Sanità, «eppur si muove, segnali di svolta in vista»

Il vicepresidente nazionale di Acop, Enzo Paolini: l'attivismo dell'Ufficio del commissario e il nuovo Dca per i privati convenzionati possono rappresentare il primo vero contrasto alla migrazione sanitaria dei calabresi

«L’attivismo ed il ragionato decisionismo del presidente Occhiuto e le professionalità serie ed indiscusse chiamate a far parte del dipartimento – la d.ssa Fantozzi – e dell’Ufficio Commissariato – il dr. Esposito – stanno producendo un cambiamento che si avverte sul fronte del Servizio sanitario regionale».
Mostra (almeno lui) di non avere alcun dubbio, in materia, l’avvocato Enzo Paolini che è (fresco fresco) vicepresidente nazionale di Acop, la sigla vergine di conio che di fatto rappresenta la “nuova” Aiop, il perimetro dell’ospedalità privata accreditata. Acop che farà le sue “presentazioni” a livello regionale, il suo esordio, in occasione di un convegno che si terrà proprio in Cittadella il 19 di aprile.
Si sente quindi l’inizio di un nuovo corso, secondo Paolini. Un clima diverso e (ci si augura) proficuo tra regnanza regionale e universo della sanità privata convenzionata. Il sentore generale è positivo, per Paolini, anche se «il dolore e le emergenze, i disservizi e le aree abbandonate, gli sprechi e le opere incompiute ancora ci sono, certo. Sono il lascito di decenni di indifferenza ai diritti e di attenzione agli affari. Oggi avvertiamo qualche sintomo di vita che dai territori, dalle cinque province, si comincia a far sentire…». Che intende per “sintomo” di vita? «La chiave del motore dell’Azienda zero è stata girata, le dotazioni strumentali iniziano ad arrivare ed ad essere utilizzate, qualcosa si muove sul fronte dell’edilizia sanitaria, l’emergenza medici, con tutte le polemiche e le rispettabili opinioni di tutti, è stata affrontata, la questione della formazione e dell’Università è in agenda. Non si può dire che regni l’immobilismo in questa stagione di governo regionale a proposito di sanità. Al contrario, si fa. E questo è un buon segno per un governo».
C’è solo questo o vi è anche altro che riguarda più da vicino il mondo della sanità accreditata?
«Il fatto nuovo c’è. Oggi registriamo un altro buon segnale, quello lanciato dall’Ufficio del Commissario ad acta al piano di rientro – e cioè il Presidente Occhiuto – con l’emissione del DCA 105/23 concernente la programmazione del settore privato (Case di cura RSA, laboratori ecc.) per il triennio 2022-2024». Ci dice qualcosa di più nel dettaglio? «Intanto la programmazione triennale è un elemento che fa capire come non si voglia più navigare a vista per incapacità di governo e/o per tenersi sempre le mani libere per aggiustare qualche partita o accontentare l’amico di turno. Dunque il metodo è quello giusto. La programmazione – si sa – consente di ottimizzare le risorse, favorisce gli investimenti e la qualità delle prestazioni oltre a dare impulso – sullo specifico settore – all’esercizio della libera scelta del cittadino». E nel merito? «Nel merito va detto che per la prima volta, dopo tanti “gargarismi” si è messo da parte il criterio della spesa storica, principio iniquo, censurato dall’antitrust ma burocraticamente mantenuto per decenni durante i quali hanno proliferato nicchie di rendita speculativa a scapito di qualità e fabbisogni. Si è introdotto, come primo impulso allo stimolo alla crescita qualitativa del servizio, il criterio della produzione come sintomo di attrattività e di efficienza, in grado, se valorizzata, di avviare il percorso – sempre auspicato ma da nessuno messo in pratica – di recupero della migrazione sanitaria per i cittadini calabresi richiedenti prestazioni che possono essere rese con standard qualitativi appropriati nelle strutture della nostra regione». Significa anche che chi eroga sanità “vera”, di qualità e quantità, avrà vita meno complessa a prescindere dal tetto di spesa? «Significa che intensificando capillarmente i controlli su requisiti ed appropriatezza si potrà dunque consentire – in applicazione del d.lvo 502/92 e della Costituzione Italiana – ai calabresi di curarsi in Calabria e di far ritornare nelle casse regionali una parte degli oltre 200 milioni di euro che ogni anno si consegnano alle Regioni del Nord ed alle loro strutture, pubbliche e private, per servizi di base sinora impediti dalla scellerata politica dei tetti di spesa insuperabili e della ricordata spesa storica. Con una semplice, ragionevole, equa manovra politica di medio/lungo termine si consentirà alle strutture private di valorizzare la propria potenzialità produttiva ed assicurare ai pazienti calabresi di non dover, ancora, nel terzo millennio viaggiare lungo la penisola per curare una cataratta, un menisco, una protesi d’anca, per avere un esame diagnostico, una TAC, ma avere la possibilità – ed il diritto – di averli – qui in Calabria, ed in tempi ragionevoli, cioè giorni e non mesi o anni». Ma non ci dirà che tutto questo, che lei descrive quasi come “rivoluzionario”, sarà possibile senza l’impegno di ulteriori ingenti cifre… «Assolutamente no. Tutto ciò è reso possibile senza l’impegno di un solo centesimo aggiuntivo, ma solo con un contratto, condiviso con le associazioni, di durata triennale e con l’impiego migliore, più razionale ed efficace delle risorse esistenti». Quindi la svolta è in porto per lei, pare di capire. E pure il “trionfo” dell’extrabudget così come sottolinea il capogruppo Pd Bevacqua secondo il quale la manovra finirà inevitabilmente per arricchire la sanità privata accreditata a scapito di quella pubblica… «Bevacqua ha perso un’altra occasione per tacere pudicamente e fare bella figura. E ciò per due motivi, uno giuridico, l’altro politico. Sul piano giuridico il capogruppo del Pd non sa che il cosiddetto extrabudget (cioè prestazioni essenziali fornite a cittadini da strutture facenti parte del servizio pubblico) è previsto dalla legge e confermato dai Tar. Il motivo politico è che il Pd ha largamente governato a livello nazionale e regionale nell’ultimo ventennio ed ha condotto la sanità, quella calabrese in particolare, allo sfacelo. Dovrebbero star zitti e aiutare invece fanno i grilli parlanti senza avere alcun rispetto per i calabresi che hanno letteralmente costretto a rivolgersi alle altre regioni per curarsi. Tutti lo sanno ed io parlo con cognizione di causa perché ne potrei dare anche dimostrazione documentale. Ma la politica, per chi vuole, parla chiaro…». Allora tutto risolto?
«Calma. Tutto è work in progress (o forse sarebbe meglio dire in itinere per evitare le multe dell’on. Rampelli) ma intanto la rotta è stata invertita. Entro il 14 aprile, come prescrive il DCA 105/23, si firmeranno i contratti e tra qualche mese potremmo giudicare. Per il momento è da apprezzare l’intenzione, la determinazione e la visione. E si sa, chi ben comincia è a metà dell’opera…».

I.T.