Caso Segre, revocata la sospensione Barreca. «Non risulta indagato»

Il commissario della Lega Calabria, Saccomanno: solo fango mediatico contro di lui e il partito

«Bisogna dare atto, con onestà e correttezza, che Nicola Barreca non risulta indagato per le presunte minacce alla sen. Segre e che la notizia comparsa su diverse testate nazionali è del tutto infondata. Ciò è emerso da una certificazione rilasciata dalla Procura di Milano che conferma che a carico dello stesso non esiste alcun procedimento». Così, in una nota, il commissario della Lega Calabria Giacomo Saccomanno a proposito della sospensione di Barreca, referente del Carroccio di Reggio, che secondo quanto riportato dal Corriere della Sera sarebbe finito nel registro degli indagati per insulti social a Segre.

«In considerazione di ciò – continua Saccomanno – e delle richieste ritualmente avanzate al Procuratore Capo di Milano, al quale, tra l’altro, sono stati denunciati i fatti, non vi è motivo, allo stato, di mantenere la sospensione cautelare emessa nei confronti dello stesso, il quale ha già instaurato giudizio civile per ottenere il risarcimento dei danni per la diffamazione aggravata a mezzo stampa. Sta di fatto, comunque, che appare veramente intollerabile che possano pubblicarsi notizie inesistenti al solo fine di danneggiare la Lega ed il suo rappresentante cittadino di Reggio Calabria. Una condotta inqualificabile, per la quale vi è ampia riserva di agire. Oggi, non possiamo, con soddisfazione, che restituire l’onorabilità calpestata al Segretario eletto di Reggio Calabria non esistendo, ripetesi, allo stato alcuna indagine a suo carico. Un monito ai giornalisti che hanno infangato lo stesso: sarebbe più corretto e rispettoso del giuramento che ognuno presta che si smettesse di fare politica con diffamazioni e coltivando solo polemiche piuttosto che interessarsi delle gravi condizioni in cui versa la Nazione».

Resta in ogni caso agli organi di stampa prendere visione della “non indagine” a carico di Barreca, ammesso che esista per davvero una simile certificazione. Anche Saccomanno, del resto, sa bene che non tutte le procure e non per tutte le fattispecie di reato rendono pubblicamente noto l’elenco degli indagati.