È il 20 dicembre quando il senatore Mario Occhiuto fa espressamente il nome di Antonello Graziano, citato a titolo di esempio, tra le professionalità che la stagione “commissariale” di Calabria non dovrebbe perdere nei meandri delle regole e dei balzelli. Tradotto in altri termini, perché poi di fatto ha anche presentato due emendamenti in tal senso nel Milleproroghe, perché non trasformare automaticamente i commissari delle Asp in direttori generali?
Non è dato sapere fino in fondo che strada abbiano percorso questi emendamenti del senatore Occhiuto (l’altro puntava a inserire di diritto ogni commissario nell’albo degli abilitati a fare i dg) certo è che il giorno prima del suo intervento in Senato, siamo al 19 di dicembre, il collegio sindacale dell’Asp di Cosenza (PDF in basso nella pagina) non fornisce parere favorevole al bilancio di previsione 2023 siglato proprio da Antonello Graziano. Perché mancano parametri credibili di confronto e mancano soprattutto altri consuntivi di cui Graziano non ha colpe, a partire da quello del 2021. Ma intanto resta e segna il “timbro” della bocciatura del previsionale 2023 e non è certo questa una carta buona da giocare per il commissario dell’Asp più grande e piena di euro che c’è in Calabria. Anche perché, e siamo alla strettissima attualità, emendamenti o no del senatore Occhiuto ora c’è il Dca dell’altro Occhiuto, il commissario, che apre ufficialmente le “danze” per l’individuazione del nuovo direttore generale delle Aspo di Reggio e di Cosenza. Il “passo” di Occhiuto è stato reso possibile dall’ultima proroga del Decreto Calabria che, tra le misure che ampliavano la gamma delle prerogative del commissario, ha previsto anche il ritorno alla normale strada di individuazione dei manager da porre alla guida delle Asp, quella di Cosenza, oggi gestita dal commissario straordinario Graziano e quella di Reggio, gestita dalla commissaria De Furia (entrambi sono inseriti nell’albo nazionale e tra l’altro negli ambienti regionali ritenuti tra i più apprezzati dallo stesso Occhiuto). I due nomi tra l’altro, Graziano e De Furia, compaiono nell’elenco degli ammessi alla graduatoria dei dg già dai tempi della regnanza di Oliverio. Il decreto poi dispone che «ciascuna rosa di candidati potrà essere utilizzata anche per il conferimento di ulteriori incarichi di direzione generale presso l’Azienda alla quale è riferita, nell’ipotesi di decadenza, dimissioni o mancata conferma del direttore nominato, purché i candidati successivamente prescelti risultino ancora inseriti nell’elenco nazionale di idonei e la stessa rosa sia riferita ad una selezione svolta in una data non antecedente agli ultimi tre anni». Toccherà quindi, alla fin fine, al commissario Occhiuto “pescare” da elenchi di cui già si conoscono i contorni e i partecipanti. Basta esserci negli elenchi e decide il vertice, a prescindere dai titoli di merito. Ma peserà e quanto potrebbe pesare la bocciatura del bilancio di previsione 2023 ad opera del collegio sindacale per Antonello Graziano? Chissà. A giudicare dalla uscita del senatore Occhiuto in Aula, con decibel a sponsorizzare Graziano, poco o nulla ma non è chiaro fino in fondo cosa potrebbe accadere da qui in avanti.
Intanto Elga Rizzo ha rinunciato all’incarico di direttore amministrativo dell’Asp di Catanzaro. La manager avrebbe declinato l’offerta “per motivi personali”.
Preso atto della rinuncia il commissario Vincenzo Spaziante ha disposto che il competente ufficio provveda a pubblicare un nuovo avviso.
Nei giorni scorsi, oltre a Elga Rizzo, Ilario Lazzaro era stato scelto come direttore sanitario.
I.T.
relazione-bilancio-preventivo-2023