Non sarà nemmeno Agostino Miozzo il nuovo commissario per la Sanità in Calabria. Il coordinatore del Comitato tecnico-scientifico, già braccio destro di Guido Bertolaso negli anni in cui era alla guida della Protezione civile, con una solida esperienza nelle emergenze, aveva posto tre condizioni all’esecutivo per poter essere messo in grado di lavorare. Condizioni considerate troppo vincolanti da Palazzo Chigi. A darne notizia è il quotidiano La Repubblica.
Sebbene, come ribadito da Miozzo, ieri sera a OttoeMezzo – su richiesta della conduttrice Lilly Gruber “Mia moglie non avrebbe alcun problema a trasferirsi a Catanzaro”, riferendosi al precedente rifiuto dell’ex rettore della Sapienza Eugenio Gaudio. Tra le condizioni poste da Miozzo – alla base della fumata nera – dei “superpoteri” per essere in grado di agire in una Regione il cui commissariamento va avanti da dieci anni.
Ma chi è, professionalmente, Agostino Miozzo? Non c’è molto sulla sua biografia che sia raggiungibile sottoforma di evidenza “popolare” ma la cosiddetta “amministrazione trasparente” non sfugge agli obblighi per cui qualcosa si rintraccia. Nasce il 30 settembre del 1953 e consegue la laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli studi di Milano (è il 1980). Due anni dopo, presso l’Università di Harara, siamo nello Zimbawe, procede con il perfezionamento in Chirurgia ostetrico ginecologica, la specializzazione per farla breve. Partecipa attivamente poi nel 1984 ad un corso dell’Oms, l’organizzazione mondiale della sanità. Dopo la laurea e la specializzazione i primi passi nel ministero degli Affari esteri e al dipartimento della Cooperazione allo sviluppo. All’inizio degli anni Novanta passa alla direzione generale per la Cooperazione allo sviluppo. Nel 2002 l’approdo alla Protezione civile nazionale.
Un’esperienza quindi di alto livello, professionale e personale, nel campo della cooperazione internazionale e dell’assistenza soprattutto in riferimento ai Paesi più disagiati e del resto la sua specializzazione medica nello Zimbawe qualcosa deve pur dirla, anche se in parte. Se non siamo quindi al “Gino Strada” con la felpa della Prociv poco ci manca anche perché sono quelle figure che per solito si distinguono da lontano, quelle che si sono fatte apprezzare nel campo della cooperazione internazionale e dell’assistenza.
A mancare forse è un po’ di esperienza tecnica-manageriale nella gestione della sanit. Un problema? Forse, sì.