“Centri diurni semi residenziali per l’accoglimento di affetti da alzheimer”. Piuttosto arido, freddino il lessico stampato dentro un oggetto altrettanto criptico: fondo “royaltes”. Si tratta di un gruzzolo di quattrini che il ministero ha messo a disposizione delle Regioni e da qui, a bando naturalmente, per tutte le amministrazioni locali che ne intendono avvalersi. Cifre non esorbitanti, per carità. Con finalità però tutt’altro che trascurabili perché si ha a che fare con la socialità, l’intrattenimento, il “caffè” degli affetti da alzheimer.
Sì, proprio un “caffè alzheimer” naturalmente inteso come stare insieme, vivere e viversi in un centro diurno a partire dalla condivisione di una malattia sostanzialmente invalidante in questo senso. Da qui la delicatezza e la settorialità delle competenze e non a caso l’amministrazione comunale di Rende, che ha inteso aderire al fondo e al bando della Regione, chiede sostanzialmente non solo all’assessorato regionale al Welfare di aprire in città il suo “caffè alzheimer” ma chiede anche di conoscere quali sono i soggetti del terzo settore in grado in Calabria di poter gestire il centro diurno. E questo perché, dopo aver letto il testo della Regione e le linee operative, ci si accorge che è possibile affidare il servizio solo a quelle associazioni che nel frattempo non sono impegnate per la stessa attività in almeno altri due ambiti. Detta in altri termini il welfare della Cittadella mette a bando le (non ingenti) risorse per i “caffè alzheimer” ma occhio però, da affidare a chi non è nel frattempo sovraesposto in materia in almeno altri due perimetri. In linea di principio una scelta tutto sommato presentabile, della serie lavorano tutti a giro. All’atto pratico, però, una specie di mannaia perché scava scava viene fuori che in tutta la Calabria sono complessivamente 2 le associazioni del terzo settore con storico e retaggio in materia di alzheimer. Solo 2. Ovviamente impegnate, e in più ambiti. Tant’è che il Comune di Rende scrive all’assessorato regionale al Welfare lamentando che «non è stato possibile affidare il servizio in quanto le due (uniche) associazioni hanno comunicato che stanno realizzando l’attività prevista in oggetto presso altri ambiti. Ragion per cui, al fine di non privare i cittadini dell’ambito di Rende di un servizio rilevante, e di non gravare l’ambito di un ulteriore infruttuoso aggravio procedurale, si chiede di voler fornire un elenco delle associazioni operanti sul territorio calabrese in possesso del requisito essenziale dell’esperienza pluriennale maturata nell’ambito specifico e che non abbiano partecipato all’avviso pubblico in più di 2 ambiti».
Chiesto, ottenuto. E anzi fa di più il welfare della Cittadella. Di più vicino al perimetro di Rende. «Vista l’esigenza palesata – scrive il dirigente del settore dell’assessorato guidato da Emma Staine – si trasmette in allegato l’elenco degli enti del terzo settore iscritti al Runts dell’intera provincia di Cosenza, considerando anche quelli in fase di trasmigrazione».
E parte il lungo elenco di associazioni del terzo settore operanti in provincia di Cosenza, così si fa prima perché sono vicine a Rende. Solo che viene fuori un piccolo “dettaglio” a leggere con attenzione le mansioni svolte dalle quasi 700 associazioni indicate dalla Regione al Comune di Rende per la gestione del “caffè alzheimer”. Nessuna ha mai avuto a che fare con l’alzhemier, appunto. Forse con il “caffè”, ma di alzheimer non vi è traccia.
Per il resto si rintraccia più o meno di tutto nel perimetro provinciale inviato dalla Cittadella. Associazione di speleologi, diversi appuntamenti con la difesa dell’ambiente e degli animali in via d’estinzione. Una associazione per la banca del tempo, altre a tutela dei cani randagi. Consultori familiari, una miriade di centri avis, nidiate di proloco per sagre e feste, lotta contro i tumori, sorrisi ai bimbi soli, forze di polizia in pensione, difesa delle donne, dei centri montani, delle campagne e dello sport dilettantistico. Di tutto e di più nel terzo settore inviato dalla Cittadella. Tranne, appunto, avere a che fare con l’alzheimer per la gestione del “caffè alzheimer” di Rende. Che infatti non c’è, non c’è mai stato e non viene affidato. Per il caffè ci sono bar ogni 50 metri. L’alzhemier è un’altra cosa…
I.T