C’è un modo solo (forse) per convincere Gino Strada che a volte è meglio la guerra che mettersi a faticare in Calabria. Fargli indossare una tuta iperbarica e fargli fare una passeggiata all’interno del pronto soccorso dell’Annunziata, l’ospedale hub di Cosenza. Lui stesso, che è abituato alle tende da campo nei territori dove fischiano bombe, forse finirebbe sotto choc.
Medici allo stremo, disperati. Ambulanze in fila indiana giorno e notte piazzate come al drive ma con malati Covid dentro che non si sa dove piazzare. E quando dopo ore di fila si può accedere al pronto soccorso lì si rimane, coperti quando è andata bene da una tendina a separare chi entra per Coronavirus e chi per altre rogne. Solo nelle ultime ore ne sono stati piazzati una trentina così di malati, alla bene e meglio. Stipati negli angoli del pronto soccorso perché nel frattempo sono andati completamente esauriti i 75 posti letto nel reparto di Malattie infettive. «È il girone dell’inferno, anzi a volte è meglio pensare all’inferno che al pronto soccorso dell’Annunziata in piena emergenza Covid» urla massacrato da fatica e paura un infermiere. Sanitari al collasso e a rischio contagio perché pazienti Covid stipati in pronto soccorso e senza percorsi separati, “puliti”, sono un pericolo per tutti. La direzione del presidio sta ora lavorando a “sbancare” letti occupando altri reparti, nella speranza di non dover bussare in massa in terapia intensiva. Ma farsi largo in altri reparti significa requisire altri medici e significa soprattutto toglierli, medici e letti, ad altri settori che non è detto che debbano soccombere per forza in tempi di Covid (incidenti stradali, traumi cardiovascolari, fratture, medicina interna, emergenze oncologiche). Se tiri la coperta sul Covid scopri al “freddo” altri reparti perché i medici, e i letti, quelli sono. A metà tra imperativo categorico per il ruolo che ricopre e innegabile propaganda politica il sindaco Occhiuto ordina d’imperio l’assunzione di medici e piazza tende triage al di fuori dell’ospedale. Meglio di niente, verrebbe da dire. In passato la stessa azione di forza non ha funzionato ma ora c’è il Covid e tutto fa brodo perché è questo l’hub che deve servire la provincia più grande e più complessa. A ben vedere, però, fondi per assumere subito medici senza atti d’imperio del sindaco sono stati già erogati. Due milioni e mezzo dalla Regione all’Annunziata che sarebbero potuti servire per pescare camici bianchi dall’Asp di Vibo, notoriamente “area di parcheggio” dove attingono un po’ tutti. Quasi tutti, perché dal vertice dell’Annunziata il commissario Panizzoli ha pensato bene di non usufruire né dei milioni erogati né dei medici dell’Asp di Vibo. Panizzoli che, tra l’altro, sulla carta necessiterebbe di un atto di proroga da parte del nuovo Ufficio del commissario perché decaduta nella sua funzione di commissario dell’Annunziata all’atto dell’ingresso in scena del nuovo decreto Calabria (proprio oggi pubblicato in Gazzetta ufficiale con Zuccatelli al comando).
Tra commissari decaduti ma ancora in campo, posti Covid da rintracciare in pronto soccorso in attesa di far rimanere senza letti né medici altri reparti, ambulanze in fila indiana giorno e notte, tamponi che vengono processati dopo una settimana e le tende che Occhiuto vuole piazzare fuori anche Gino Strada, che ha conosciuto la crudezza delle bombe dell’Iraq e dell’Iran, rischierebbe di avvertire un malore…
I.T.