Pd, è la commissione nazionale a chiudere la “porta” a Oliverio

Delibera delle ultime ore firmata dalla presidente Silvia Velo, molto vicina ad Andrea Orlando. Per l'anno in corso di tesseramento e per quello a seguire niente tessera a chi ha fatto gara in elezioni amministrative sotto altri simboli

Niente tessera di partito per l’anno in corso di tesseramento e per l’anno a seguire nei confronti di chi ha fatto gara in elezioni amministrative recenti sotto altri simboli concorrenti al Pd, incluse liste o raggruppamenti civici. Come nel caso di Mario Oliverio che ha corso per la presidenza della Regione nel mentre la sigla di partito consegnava il suo formale sostegno ad Amalia Bruni.
Questa la formale e ultima decisone siglata in queste ore dalla commissione nazionale di garanzia del Pd presieduta da Silvia Velo, che definire assai vicina alle posizioni di Andrea Orlando è dire poco. Si legge infatti, testualmente, che «la Commissione nazionale di Garanzia, riunitasi in via telematica, vista la richiesta di parere della Presidente della Commissione nazionale per il Congresso del 10 febbraio 2023;
delibera: 1) in merito alla richiesta sub A): “precisare il significato dell’art. 4, comma 10,
(dello Statuto del PD) e specificamente come si debba calcolare il limite
temporale ivi indicato”. L’art. 4, comma 10, dello Statuto del PD contempla la
fattispecie di soggetti che – iscritti regolarmente al PD – siano candidati in liste
alternative al PD, o comunque non autorizzate dal PD, in occasione di elezioni
amministrative. In tal caso tali soggetti sono esclusi dall’Anagrafe degli iscritti
e dall’Albo degli Elettori e non possono essere iscritti per l’anno in corso e quello
successivo. Per meglio identificare il limite temporale, per “anno in corso e
quello successivo” si intende l’anno relativo alla campagna di tesseramento al
PD, che può non coincidere con l’anno solare.
2) In merito alla richiesta sub B): “chiarire quale sia il rapporto tra l’art. 55 e
l’art. 4 dello Statuto e in particolare chiarire se l’art. 55 disciplina una vicenda
che supera e assorbe quella disciplinata dall’art. 4, comma 10”. L’art. 4, comma
10, dello Statuto disciplina la fattispecie già descritta al punto precedente, che
qui si intende espressamente richiamato. L’art. 4, comma 9, disciplina la
fattispecie di soggetti non iscritti al PD che risultano iscritti ad altri partiti o
movimenti politici o che aderiscono a Gruppi diversi da quello del PD all’interno
di Assemblee elettive. Tali soggetti non possono iscriversi al PD fino a quando
perdurano le condizioni descritte. L’art. 55.1.1 dello Statuto del PD sancisce che
possono prendere parte al processo costituente, oltre agli iscritti al PD che
abbiano rinnovato l’adesione per l’anno 2022, anche gli iscritti ad altri partiti e
movimenti politici, alle associazioni e movimenti civici che, con deliberazione
dei propri organismi dirigenti, aderiscano al processo costituente, nonché i
cittadini che affermano la volontà di partecipare al processo costituente
sottoscrivendo l’appello alla partecipazione con una adesione certificata, anche
nella modalità online. L’art. 55.1.1 dello Statuto non deroga espressamente l’art.
4, commi 9 e 10. Pertanto, al fine di non creare un contrasto insanabile tra norme
di pari rango, vale a dire norme diverse dello Statuto del PD, è evidente che le
norme richiamate disciplinano fattispecie diverse. Più specificatamente, se un
soggetto ricadente nelle fattispecie previste all’art. 4, commi 9 e 10 risulta
iscritto ad altri partiti, movimenti politici o associazioni e movimenti civici che,
con deliberazione dei propri organismi dirigenti, hanno aderito al processo
costituente, si applica l’art. 55.1.1 dello Statuto. In caso contrario, si applica l’art.
4, commi 9 e 10 dello Statuto». Firmato, la Presidente della Commissione nazionale di Garanzia Silvia Velo notoriamente molto vicina ad Andrea Orlando. Un “no” secco quindi al tesseramento di Oliverio che arriva direttamente dalla commissione nazionale di garanzia proprio in queste ore e che certifica l’esclusione dal partito dell’ex presidente della regione per almeno tutto il 2024. E che sia soprattutto legata a norma statutarie nazionali, la faccenda, ne è prova la stessa e ultima sortita di Gianni Cuperlo che nel ribadire, a suo parere, la negatività delle “porte chiuse” come principio di fatto però non addebita la decisione al partito regionale ma scrive direttamente a Letta. È “Roma”, in buona sostanza, che ha messo la parola fine. E ha chiuso la porta ad Oliverio.

I.T.