350 milioni di euro da “acchiappare” nell’ambito del Pnrr, sgomitando tra Regioni al tavolo del governo che entro sabato deve chiudere la partita. È pronto il piano della Regione e di Roberto Occhiuto, la gran parte delle altre Regioni hanno già siglato le loro intese in base alla “fetta” stabilita su scala nazionale. Si tratta, prevalentemente, di soldi che servono per le centrali operative e per gli ospedali di comunità, opere ovviamente infrastrutturali. 61 case della comunità, 21 centrali operative territoriali, 5 interventi per l’interconnessione delle centrali operative territoriali e altrettanti per la fornitura di device e 20 ospedali di comunità.
Ci sono poi 193 milioni di euro (182 del Pnrr e oltre 10 della Regione) per una serie di interventi da realizzare sugli ospedali e cioè digitalizzazione dei dea di primo e secondo livello, la fornitura di grandi apparecchiature, l’adeguamento e il miglioramento sismico delle strutture ospedaliere, l’integrazione da parte della Regione Calabria di quattro nuovi flussi informativi e un corso di formazione in infezioni ospedaliere per almeno 11.707 dipendenti del servizio sanitario regionale.
Un passo importante verso la definizione della “fetta” calabrese del Pnrr, il piano di ripresa e resilienza che destina una potenziale cascata di euro per tutte le Regioni (molte hanno già sottoscritto gli accordi con il governo).
Di altra natura invece, e al momento esoterico perché è assente, il programma operativo triennale che la Regione avrebbe dovuto presentare già a dicembre e che è ormai in scaletta a luglio al tavolo Adduce (previa approvazione preliminare dei rispettivi ministeri). Si tratta della “bibbia” della sanità di Calabria, il testo (che ancora manca) che di fatto consente alla “macchina” della salute di stare in piedi e proseguire. La spesa per il personale, le forniture, il budget per la sanità pubblica e per quella privata. L’intera “torta” per i prossimi tre anni, questo è il programma operativo triennale. Che ancora non è stato presentato.
M.V.