E Spirlì “impugna”. «Bisogna capire che cosa, però. Secondo quale logica, semmai c’è traccia di ragioni giuridiche…». Dietro le quinte della più complessa delle recenti conferenze stampa dell’Iss, l’Istituto superiore di sanità, è tutto un “metà strada” tra politica e scienza. O tra scienza e politica. Perché è ancora forte assai il rumore delle Regioni che si sono messe di traverso rispetto alla “punizione” della zona rossa (la Cittadella annuncia ricorso) ma è ancora più forte la freddezza anche drammatica dei numeri. Al tavolo il vertice dell’Istituto più istituto che c’è, ci sono Brusaferro e Rezza. E la Calabria fa notizia ancora una volta… «In Calabria possibile aumento della trasmissione in atto – spiega Rezza». «La criticità per la Calabria nasce da Rt elevato a 1.84, questo vuol dire che anche se in questo momento non c’è un numero di casi particolarmente elevati, Rt ci porta a pensare che c’è un aumento della trasmissione in atto e quindi ci potrebbe essere criticità nel numero dei casi nel prossimo futuro. Inoltre ci potrebbe essere occupazione delle terapie intensive superiore al 50%. Non c’è ora eccesso di casi ma c’è un trend che va verso la criticità». Numeri che crescono, indice Rt (quelo vero) che sale e che non consente di seguire i tracciamenti. Di più, nella sanità più disgraziata del Paese il rischio che entro due settimane tutti i letti (tra reparto e intensiva, quella vera) siano occupati dal Covid. E Spirlì “impugna”…
Rezza spiega anche come mai delle regioni che sembravano in grande sofferenza in realtà siano state classificate meno a rischio. Un caso su tutti quello della regione governata da Vincenzo De Luca finita nella zona gialla. L’indice di trasmissibilità Rt «in Campania è più basso rispetto a quello della Lombardia o della Calabria. Ciò significa che la trasmissione molto aumentata nelle scorse settimane si è stabilizzata anche se il numero dei casi è alto». Rezza aggiunge altro poi, sempre in riferimento al “colore” delle Regioni attualmente. «Qualcuna di queste potrebbe diventare “rossa” tra poco così come è possibile il passaggio al contrario. Si possono anche lasciare o far diventare rosse delle zone all’interno della stessa regione, sappiamo per esempio che la zona a nord della Calabria presenta più criticità…». C’è sempre un pezzetto di Calabria in ogni raffronto Covid in questo momento. Perché c’è apprensione, soprattutto in relazione all’offerta sanitaria della regione che è poi tra i parametri essenziali alla base del colore “rosso”. Sono 21 per l’esattezza i criteri che fanno il totale. Sono stati introdotti il 30 aprile con un decreto del ministro della Salute, Roberto Speranza. I parametri sono stati stilati per tenere sotto controllo l’andamento del rischio sanitario e sono divisi in tre categorie: ci sono gli indicatori sulla capacità di monitoraggio; quelli sulla capacità di accertamento diagnostico, indagine e di gestione dei contatti; e gli indicatori sui risultato relativi a stabilità di trasmissione e alla tenuta dei servizi sanitari. C’è insomma tutto il tracciamento del Covid zona per zona e settimana per settimana, fin dalla nascita dei vari focolai in ogni regione. Ma di particolare rilevanza è l’offerta sanitaria che può garantire la singola regione in base ai casi tracciati e seguiti capillarmente. Quindi tamponi ma anche storia di ricovero in ospedale (in reparti diversi dalla TI) in cui è indicata la data di ricovero/totale di casi con storia di ricovero in ospedale (in reparti diversi dalla TI) notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo. E poi numero di casi notificati per mese con storia di trasferimento/ricovero in reparto di terapia intensiva (TI) in cui è indicata la data di trasferimento o ricovero in Tl/totale di casi con storia di trasferimento/ricovero in terapia intensiva notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo. Numero di checklist somministrate settimanalmente a strutture residenziali sociosanitarie (opzionale). Numero di strutture residenziali sociosanitarie rispondenti alla checklist settimanalmente con almeno una criticità riscontrata (opzionale). Numero di accessi al pronto soccorso con classificazione Icd-9 compatibile con quadri sindromici riconducibili a Covid-19 (opzionale). E poi ancora tasso di occupazione dei posti letto totali di terapia intensiva (codice 49) per pazienti Covid-19. Tasso di occupazione dei posti letto totali di area medica per pazienti Covid-19.
Mettici tutto questo e giri il mestolo (più altri indicatori ancora) e viene fuori la classifica dell’Iss che spedisce in “punizione” alcune regioni e altre in attesa. Poco spazio per congetture e meno ancora per dietrologie. Le Regioni inviano tutti questi dati e un computer elabora. E poco effetto poteva sortire “l’agguato” dell’ultimo giorno con la Cittadella che d’improvviso trasmette tutti dati migliori rispetto ai giorni precedenti, del caso se n’è occupata la stampa nazionale e in qualche modo, indirettamente, anche Brusaferro in conferenza stampa, «non credo alla malafede delle Regioni, solo confusione». Per chi ci crede, invece, alla malafede (“Repubblica” e “il Fatto Quotidiano”) due pezzi in evidenza sul possibile “tarocco di Calabria”.
Ai piani alti del governo e del ministero degli Interni c’è apprensione attorno alla tensione che sale nelle regioni del Sud. E se a Napoli la camorra per ora non sparge benzina per la zona rossa scampata occhi puntati sulla ‘ndrangheta che più di un “indicatore” segnala fortemente risentita per le forti restrizioni locali in arrivo. In questo senso fonti interne al governo segnalano come fortemente irritante il comportamento di alcuni sindaci ed esponenti delle istituzioni calabresi che in queste ore stanno soffiando sul fuoco. Con duplice rischio all’orizzonte. Non incoraggiare i cittadini alla osservanza delle regole anticontagio, atteggiamento essenziale per abbassare l’indice Rt, e sall’altro lato il rischio di fomentare la rabbia e gli incidenti per strada. A Cosenza è andata in scena una sintesi perfetta, e mal custodita, dei due rischi messi insieme nelle ultime ore. Proteste anti “zona rossa” e assembramenti micidiali non adeguatamente vigilati. Nel mentre le ambulanze con fari accesi ma sirena abbassata scorazzano nell’area urbana di qua e di là. E Spirlì “impugna”…
I.T.