Si chiama “base riformista” ed è l’ultima trovata correntizia di Lotti e Guerini dentro le viscere del Pd. E come tutte le correnti, anche in tempi pandemici, occhi sempre vigili verso urne che si aprono in giro per il Paese. E stavolta, manco a dirlo, sullo sfondo nemmeno poi troppo lontano ecco la Calabria che si erge con il rinnovo di un consiglio e di una presidenza che saranno attenzionati parecchio su scala nazionale. Per tante ragioni. Vuoi mettere che la corrente di Lotti e Guerini si autodichiara fuori dai giochi? Manco a parlarne e così ci si organizza, si trama, ci si muove. Partorendo per la Calabria una idea tutta nuova e per certi aspetti anche sorprendente, inattesa. Al “tavolo” a dare le carte, come “mazzi ere” di Calabria, Stefano Graziano, il commissario. Il quale sulla carta dovrebbe starsene buono buono al di fuori di ogni corrente in campo, altrimenti che si fa a fare di mestiere il commissario di un partito regionale. Sulla carta, appunto. Perché invec e Graziano, che evidentemente dopo la bocciatura elettorale in Campania (è rimasto fuori dal consiglio regionale) non ha impiegato molto a interpretare le prossime urne di Calabria come trampolino di lancio in vista di candidature alle elezioni politiche, si muove e prende parte, non resta super partes. Ma tant’è. C’è anche Graziano al tavolo, non è il solo e non è di convenuti che si nutre il progetto. Bensì di candidati e di “tandem” elettorali da giocare a tutto campo, dalle Regionali alle Comunali di ta rda primavera con il voto di Cosenza a intrigare di più rispetto agli altri municipi. Da qui “l’ideona”. Per la presidenza della Cittadella Nicola Irto, ex presidente del consiglio regionale. E per il municipio di Cosenza Carlo Tansi, per la verità protago nista indiscusso di un ottimo risultato alle Regionali di gennaio ormai tragicamente in archivio. Lo schema è semplice, sulla carta. Un nome di partito per la Regione e un civico di area per il Comune calabrese più grosso tra quelli che in primavera vanno al voto. Così i mulini si muovo insieme e portano la stessa acqua in giro. Peccato però che al solo “fiutare” l’idea la segreteria nazionale del Pd abbia risposto, facendolo trapelare, con la più netta delle bocciature. Stroncando sul nascere il progetto d i Lotti e Guerini e, di riflesso, di Irto e Tansi e soprattutto di Stefano Graziano, il commissario. Che dovrà con ogni probabilità studiare un altro giro per ritagliarsi uno spazio che valga poi come trampolino di lancio. Nelle ultime ore riunione urgente della corrente e sempre con Graziano al tavolo a trattare cose elettorali di Calabria. Oggetto del rivedersi, trovare un’altra strada, una via d’uscita dopo la bocciatura del progetto. Non è ufficialmente noto il perché del “no” netto del Nazareno ma è fa cilmente intuibile. Al progetto di corrente manca il coinvolgimento essenziale dell’alleato di governo, il movimento Cinquestelle. Tanto per iniziare. E poi rischia di partire debole prima di gareggiare il “tandem” perché sponsorizzato da una corrente che non va per la maggiore dentro la segreteria del Nazareno. Ci sono altri giri e altre valutazioni in corso, sempre tenendo conto del volere di Zingaretti che non prescinde, fino a prova contraria, di far gara assieme ai Cinquestelle. Che teoricamente potreb bero anche non vedere per forza come fumo negli occhi il tandem IrtoTansi ma un conto è il “tavolo” che parte bene, altro è il “tavolo” apparecchiato in Calabria da una corrente del Pd e benedetto dal commissario. Non proprio il modo migliore, avrà reali zzato la segreteria nazionale, per presentarsi al voto in Calabria in vista di elezioni che ormai tutti considerano prova del nove in piena pandemia e in piena evoluzione del governo Conte. Dopo la sceneggiata di Cotticelli, a metà tra smemorato di Collegn o ed ex agente dei Servizi che denuncia complotti, i media nazionali hanno puntato tutti i fari che hanno sulla Calabria. Ogni giorno. Oggi gli ospedali, domani le urne. E Zingaretti, e chi con lui, questo lo ha capito molto bene…
I.T.