Dal Senato alla protezione dei dati. Il dottor Piero Aiello va forte nel Mater Domini

Piero Aiello
Piero Aiello

Solo chi conosce bene le “quattro stagioni” del potere di Calabria sa come si impostano le carte per la “quinta”, quella del riciclaggio del potere stesso. Con le figure di sempre, senza soluzione di continuità. Antonio Belcastro, direttore generale dell’Azienda ospedaliero-universitaria “Mater Domini”, è l’uomo delle “quattro stagioni”.

Sempre al comando e nella torre di controllo quando si tratta di indossare il camice. Da Chiaravalloti a Loiero, da Scopelliti a Oliverio. Belcastro ha sempre comandato e il poker se l’è saputo costruire in mano modificando a dovere una doppia coppia (centrodestra e centrosinistra interscambiali) che si sono dati il cambio (si fa per dire) tra Palazzo Alemanni e Cittadella. Tra le poche o tante certezze che sono rimaste indelebili, nella finzione del cambio di governo regionale, c’è sempre stato lui, Antonio Belcastro.

Che ora guarda avanti e “adegua” con vista sul futuro l’azienda che dirige. Scadeva il 25 maggio la individuazione del Responsabile della protezione dei dati personali, ai sensi del regolamento e delle disposizioni comunitarie del 2016.

Dopo un lungo iter di avvicinamento alla tappa, e diverse sollecitazioni formative, ecco l’appuntamento ineludibile del 25 maggio. Ogni azienda pubblica deve dotarsi del Responsabile della protezione dei dati personali (Rpd) anche se la materia è ancora complessa e disarticolata. Con ampia discrezionalità nelle mani del “capo”, del dg.

A cominciare dalla tecniche per l’individuazione. Si può pescare all’esterno dell’azienda stessa (in pochi lo hanno fatto).

E si può pescare invece all’interno, con figure già in organico. Solo che la maggior parte delle altre aziende (a cominciare dall’Asp di Cosenza, per esempio) si sono affidate a manifestazione di interesse tra interni per l’individuazione della figura di Rdp.

Il Mater Domini no perché a firma di Antonio Belcastro, il 25 maggio, viene individuata e deliberata l’assegnazione dell’incarico al dottor Piero Aiello. Avete letto bene, è proprio lui. L’ex senatore prima berlusconiano e poi alfaniano (forse sarebbe meglio dire gentiliano).

Oggi, come gli altri di quella “nidiata”, rientrato in Forza Italia ma senza esagerare, non sono agli atti sfilate con bandiere azzurre al collo di recente. Fallito l’appuntamento con il voto del 4 marzo, autentica strage nazionale per un po’ tutte le vecchie guardie, Piero Aiello non ha perso tempo per farsi riaccreditare sotto traccia in vista delle regionali del prossimo anno. Con garbo e intelligenza.

C’è chi dice per arginare manie di conquiste cosentine, ben accompagnato da Tallini e Sergio Abramo.

Chi invece, proprio per questo, pensa che aver fatto circolare in grande anticipo il suo nome possa valere per il contrario e cioè per bruciarne le aspettative. Ma tant’è, in un anno può cambiare tutto e il suo contrario.

Nel frattempo Piero Aiello, dirigente medico «in servizio presso l’azienda a tempo indeterminato con incarico di direzione di struttura complessa – si legge nella delibera – risulta in possesso di conoscenza specialistica delle competenze richieste per la nomina a Rpd e non si trova in situazioni di conflitto di interesse con la posizione da ricoprire e i compiti e le funzioni da espletare».

In ragione di ciò, «acquisita la disponibilità del dottor Aiello Piero ad assumere l’incarico Responsabile della protezione dei dati personali» e considerate tutta una serie di vincoli e autonomie nel trattamento stesso dei dati, non ultimo l’obbligo della tutale stessa dei dati fino al confronto continuo con il Garante, si delibera «di designare il dottor Pietro Aiello come Responsabile dei dati personali per l’Azienda ospedaliero-universitaria “Mater Domini”».

Ovviamente l’incarico non potrà godere della gratuità francescana né, francamente, si può chiedere questo ai “nostri” della regnanza sanitaria. Essendo del tutto inedita la faccenda (non ci sono precedenti ed è la prima designazione in materia per il Mater Domini così come per altre aziende sanitarie e ospedaliere) si consegna ampia discrezionalità ai direttori generali.

E qui torniamo a Belcastro, sempre a lui. Spulciando a livello generale tra i meandri della normativa si parla di premialità a fine anno, di tariffa a ore o al giorno, di quoziente ore da retribuire (che comunque viene individuato dal dg stesso) e se necessitano di incrementi di ore stesse (sempre decise dal dg).

Si può passare da 25mila euro in un anno a 70mila e anche molto oltre perché dipende dalla premialità, dalla retribuzione a ore o a giornata e dal quoziente ore che necessitano per la protezione dei dati e che viene deciso dal direttore generale (che nel frattempo ha già individuato discrezionalmente, perché ne aveva i titoli, il Responsabile).

Diciamo che non è ancora chiaro se si diventa più “ricchi” di informazioni e contatti e quindi dati o di remunerazioni. Di sicuro Piero Aiello, che non necessita né del primo né del secondo dei casi, è quotato e stimato dirigente medico del Mater Domini con la passione, o in attesa, del gran rientro in politica. E fino a prova contraria è stato il dg che lo ha investito di un “sacrificio” per l’azienda…

                                                                                                                                                   I.T.