«Creare le condizioni per non fuggire dalla Calabria, questa è la vera sfida»

Dorina Bianchi, candidata e capolista con +Europa ed Emma Bonino: viabilità, infrastrutture materiali e immateriali, soprattutto legalità, la partita è qui. «Con la destra questo Paese andrà a sbattere». «Con i fondi Ue coprire il 90% degli aumenti in bolletta per famiglie e imprese»

Chi si rivede...

«Mai scomparsa dalla mia terra, mi creda. Faccio il medico e produco un ottimo vino e un ottimo olio…».

Le converrà mosto a “fuoco lento” da qui in avanti. Callipo manda in cassa integrazione parte dei suoi dipendenti, i Comuni sono a luci spente, ospedali e cliniche private con le stufette pronte. Se ne esce solo cuocendo la pasta nell’acqua a fuoco spento?

«Sono pillole spot, palliativi. Per carità, il risparmio energetico diventa importantissimo ma non è risolutivo. Per risparmiare devi averla l’energia e qui si rischia di dividersi il niente tra non molto…».

Vie d’uscita?
«Bacchette magiche non ne ha nessuno, soprattutto in questo campo. È chiaro però che al Sud e in Calabria un bel pezzo di energia lo potrebbe fornire “madre natura” con il fotovoltaico e più in generale con le energie da fonti rinnovabili ma i nostri parchi e i nostri impianti sono pochi e alcune volte non funzionanti anche perché si resta imbrigliati nella burocrazia lenta e “assassina”. Più in generale ora più che mai diventa essenziale aumentare la produzione di energia da fonti alternative e cioè fotovoltaico, eolico, termovalorizzatori. Non meno importante è poi l’efficientamento energetico, il super bonus, che poi vuol dire risparmio energetico nel breve termine. Lo si dovrebbe orientare anche per gli impianti di pubblica illuminazione. E questo solo per restare alla diversificazione delle fonti e al contenimento della spesa. Bisogna poi iniziare a parlare della possibilità offerta dal Pnrr che prevede un miliardo per la realizzazione delle comunità energetiche».

Comunità energetiche?

«Sono soggetti giuridici senza scopo di lucro formati da enti pubblici locali, aziende, attività commerciali o cittadini privati, i quali scelgono di dotarsi di infrastrutture per la produzione di energia da fonti rinnovabili. I fondi ci sono, sono quelli del Pnrr. Dopo di che questa energia può essere rimessa nel mercato a beneficio delle imprese a costi, ovviamente, molto ridotti soprattutto per quei settori centrali per la convivenza civile, penso alla sanità sia pubblica che privata. C’è poi da mettere mano anche alla incongruenza del prezzo delle energie rinnovabili, una legge lo tara al prezzo più alto tra le energie non rinnovabili e cioè, attualmente, il gas. Non è giusto questo e provoca diseconomie e improduttività. Ma prima di tutto questo, mi creda, serve un intervento imponente per la “salute” della nostra società. Qui si rischia grosso…».

Catastrofista?

«No, realista. Servono scelte urgenti che evitino la paralisi del sistema produttivo e la perdita di migliaia e migliaia di posti di lavoro. Un disastro».

Soluzioni?

«Con i fondi europei coprire il 90% dell’aumento in bolletta per Comuni, piccole e medie imprese e famiglie. Questo da subito. Un bonus per salvare il tessuto economico e sociale del Paese. Sennò salta tutto anche perché in pochi parlano il linguaggio della verità».

Sta dicendo che c’è umanità politica in giro che sta vendendo fumo in queste ore?

«E ha bisogno che lo ricordi io questo? Ha bisogno di me per rintracciare nomi e slogan? Suvvia, c’è il “mercato” delle promesse in giro e via etere. Purtroppo però la realtà è più severa e non consente di giocare con le chiacchiere e abbiamo visto che è successo con Draghi. Giochi di prestigio lo fanno fuori da Palazzo Chigi salvo poi supplicarlo di riaprire il Parlamento per il ddl aiuti e per rintracciare soldi per le bollette, senza contare che è anche sulla sua bozza che il Consiglio europeo il 15 discuterà di interventi per i Paesi membri in materia di energia».

