«Morra sconclusionato ma non tocca alla Rai scegliere chi parla e chi no tra i politici»

Durissimo attacco del vicesegretario nazionale del Pd, Andrea Orlando, nei confronti dei vertici dell'azienda televisiva pubblica. «Il comunicato poi è la classica pezza peggiore del buco... »

Un fendente deciso e via social, come inevitabilmente si usa di questi tempi. Andrea Orlando, vicesegretario nazionale del Pd, commenta duramente la vicenda di Morra e della “porta chiusa” che ha trovato una volta arrivato negli studi Rai di Napoli per la puntata di “Titolo Quinto”, per altro dopo essere stato invitato. E commenta duramente l’accaduto, non prescindendo dal primo dei giudizi, «l’antefatto» come lo definisce lo stesso Orlando.
«Il presidente della commisisone antimafia Morra nei giorni scorsi rilascia una serie di dichiarazioni sconclusionate ed offensive per una persona che non c’è più, assieme a considerazioni di carattere generale più o menpo fondate». Detto questo, appunto «l’antefatto» e cioè che Morra è in ogni caso andato ben oltre i binari e i confini della dialettica consentita, Orlando punta dritto contro la Rai e i suoi vertici. «Un fatto gravissimo escludere da un programma uno che era stato invitato. Non sta alla Rai decidere ciò che può o non può dire un esponente politico. Accettare questa decisione significherebbe accettare che da ora in poi sia la Rai a stabilire ciò che si può o non si può dire, in un ambito (quello della opportunità delle dichiarazioni politiche) come è noto nel quale le sanzioni possono essere solo di carattere politico e solo in casi estremi di natura giudiziaria e comunque non possono certamente essere definite dai dirigenti Rai». Da qui la pezza che, per Orlando, si è rivelata peggiore del buco. «La dichiarazione della Rai per giustificare la scelta peggiora ulteriormente la situazione. “Si era sviluppata una polemica”, scrive nel comunicato, e la Rai intendeva cautelarsi. Cioè, nemmeno il coraggio di dire la verità: Morra ha detto delle enormità e non ritenevamo di dovergli dare una tribuna. Si sarebbe obiettato, appunto, che non sta alla Rai valutare le opinioni dei politici, tantomeno dopo averli invitati, ma almeno si sarebbe potuta apprezzare la sincerità. No, si utilizza, invece, un argomento semplicemente assurdo: si era sviluppata una polemica. Cioè se un ospite poltiico, secondo il brillante estensore del comunicato Rai, si rende protagonista o viene coinvolto in una polemica, in futuro non sarà più invitato nei talk show televisivi. Sarà davvero interessante capire chi sopravviverà a questa regola. E soprattutto capire che cosa si considera per polemica, eventualmente quale è il grado di polemica accettabile, quali gli argomenti utilizzabili. Sarà davvero interessante ascoltare dalla voce del direttore generale della Rai quali criteri intenderà utilizzare in applicazione della regola enunciata nel comunicato. È strano poi che questo avvenga in un’azienda che per anni ha ficcato nei salotti televisivi personaggi improbabili al solo scopo di stimolare la polemica quando non la rissa».
Un attacco frontale di Orlando, nei confronti dei vertici nazionali Rai, che va ben al di là della vicenda in sé, che pure è ancora molto ma molto “calda”. E che chiama in causa una scelta aziendale destinata a lasciare indubbiamente il segno. Anche perché, e Orlando lo dice chiaramente in apertura del post, Morra comunque è stato sconclusionato nella forma e nel contenuto delle sue affermazioni salvo poi dover essere difeso per forza quando gli viene negata la parola dalla tv di Stato. Della serie, l’esclusione dagli studi Rai rischia di ammantare inevitabilmente di un certo vittimismo il protagonista una vicenda che ormai era rinchiusa e rintanata nella sua (non edificante) dimensione.

I.T.