“I provvedimenti dell’ultima seduta del consiglio regionale del 10 novembre 2020 sono illegittimi”. A denunciarlo in una lettera inviata al ministero per gli Affari Regionali sono i consiglieri di minoranza Carlo Guccione, Domenico Bevacqua, Nicola Irto, Libero Notarangelo, Luigi Tassone, Giuseppe Aieta, Graziano Di Natale, Francesco Pitaro.
Regolamento alla mano, i consiglieri lamentano che il presidente del Consiglio Regionale anziché riunire i consiglieri per i due punti all’ordine del giorno “obbligatori”, ovvero le disposizioni dello scioglimento dell’assise e l’accoglimento della proposta di legge per la doppia preferenza di genere ha discusso ben 28 punti all’odg.
“Tranne la proposta di legge in materia di rappresentanza e doppia preferenza di genere, – si legge nella missiva – la cui mancata approvazione avrebbe portato all’assunzione di misure sostitutive da parte del governo, ai sensi dell’art. 120 della Costituzione, gli altri provvedimenti discussi non sembrano mostrare le caratteristiche di indifferibilità e urgenza previste nel periodo in cui gli organi regionali si trovano in regime di prorogatio (art. 18 dello Statuto) e, quindi, carenti sotto il profilo dei presupposti statutari per il legittimo esercizio della funzione legislativa, a riprova che si è tenuta una seduta “ordinaria” in presenza di una causa di scioglimento già verificata”.
“A riprova dell’assenza di qualsiasi ragione di indifferibilità e urgenza, si evidenzia che – puntualizzano Carlo Guccione, Domenico Bevacqua, Nicola Irto, Libero Notarangelo, Luigi Tassone, Giuseppe Aieta, Graziano Di Natale, Francesco Pitaro – i testi di legge approvati nel corso della medesima seduta abbracciano materie così estese da ricomprendere settori quali: l’istituzione di consorzi, la farmaceutica, le fonti rinnovabili, gli agriturismo, le Pro loco, i Consorzi di bonifica, ecc che, nel loro complesso rendono palese l’intenzione di eludere l’entrata nel periodo di prorogatio dei poteri del Consiglio con il tentativo, altrettanto evidente, di licenziare atti al solo fine di condizionare il corpo elettorale attraverso una captatio benevolentiae anziché perseguire la salvaguardia dell’interesse pubblico”.
I consiglieri chiedono al ministero per gli Affari Regionali, Francesco Boccia di procedere a una valutazione di legittimità e all’eventuale impugnazione di quelli non corrispondenti al dettato normativo.