È rottura tra Orsomarso e Occhiuto, «ci sono rimasto male…»

In un video su facebook l'assessore difende il decreto fatto revocare, difende i dirigenti (anche se la Aquino si è dimessa lo stesso), difende la società beneficiaria e non nasconde delusione nei confronti del presidente, «era più opportuno sentire prima me...»

«Ci sono rimasto male. Era più opportuno sentire prima me».
Impossibile stavolta mandarle a dire, la “linea del fronte” è stata superata e ci sono le pedate per terra. «Ci sono rimasto male». Con queste precise parole Fausto Orsomarso manda un messaggio pubblico e chiaro al presidente della Regione, Roberto Occhiuto. Il suo presidente della Regione.
Lo fa a distanza di quattro giorni. Giorni che, a pensarci bene, avrebbero dovuto e potuto distendere gli animi considerata anche la marcia indietro di Roberto Occhiuto sulla sua posizione di cacciare i dirigenti «perché tutti devono sapere che da 6 mesi la musica è cambiata». Ma a quanto pare così non è del tutto, gli “strumenti” in gran parte quelli sono rimasti.
Orsomarso è un vero e proprio fiume in piena “contenuto” a stento in un video facebook. Prima presenta il logo di “Calabria Meravigliosa” poi la sua stanza, la sua scrivania.
Cerca di apparire sereno e disinvolto ma la tensione in quella stanza si “tocca”.
Si siede al suo tavolo da lavoro e l’impressione è che non parli al pubblico che lo segue ma direttamente al presidente Occhiuto. Racconta che quattro sere fa stavo uscendo contento dallo stadio per la vittoria del Cosenza quando ad un tratto vede il post su facebook del presidente Occhiuto sui gadget e ci rimane male. Molto male. Anche perché non è facile andare lontani dalla lettura del post di Occhiuto. Un chiaro segnale, con evidenza pubblica, della mancanza di fiducia del presidente nei confronti del suo assessore al Turismo.
Impossibile leggerla diversamente. Una volta venuto a conoscenza del decreto (ammesso che non lo conoscesse già) Occhiuto, secondo la prosa video di Orsomarso, avrebbe dovuto alzare il telefono e chiamare il suo assessore per chiedere, approfondire, anche solo farsi spiegare. Così non è stato. Non ci ha pensato proprio Occhiuto. Orsomarso lo sa, lo sa molto bene questo cosa significa in termini politici e fiduciari (una giunta si impianta su questo). E non a caso tentenna quando si tratta di giustificarlo per “forma”, «credo che noi in questo ruolo viviamo tensioni quotidiane, sicuramente il presidente avrà pensato di fare una cosa opportuna per questa terra ma (ecco che il sorriso amaro si accentua) era più opportuno sentire prima me».
Non semplice pretendere di più in termini di “rottura”. Anche perché, incalza ancora Orsomarso, «io sono il responsabile del mio dipartimento, quindi se domani qualcuno fa un acquisto di pop corn io lo vengo a sapere…».
Quindi Orsomarso va oltre e si intesta mediaticamente, qualora ce ne fosse bisogno, il decreto da 160mila euro per i gadget fatto poi revocare da Occhiuto con l’unica “mano” possibile, quella dei dirigenti che aveva annunciato di voler cacciare (la Aquino si è fatta fuori da sola). Lo fa, Orsomarso, in difesa di quello che dice chiaramente essere stato un suo atto di indirizzo ma lo fa anche in difesa dei suoi dirigenti e funzionari e anche della società che ha avuto l’affidamento diretto (ma precisa che non li conosce…). Di fatto, sostanzialmente, puntando a far rimbalzare la palla nell’altra parte di campo, proprio quella di Occhiuto che è presente in giunta quando si indirizza analiticamente quella somma per i gadget.
È evidente, nel video e nell’esegesi, che Orsomarso marca un solco netto che mette lui da una parte ed Occhiuto dall’altra. Ed è anche evidente che pone, a chi segue il video, le sue ragioni in contrasto a quelle date dal presidente della Regione. Sottolineando, tra l’altro, che lui fa parte di una forza politica che ha dato un importante contributo affinché Occhiuto trionfasse (Occhiuto, a poche ore dallo scrutinio, ha subito precisato che avrebbe vinto «pure senza Lega e Fratelli d’Italia»). Prova a buttarla e a trincerarsi in politica, Fausto Orsomarso. Utilizzando la dialettica e i rapporti di forza tra partiti all’interno del centrodestra (Meloni è evidentemente “braccio di ferro”). Non a caso, forte di questo, difende a spada tratta gara e procedure e soprattutto dirigenti. «Nel momento in cui si produce un atto -afferma – questo verrà pubblicato, i dirigenti non sono dei folli anzi hanno fatto un lavoro straordinario». Della serie, l’indirizzo è politico (quindi suo), la variazione di bilancio è di tutti (quindi anche di Occhiuto) dopo di che i dirigenti fanno “solo” i dirigenti.
Difende la “sua” squadra Orsomarso e la difende proprio da Occhiuto e dal suo post d’attacco. Elogia il lavoro e la serietà professionale della dg Cauteruccio, del funzionario Fregola, sovraccarico di lavoro e della dirigente Gina Aquino (che nel mentre si è dimessa nel silenzio generale). Difende anche l’azienda che ha avuto l’affidamento diretto «giovedi mattina se riesco andrò a trovarli. Immagino la sofferenza di gente che ha lavorato con impegno e serietà per costruirsi una reputazione».
Parla di “opportunità” Orsomarso rimarcando che questo tipo di investimenti, rivolgendo al presidente della Regione la seconda stoccata, «sono investimenti opportuni, fatti da chi ha un grande senso di responsabilità. Abbiamo vinto le elezioni anche per fare questo. O no?».
Già. Certamente anche per fare questo. Ad un prezzo più contenuto però, “sentenzia” Occhiuto. Che però è presente in giunta quando si destina la “cifra” per i gadget (rimbalza in qualche modo Orsomarso).
Quindi non vanno bene i quattrini o non va bene a chi sono stati assegnati? Difficile ma non impossibile rintracciare dove sta il “vero”. Un po’ più semplice è invece trovare le tracce contemporanee del rapporto fiduciario tra Occhiuto e Orsomarso. Semplicissimo anzi. La fiducia è sparita nel nulla…

F.R.