Tutto si augurava, Roberto Occhiuto, tranne che trovarsi nel cuore dell’estate al suo primo (e forse ultimo) grande incrocio della sua brillante carriera politica. Molto prima di Renato Brunetta, per intenderci. E tutto si augurava, il presidente della Regione, che trovarsi anche nelle condizioni intime più delicate possibili e il tutto a pochi mesi dal trono della Cittadella. L’amica di sempre, Mara (Carfagna), lascia Forza Italia dopo la “cacciata” di Draghi che si tinge anche di azzurro. E Mariastella (Gelmini) fa la stessa cosa, a parità di amicizia e new generation con Roberto. Proprio loro, al netto della stratificazione geografica tra la Bergamasca e il profondo Sud, protagonisti dell’ormai ex corrente di Forza Italia più all’avanguardia che c’era. E’ toccato all’altra amica di Roberto, Ronzulli, terminare iconograficamente la drammatica fase con gli xanax consigliati a Mariastella Gelmini, metafora di un partito rotto e che non c’è più, con quel che rimane industrialmente e futuristicamente ridotto a portare qualche secchio d’acqua ai comizi di Salvini e Meloni.
Ed è tutto qui, scusate se è poco, l’incrocio intimo di Roberto Occhiuto in quanto militante da una vita della sintesi più democristiana che c’era in Forza Italia. Proprio lui, Occhiuto, che a poche ore dalla “cacciata” di Draghi stende un paio di note stampa a scongiurare quello che poi è accaduto. Della serie, mai senza Mario e soprattutto ora. Chi l’avrebbe mai detto che anche di “azzurro”, del suo colore d’appartenenza, si sarebbe tinta la “cacciata” di Mario Draghi? E ora? Che si fa e soprattutto che fa la versione politicamente più intima di Roberto Occhiuto? Segue cuore e generazione e persino ragione con Carfagna e Gelmini oppure la maglietta del partito che gli ha donato carriera e poltrone ma che ora è rattrappita e sbiadita? Non tutti vorrebbero essere al suo posto perché l’incrocio non è semplice, non è semplice per niente. Perché c’è del romantico dietro ma anche del calcolo, che a volte deve essere persino azzardato nel senso che c’è da scegliere ora, poi è troppo tardi. Roberto Occhiuto intravede più futuro e senso politico nella sua permanenza in Forza Italia, sigla sostanzialmente gregaria in prospettiva rispetto alle forze sovraniste e populiste di Salvini e Meloni? O al contrario rintraccia più “arrosto” nella intifada centrista di bella generazione con asse tutto spostato sull’agenda Draghi (che poi era e rimane anche la sua agenda)?
Attenzione perché l’incrocio poi è anche istituzionale, resta sempre di Roberto Occhiuto ma stavolta in qualità di presidente di Regione. Se decide di stare a portare “acqua” alla cavalcata di Meloni governerà poi facilmente una Cittadella che dovesse avere ancora Draghi sullo sfondo? Ovviamente vale anche il contrario e cioè che se dovesse smarcarsi da (questo) centrodestra poi potrebbe ritrovarselo contro (da Palazzo Chigi) con tutto quello che questo significa. E che dire di una maggioranza in consiglio e persino una giunta regionale che cambierebbero totalmente se dovesse, il presidente, decidere di scegliere la strada dell’agenda Draghi in campagna elettorale?
Certo avrebbe preferito non scegliere, Roberto Occhiuto. In qualità intima e ancor di più da presidente di Regione. Ma dovrà farlo, gioco o forza. Non fosse altro perché c’è il fratello Mario (poco) alla finestra. Anzi, è già sceso nel “cortile”. Pronto a una corsa per il Senato con la maglietta di famiglia di Forza Italia. Farebbe parte del pacchetto anche con l’agenda Draghi? Chissà…
I.T.