi. Ma Principe la bandiera del Pd non l’ha mai dismessa e nemmeno la tessera, nonostante auspici unilaterali in tal senso dall’altra parte. E Principe, “per chi si fosse messo in ascolto in questo momento” come si diceva un tempo nelle radio in voga, ha qualche problemuccio non di poco conto da regolare con il pianeta giustizia. Attualmente a giudizio e imputato per presunta corruzione in atti amministrativi aggravata dal metodo mafioso e concorso esterno in associazione mafiosa. L’inchiesta è comunemente riconosciuta col nome di “Sistema Rende”. Secondo la procura distrettuale sarebbe intervenuto un accordo tra alcuni amministratori di Rende e la cosca Lanzino-Ruà per il procacciamento di voti e per la gestione della propaganda elettrorale. In cambio il comando della politica rendese, sempre secondo l’accusa, avrebbe assunto Ettore Lanzino nelle coop e «garantito condotte amministrative di favore». Accuse ovviamente tutte da dimostrare e ben lontane dall’essere sentenziate in qualche modo ma il solo dibattimento “imbarazza” il commissario Graziano alle prese con le “noie” del codice etico del Pd.

Vi sono poi altre preoccupazioni sullo sfondo e che hanno a che fare con altri codici ma intanto c’è quello etico di un partito per un commissario che è chiamato a sovrintendere. E ad alcuni suoi più stretti confidenti non avrebbe mancato di far presente che la rogna c’è tutta per lui e che non è semplice uscirne. Immaginiamo che anche di questo, così come del quadro sempre più frastagliato del Pd a Rende e del Pd di Rende, si parlerà domani nel corso di una riunione proprio sul “caso Rende” convocata in federazione provinciale a Cosenza. Appuntamento alle 18. Invitati parlamentari, consiglieri regionali, il presidente della Provincia Iacucci e il commissario del partito rendese.

 

 

I.T.