La gara per i gadget diventa “buccia di banana”…

In una nota il sindacato Direl interviene sull'annunciata “purga” dirigenziale di Occhiuto (che però al momento non c'è stata): la politica non può rimuovere atti burocratici amministrativi né chi li ha firmati. E allora chi lo paga il “conto”?

Il lunedì della “purga” dirigenziale è passato indenne e senza conseguenze per nessuno. Nessun dirigente è stato rimosso né fatto transitare altrove, nonostante “l’annunciazione” social di Roberto Occhiuto. La gara per i gadget impiantata su piattaforma Mepa senza copertura finanziaria, “sanata” con i quattrini di una variazione di bilancio post mortem, affidata con dirigenza nuova di zecca salvo poi essere silurata via facebook da Occhiuto ancora non lascia sul campo “vittime”, anche se i “feriti” si intravedono. E a complicare maledettamente la concretizzazione “dell’annunciazione” di Occhiuto ecco una nota tecnica assai del sindacato Direl. Una sigla che vive e si nutre di apparato burocratico regionale. Della serie, la politica non può annullare atti firmati da dirigenti regolarmente deputati a farlo né può rimuovere dirigenti. A meno che non siano intervenute altre faccende e altre anomalie che però competono ad altri uffici, di quelli con le divise. Si “naviga” all’interno della mai revocata legge Bassanini, la separazione del potere politico della Regione rispetto a quello burocratico e amministrativo.
«Le dichiarazioni del Presidente Occhiuto apparse sul suo profilo FB e riguardanti la revoca di un provvedimento dirigenziale e la rimozione del dirigente regionale che lo ha adottato ci lasciano basiti e profondamente perplessi – tuona Direl». «La delegittimazione attuata sui social dell’intera categoria dirigenziale ed esprime profonda solidarietà ai colleghi dirigenti coinvolti nella vicenda».
«Si rammenta che l’ordinamento giuridico italiano è caratterizzato dalla separazione tra la sfera politica e quella gestionale amministrativa, sicché gli organi politici non possono interferire sull’adozione dei provvedimenti dirigenziali e non possono revocarli, modificarli, o annullarli, essendo tale potere in capo ai dirigenti stessi; né, tantomeno, l’organo politico ha il potere di rimuovere i dirigenti che adottano provvedimenti non graditi». Nella fattispecie, spiega la nota del sindacato, «occorre rilevare che il decreto del Dirigente del Settore n. 5443 del 18 maggio 2022 ha ad oggetto l’affidamento della fornitura di gadgets da parte di una Ditta selezionata ai sensi di legge mediante procedure Mepa ed esplorazione di mercato e richiesta di preventivi, per come si evince dal medesimo Decreto, in conformità e attuazione del Piano Esecutivo Annuale d’Immagine e Promozione Turistica 2022 di cui alla DGR n. 59 del 2022, trattandosi di un mero atto esecutivo-gestionale della pianificazione stabilita dall’organo politico. Si sottolinea, altresì, che i singoli provvedimenti dirigenziali non devono essere supervisionati dal Presidente della Giunta regionale, poiché ove si avvalorasse tale prassi si pregiudicherebbe l’imparzialità ed il buon andamento della P.A., nonché l’autonomia dirigenziale che ne costituisce un presupposto indefettibile; nella fattispecie, il provvedimento dirigenziale è stato sottoposto ai controlli di rito prima di essere registrato e numerato».
«In ogni caso – continua la nota – ove l’organo politico avesse avuto delle riserve da manifestare nei confronti della legittimità del provvedimento o della sua conformità alla DGR n. 59 del 2022, avrebbe potuto formulare i dovuti rilievi alla dirigenza in forma rituale ed ai sensi di legge e non mediante l’uso dei social. Infine, si ritiene davvero infelice l’affermazione: “Tutti, anche i dirigenti, devono sapere che da sei mesi è cambiata la musica”, frase gravemente lesiva della dignità dei dipendenti pubblici. Questa organizzazione sindacale si riserva ogni azione opportuna a tutela della dignità della categoria dei dirigenti e dei dipendenti pubblici».
Il messaggio è più luminoso del Sole. Il presidente Occhiuto, secondo Direl, ha tutto il potere del mondo per intervenire sul regno della politica in Cittadella. Ne ha meno, molto meno, su quello burocratico. Che siano atti o dirigenti da “punire” e a prescindere poi se si muovano autonomamente (improbabile) o su input proprio della reggenza politica se la prassi consolidata è stata seguita è intoccabile l’esito a meno che non intervengano “altri discorsi”. Per cui, a rileggere tra le righe Direl, come fa Occhiuto a considerare impresentabile l’affidamento per i gadget? Non è congruo il prezzo? Non è razionale l’investimento, anche se “sanato” con una variazione di bilancio e con Occhiuto stesso presente in giunta? Oppure non è “opportuno” il vincitore, non è cosa, e allora chissà perché?
In ogni caso, soprattutto in quest’ultimo caso, è il potere politico che può agire solo all’interno di se stesso…

I.T.