Secondo lei chi e perché ha mandato a casa Draghi…

«Perché non glielo so dire. Chi lo ha fatto invece è noto a tutti. Ha iniziato Conte, più o meno consapevolmente. Ma sono stati poi Salvini e Berlusconi ad accompagnarlo alla porta. La destra ha fatto i suoi conti elettorali, probabilmente sulla pelle degli italiani. Ma rischia di averli fatti male i conti perché a luci spente e alla canna del gas non sarà facile governare…».

Convinta pure lei che vincerà la destra?

«Leggo anche io i sondaggi come li legge lei e li leggono tutti. Diciamo che è l’ultima cosa che mi auguro al mondo ma non sarei sorpresa se a vincere dovesse essere la destra».

L’ultima cosa che si augura?

«E certo, ci mancherebbe. Per convincimento politico, sociale, economico e mi consenta anche di umanità. La destra porterà definitivamente a sbattere questo Paese perché ha una visione depressiva, non moderna ed europea. Noi di +Europa ci battiamo per diritti civili, socialità, condivisione, concretezza, democrazia. E Mezzogiorno, scomparso dall’agenda politica di tutti. Me ne rintracci uno di questi paradigmi nel programma di Meloni».

Emma Bonino dice però che la rispetterà, dovesse vincere, anche se non condivide una sola sua parola…

«Ha ragione, tutti la rispettiamo e la rispetteremo, dovesse fare il premier. Non è questo il punto, l’Italia ha già consumato tutti i suoi passaggi di democrazia e ogni forza che siede in Aula è degna di starci. Dopo di che ci sono i contenuti e per quanto riguarda la destra sono raccapriccianti…».

Facciamo fatica però a rintracciare i contenuti di sinistra in questa campagna elettorale… 

«Questo è un altro tema, non meno grave. E non privo di danni per la società».

A proposito, che ci fa lei con Emma Bonino?
«Abbiamo avuto e abbiamo visioni non proprio coincidenti in materie anche intime e solenni come alcuni diritti. Del resto +Europa è un movimento che unisce anzitutto intorno a una prospettiva di un’Italia sempre più europea, prospettiva che unisce laici e cattolici. E poi sa qual è la ricchezza e anche la gravità di questa fase politica? Che ha tratti costituenti. È una fase epocale, catalizza e coinvolge chi ha spessore, umanità, visione. Ed Emma Bonino è “gigante” in tutto questo e poi la sua intuizione con +Europa è centrale, soprattutto per il Mezzogiorno e la Calabria».

Già, la Calabria. Che sta emergendo in questa campagna elettorale?

«Vuole la verità? Poco, pochissimo. Secondo me ognuno è preoccupato solo di riuscire ad entrare in Parlamento. Temi per la Calabria e per il Sud non ne vedo, non ne vedo proprio. Viabilità, infrastrutture materiali e immateriali. Pensi alla banda larga. Annunciata, sponsorizzata, lottizzata e venduta salvo accorgersi che non c’è. In Calabria non c’è la banda larga. E poi il lavoro, la concretezza nello stare vicino per davvero alle imprese e agli imprenditori calabresi. Il tutto garantito da sicurezza e legalità. Senza sicurezza e legalità se ne andranno pian piano tutti da questa terra e noi dobbiamo fermare queste “trasferte” senza ritorno. Chi ama la Calabria deve adoperarsi per costruire qui il futuro dei propri figli…».

Lei però tutto può dire tranne che rimanere sorpresa da questa regnanza politica che si occupa poco di questi temi. Lei stessa ha conosciuto molto bene la stanza dei bottoni romana…

«È così. Non sono “nuova” e non voglio esserlo nel senso che non sta scritto da nessuna parte che chi conosce e ha praticato politica e amministrazione debba partire svantaggiato. Al contrario, dovrebbe essere un punto a favore. Vale per tutti e per tutto la drammatica stagione che ci lasciamo alle spalle. In politica non basta, e persino a tratti non serve, andare forte sui social e negli incontri virtuali. Abbiamo visto dove porta questa strada. Al contrario, per la soluzione del problemi, la politica richiede concretezza ed esperienza. Stare sul campo, tra le cose “vere”…».

Domenico Martelli