Sanità, niente di nuovo sotto un pallido sole…

Ennesimo Tavolo Adduce con 《solite criticità》e clima "romano" che ormai non si aspetta rivoluzioni (pratiche) di Calabria

《Soliti rilievi, ma ci vorrebbe un esercito per risanare la sanità calabrese…》.
Sottovoce, griffato, competente e consumato ancorché forzatamente anonimo, circola questo commento a conclusione dell’ennesimo redde rationem della sanità di Calabria con la regnanza commissariale da un lato e vertici ministeriali dall’altro, al secolo Tavolo Adduce. Dove, ovviamente, per 《soliti rilievi》 sono da intendersi criticità non sanate (carenza medici e Lea a picco) tempi non rispettati (circolarizzazione del debito e censimento contenziosi slittati a giugno, se va bene) esperimenti iper aziendali nuovi di zecca e pieni di incognite (Azienda Zero e Dulbecco). Il tutto, manco a dirlo, “condito” dai bilanci delle Asp che in gran parte non ci sono, da quello consolidato regionale che non esiste, dalla rete ospedaliera e territoriale che ancora latita al punto che è slittato il termine per la presentazione degli atti aziendali di Asp e ospedali. Per cui se da un lato è il “niente di nuovo” che emerge dal Tavolo, inteso a tratti come (effimero) lasciapassare, il bicchiere sempre mezzo vuoto detta invece un’altra chiave di lettura: Roma ci ha fatto l’abitudine ormai alla “ferita” Calabria, non si aspetta niente per cui non chiede niente e non prescrive più niente. Della serie, meglio aggiustarsi al peggio e quindi va bene anche così.
Letta in questi termini l’ultima riunione non è andata peggio delle altre nel senso che i buoni propositi e la ferrea volontà della struttura commissariale di Calabria continuano ad essere apprezzati. Una specie di “plastico” viene ogni volta raffigurato. Tasselli sulla carta al proprio posto, investimenti e funzionamento circolari. In linea puramente teorica funzionerebbe pure, come un videogioco. Manca la “messa a terra”, la salute sul territorio. Ma il progetto nel suo insieme non è privo di apprezzamenti nel senso che vengono adeguatamente valutati i propositi. Al pari, ovviamente, di una serie di impegni e appuntamenti che puntualmente saltano e non vengono rispettati. Per di più con la grande (e temuta) scommessa di Azienda Zero, il contenitore per ora vuoto affidato a Profiti (fermo da un anno e mezzo, ma non gratis) che dovrebbe accentrare tutto e controllare persino il dipartimento. Dovrebbe avvenire il contrario, di norma. Anche il Tavolo preferirebbe così. Ma la struttura commissariale va avanti e investe su Azienda Zero “fecit deus”, prima di tutto e tutti. Su questo non si tratta. È la grande scommessa del commissario, del resto. Che infatti non perde molto tempo con le solite liturgie. Potrebbe persino aver abbandonato il Tavolo dopo pochi minuti, tanto è certo del suo incedere. E non è detto che non l’abbia fatto. Dopotutto di solito si tratta di un film già visto…

I.T.