La fondazione Gimbe nel consueto report sulla pandemia rileva che delle dosi previste per il primo trimestre 2021, al 24 marzo (aggiornamento alle 6.01) risultano consegnate alle Regioni 9.911.100 dosi (63,1%), al netto di ritardi di notifica. Ad aver completato il ciclo vaccinale con la seconda dose 2.624.201 milioni di persone (4,4% della popolazione). Sono dunque marcate le differenze regionali: dal 3,4 per cento di Sardegna e Calabria al 5,7 per cento del Friuli-Venezia Giulia”. Renata Gili ha spiegato: “Sul fronte AstraZeneca nessun contraccolpo dopo lo stop della scorsa settimana: infatti, nelle giornate di domenica 21, lunedi’ 22 e martedi’ 23, il numero di somministrazioni ha superato quello dei giorni corrispondenti della settimana precedente”.
Secondo Gimbe “rispetto alle fasce più a rischio, si conferma il notevole ritardo nella vaccinazione degli oltre 4,4 milioni di over 80: solo 846.007 (19,1) hanno completato il ciclo vaccinale e 1.210.236 (27,4) hanno ricevuto solo la prima dose di vaccino, con rilevanti e ingiustificabili differenze regionali”. “Questi dati – spiega il presidente Nino Cartabellotta – certificano l’impossibilità di raggiungere l’obiettivo della Commissione Europea di immunizzare almeno l’80% degli over 80 entro fine marzo, sia perché la loro vaccinazione è iniziata solo a metà febbraio, sia perché le Regioni hanno dato priorità a categorie non previste dal Piano vaccinale: il “personale non sanitario” e il non meglio spiegato “altro” – categoria comparsa proprio ieri nel database ufficiale – dove le somministrazioni continuano a crescere”.
D’altronde, secondo i dati dell’ECDC, l’Italia si trova agli ultimi posti della classifica europea per soggetti over 80 che hanno completato il ciclo vaccinale. “Nel discorso di ieri in Parlamento – conclude Cartabellotta – il presidente Draghi ha auspicato di procedere, compatibilmente con la situazione epidemiologica, con un piano di graduali riaperture già dopo le festività pasquali, mettendo al primo posto la scuola. Tuttavia, per mettere fine all’estenuante stop & go degli ultimi mesi serve un piano strategico per guidare le riaperture con priorità basate su criteri espliciti, che tengano conto della probabilità di contagio e dell’impatto economico e sociale. Ma soprattutto, un piano guidato dalla consapevolezza che, nell’impossibilità di piegare la curva dei casi positivi per riprendere il tracciamento, questa tende inesorabilmente a risalire non appena si allentano le misure. E che senza un’adeguata copertura di persone fragili vaccinate tornano a riempirsi gli ospedali e ad aumentare i decessi”.
Sul fronte contagi è in peggioramento, nella settimana 10-16 marzo l’indicatore relativo ai «casi attualmente positivi per 100.000 abitanti» in Calabria (408, 349 la settimana precedente) e si registra un aumento dei nuovi casi con una variazione percentuale pari al 12,3%.