«Cambieremo la sanità, tanti i centri di potere che la condizionano». «Riapriamo subito 3 ospedali e assumiamo 2500 tra personale sanitario e non». E poi ancora, «colpa delle aziende se fin qui non si è mosso nulla». E per concludere, «a Roma erano abituati a bacchettare i vari commissari convocati al Tavolo ma stavolta hanno trovato uno che propone e non che subisce».
Roberto Occhiuto, il commissario e presidente Roberto Occhiuto, del resto lo ha detto sin dall’inizio. Sulla sanità mi gioco tutto e tutto si giocano i calabresi. Ed è per questo che s’è battuto già nei preliminari delle (scontate) urne per averla in mano come presidente e commissario, la sanità di Calabria. E l’ultimo Tavolo Adduce, il rituale summit romano con il ministero a far carte e visionare prospettive della salute conterranea, lo descrive ai confini del trionfale. Inedito, di quelli mai vissuti prima in termini di positività. Se è così, se è davvero così, i conterranei gli saranno solo grati e soprattutto scopriranno d’aver perso inspiegabilmente almeno 10 anni rincorrendo falsi gendarmi. Se è così, se è davero così, Roberto Occhiuto si candida agevolmente a vincere la partita delle partite per i calabresi, quella della salute disgraziata e disastrata.
Ma è davvero così? Davvero tutto così rosa il Tavolo Adduce? Sorride così tanto? È proprio tutto oro quello che (non) luccica?
L’analisi che si muove, che filtra e che circola “sotto” il Tavolo, al contrario, fa da prosa invece ad un’altra narrazione. Più “grigia”, più severa. Con meno sorrisi e più ombre sullo sfondo. Con più incognite, anche non di poco conto.
A cominciare dalla distinzione tra piano e programma operativo. Il piano si articola dopo la programmazione ed è indispensabile la sua formulazione ogni 3 anni. Longo ha goduto di quello ereditato dal precedente ufficio del commissario e valido fino al 31 dicembre del 2021. Un minuto dopo (ma meglio ancora un minuto prima) avrebbe dovuto pensarci l’attuale ufficio del commissario. E invece il programma ancora non c’è. Naturalmente dal programma devono venire fuori tutte le strategie volte a migliorare le performance di salute per i calabresi anche perché da questo dipende pure l’assegnazione delle quote per i privati (sulla scorta della programmazione pubblica). Non solo, passano mesi per il programma e passeranno altri lunghi giorni per averlo (al netto di correttivi) con la preventiva approvazione del ministero. Senza questa approvazione messe non se ne possoco cantare.
Il programma triennale quindi è in ritardo, occorre poi la preventiva approvazione a luglio in sede di Tavolo e infine il decreto. Ci vorrà l’autunno (come minimo) per avere le carte in regola. Se va tutto bene si viaggia mediamente con un anno di ritardo.
Ma che succede invece se il ministero non approva il programma operativo? Meglio pensare in positivo, tragico il contrario. Davvero tragico.
Mediaticamente infallibile poi il colpo delle assunzioni, 2.500 tra sanitari e non. Ovviamente, niente di inventato dal nulla nel senso che i due precedenti uffici del commissario le carte le avevano predisposte in tal senso. Le aziende sanitarie e ospedaliere, chissà perché ma conviene non pensar male, non procedono e non utilizzano in questa direzione i milioni di euro ma va anche detto che la Regione non ha coordinato i fabbisogni del personale nel senso che non ha chiesto alle aziende stesse la programmazione del fabbisogno risorse umane. Perché? Le valutazioni sono state fatte sul management di aziende sanitarie e ospedaliere? E come? Positive o negative? L’ultimo fabbisogno del personale, per la cronaca, era stato elaborato dal precedente ufficio del commissario. Oggi “rispuntano” i denari per assumere (lo si poteva e lo si doveva già fare). Per incuria di Asp e ospedali (a pensar bene) ma nessuno (Regione in primis) ha spinto sull’acceleratore.
Impensabile poi non dare spazio “all’annunciazione” dell’apertura dei 3 ospedali cosiddetti di frontiera che sono ancora chiusi. Ma che sentenze dei tribunali ne prevedevano la riapertura già da qualche anno. Certamente da quando i precedenti dg ai commissari del tempo avevano nominato direttori di medicina e di altre specialità “amici degli amici” che avrebbero dovuto restituire una operatività nei presidi depauperati. Tutto insomma doveva essere riaperto e da un pezzo, anche con annessi direttori di specialità. Oggi, di fatto, non si apre nulla.
L’incrocio più delicato è però l’appuntamento di maggio. Ogni tre mesi la Regione deve corrispondere al ministero (Tavolo) i conti economici CE, riepilogando quanto inviano le aziende sanitarie e ospedaliere. Si fanno quindi le relazioni con l’ausilio dell’advisor Kpmg e poi si discute. Chiaramente le cose vanno argomentate sulla scorta delle attività ed è importante anche per l’assegnazione delle quote da utilizzare ed eventualmente reinvestire. Una partita di giro: ho speso tanto, magari anche troppo, ma ho avuto meno mobilità sanitaria, tanto per dire. È così che si crea efficienza. Occhiuto, sul punto, dice che ci si deve rivedere. Evidentemente, e razionalmente, non ha presentato nulla in extremis. Avrà chiesto un ulteriore rinvio ma nessuno può dire oggi con certezza che verrà accordato. E se non viene accordato?
Conviene pensare positivo, su tutto. L’eventualità contraria è meglio lasciarla perdere…
I.T.