L’ultima “pugnalata” a Cinquestelle alle spalle della sanità di Calabria (e Molise)

Presentato un emendamento al Decreto Calabria che mira ad impedire l'utilizzo dell'extra budget che serve per pagare visite specialistiche ai pazienti che arrivano da altre regioni. A tutti gli effetti un “incoraggiamento” alla desertificazione sanitaria, quella che poi genera solo mobilità in uscita verso il grande Nord

Vuoi mettere che di tanto in tanto qualcuno ci prova a rialzare la testa, ad uscire dall’angolo e dal fango mediatico? E vuoi mettere che persino nelle disgraziate regioni commissariate in materia di sanità (Calabria e Molise) ci può stare una “ginestra” da qualche parte, un “fiore nel deserto”, una qualche eccellenza privata convenzionata in grado di attrarre migrazione al contrario, per una volta in entrata e non in uscita? Talvolta accade, anche più che talvolta e per lo più nel silenzio generale. Ma a dar retta alle intenzioni “bellicose” di una deputata molisana del Movimento Cinquestelle, Rosa Alba Testamento, anche le “ginestre” sono da radere al suolo. Da cancellare, in virtù di una crociata ormai consolidata e tutta ideologica dei pentastellati contro tutto il sistema sanitario privato convenzionato con il servizio pubblico. Non deve più esitere nessuna traccia di orgogliosa sanità al contrario, quella in grado di attrarre migrazione in Calabria e Molise e non solo di concederla alle “portaerei” del Nord. Di fatto, quella di Rosa Alba Testamento, rappresenta l’utima “pugnalata” alle spalle della sanità delle due regioni commissariate perché impedirebbe alle strutture private che erogano prestazioni di qualità di ricevere pazienti da fuori regione. Come dire, indirettamente, inno e incoraggiamento alla desertificazione del sistema che poi è quella che genera solo emigrazione in uscita, quella che ingrassa il fatturato del triangolo del Nord.

E così dopo la stagione Cotticelli in Calabria (del tutto da addebitare alla copertura Cinquestelle) ecco che un altro esponente del Movimento, la deputata molisana Rosa Alba Testamento, prova a infliggere la “pugnalata” finale a Calabria e Molise di fatto spingendo in prospettiva all’impoverimento progressivo l’intero sistema delle due regioni.

«Stop all’utilizzo dell’extra budget sanitario previsto per pagare ulteriori visite mediche specialistiche svolte dagli istituti accreditati privati per i pazienti che provengono da altri territori nelle regioni sottoposte a commissariamento sanitario, come la Calabria ed il Molise» recita un lancio di agenzia.

«Lo chiede un emendamento a firma di Rosa Alba Testamento, deputata molisana del Movimento Cinquestelle, al Decreto Calabria, depositato in commissione Affari sociali della Camera». La proposta di modifica è quella di rivedere una norma inserita nella Legge di stabilità del 2016. Quest’ultima – che ha modificato a sua volta il decreto Spending review bis (del 2012) – permette l’utilizzo di un budget aggiuntivo di spesa per rimborsare le visite mediche nelle cliniche private convenzionate da parte di pazienti che arrivano da fuori regione. Questa possibilità – si legge nella relazione illustrativa allegata all’emendamento Cinquestelle – «si è trasformata in alcune regioni in una previsione di spesa maggiore per i pazienti extraregionali: questo crea un’esposizione contabile e un conseguente svuotamento di cassa, dato che le prestazioni erogate a pazienti extraregionali vengono liquidate dalle Regioni dove hanno sede le cliniche con tempi di pagamento brevi creando così un forte diseallineamento della finanza pubblica fino al realizzarsi delle compensazioni tra Regioni, che mediamente avvengono con cadenza biennale. In sostanza, dunque, questo meccanismo metterebbe in difficoltà il territorio regionale che, dopo aver pagato l’extra budget alle cliniche private, deve attendere diverso tempo – circa 2 anni – per vedersi riconosciuto il rimborso da parte dell’altra Regione, quella di residenza del paziente». L’emendamento Cinquestelle, se approvato, «impedirebbe l’utilizzo dell’extra budget per le Regioni sottoposte a commissariamento su cui grava un forte disavanzo sanitario», appunto Calabria e Molise. Dunque per Rosa Alba Testamento e per il Movimento Cinquestelle rimborsare una prestazione a un residente da fuori regione diventa manovra a rischio per la finanza delle due regioni commissariate. Come fosse azzardato o persino diseconomico. Peccato però che proprio nei giorni scorsi l’Agenas, la “bibbia” del ministero che interagisce con la sanità delle regioni, ha ribadito linee guida e criteri della mobilità extraregionale in materia di prestazioni. Cristallizzando non solo il diritto di ognuno di recarsi dove vuole all’intero del territorio nazionale per prestazioni specialistiche convenzionate quanto, soprattutto, che questo avviene sempre e solo a saldo zero. Zero spaccato. Senza nessuna perdita per nessuna delle regioni intressate. «La mobilità interregionale è un processo a “somma zero” – scrive Agenas – nel senso che la somma algebrica dei saldi tra le Regioni/Province autonome è sempre pari a zero, quindi non rappresenta mai un guadagno o una perdita per il livello nazionale (al di là, ovviamente, da ogni considerazione sui fenomeni di fuga)». Saldo zero sì ma evidentemente è un po’ troppo l’emigrazione al contrario, di tanto in tanto in entrata, per Calabria e Molise. E per il progetto di “desertificazione sanitaria” del Movimento Cinquestelle…

I.T.