Terme Luigiane, Occhiuto va avanti (ma il prezzo è destinato a crescere…)

Nelle ultime ore riunione in Cittadella tra il presidente della Regione e i vertici della Sateca. Si continua a perseguire il più complesso progetto delle acque termali solo pubbliche (con successiva concessione a privati). Ma l'asticella per l'acquisto da parte di Fincalabra è da rivedere verso l'alto

Roberto Occhiuto va avanti, decisamente avanti. E non molla di un centimetro rispetto all’idea progettuale delle terme di Calabria interamente a capitale pubblico, salvo poi ovviamente concederle a nuovi privati (o nuovo privato) per la gestione. Improbabile che Fincalabra sia in grado, come storico e come retaggio, di erogare servizi sanitari. Il progetto uno resta e riguarda l’intero compendio termale calabrese ma va da sé che al netto di qualche millimetrica presenza quasi faunistica in giro per la Calabria il grosso delle terme, con le acque più salubri d’Europa, riguarda le terme Luigiane a metà strada tra Guardia Piemontese e Acquappesa. È quella la partita delle terme, il resto in giro per la regione conta davvero poco.
Ed è tanto vero questo che nelle ultime ore c’è stata una riunione in Cittadella proprio con Occhiuto da una parte e i vertici di Sateca dall’altra. Analisi, prospettive, visioni, disponibilità. E una “base” mai smentita che “il Fatto di Calabria” ha reso pubblica, una offerta di 14 milioni di euro da parte di Fincalabra per levarsi sostanzialmente dai piedi Sateca comprando impianti e alberghi. Sateca naturalmente, società con 500 soci, riflette assai seriamente attorno all’offerta della Regione per tramite di Fincalabra ma è chiaro più o meno a tutti che è un prezzo, in milioni, destinato ad essere rivisto verso l’alto (18-20) se si tiene conto (e Sateca ne terrà conto) dei presunti danni che la paralisi fin qui ha generato all’azienda e ai 250 dipendenti. Quella che sta per arrivare è la terza estate che vedrà le terme Luigiane chiuse, impossibile prima di 3 mesi metterci mano e far defluire le acque nello stabilimento anche se la cessione si concretizzasse domani. Il “dipinto” è questo del resto, tre estati consecutive con stabilimento chiuso e acque termali che i Comuni hanno deviato nelle sterpaglie pur di non far proseguire l’attività ordinaria (a costo zero le terme sarebbero sempre rimaste aperte fin qui ma è stato impedito). E 250 dipendenti che per 8 mesi l’anno hanno sempre lavorato e che ora sono senza stipendio perché privando Sateca di bando di gara e di acque da gestire in prorogatio sono rimasti inevitabilmente a casa.
Non è difficile immaginare che la somma dei presunti danni subiti porterà ad un totale diverso per quanto riguarda Sateca. Che pur accogliendo come interessante l’offerta di 14 milioni di euro di fondi pubblici (da ricordare sempre che a costo zero le terme non avrebbero mai chiuso né chiuderebbero mai) inevitabilmente riguarderà al rialzo il prezzo complessivo della possibile vendita. Fissandolo tra i 18 e i 20 milioni di euro.
La qualcosa, ne sono certi tutti, non scoraggerà più di tanto il progetto della Regione e del presidente Occhiuto. Il progetto delle terme tutte di proprietà pubblica. Viene prima il progetto, del resto. Poi, è chiaro, c’è da individuare il soggetto che un minuto dopo (o un minuto prima) si dovrà occupare della futura gestione.
Progetto e poi soggetto. Lo schema è questo. Altri i tempi in cui attorno a un soggetto solo si costruiva con fondi pubblici tutto il progetto. O no?

I.T.