Fratelli (“sfortunati”) d’Italia, Meloni aveva già “allontanato” Nicolazzi

Il sindaco di Petilia Policastro finito ai domiciliari per concussione sessuale

Post mortem, come si suol dire. Magari un po’ troppo tardi, anche se poi non è mai davvero troppo tardi. Ma almeno per una volta i Fratelli (sfortunati) d’Italia se la possono cavare in calcio d’angolo. E già perché il sindaco di Petilia Policastro, finito ai domiciliari per presunta concussione elettorale, è stato sospeso dal partito di Giorgia Meloni un mesetto fa per via di alcune imbarazzantissime intercettazioni telefoniche trascritte nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Catanzaro “Eleo”. Presunte, ma difficilmente solo presunte, infiltrazioni della criminalità organizzata nei meccanismi vitali delle amministrazioni comunali tra cui, appunto, Petilia Policastro. Non indagato in quel fascicolo, Nicolazzi tuttavia si lascia andare al telefono confermando in qualche modo che il Comune è a disposizione di chi lo ha aiutato, purché ci si sappia fare e senza rischi. Della serie, facciamo bene le “cose” e si può fare tutto. Lette queste intercettazioni, evidentemente, l’asse Meloni-Wanda Ferro ci mette poco a realizzare la cacciata dal partito e anzi è la stessa deputata catanzarese a chiedere lumi in commissione Antimafia. Oggi l’arresto per concussione elettorale per Nicolazzi, ma è presto per dire pericolo scampato per Fratelli d’Italia. Dalle ultime urne in poi, regionali e comunali sparse in giro, diverse “sfortune” a partire ovviamente dall’inciampo giudiziario di Creazzo, consigliere regionale. Proprio in consiglio regionale puntava ad entrare Nicolazzi, primo dei non eletti nel gennaio 2020 battuto da Pietropaolo. Resta per Nicolazzi, che peraltro è il suocero di un importante magistrato un tempo anche in servizio in Calabria, il trionfo comunale. Stracciati gli avversari. A quanto pare, però, non senza conseguenze…