Prima due parole secche secche ai microfoni della Tgr Calabria, «l’emergenza Covid era in capo alla Regione». Poi la corsa negli studi di Giletti che su La 7 questa sera ha pronta una parte della puntata dedicata al contrattacco di Cotticelli, l’ex commissario alla sanità di Calabria deriso su scala nazionale per aver appreso nel corso di una drammatica intervista che il Piano Covid avrebbe dovuto stilarlo proprio il suo ufficio. Una scena fin troppo sconcertante per essere “vera” al punto che più d’uno è convinto che ci sia dell’altro sotto e non è escluso che sia proprio la trasmissione di Giletti a rivelarne contorni e confini (pare proprio che i due abbiano addirittura pranzato assieme oggi). Una vera e propria controffensiva diretta, complessivamente, in parte contro il governo regionale e in parte contro quello ⁰ Conte ma non è da escludere invece che le più succose novità riguardino proprio invece il capitolo regionale. Non tanto e non solo per quello che di fatto Cotticelli ha già sintetizzato sulla Tgr Calabria, «emergenza Covid in capo alla Regione» quanto per tutta una serie di atti e provvedimenti in materia pandemica che Ufficio del commissario e dipartimento regionale (nonché taske force guidata da Belcastro) hanno condiviso passo passo fin qui. A partire, ovviamente, dal Dca 91 del 18 giugno sul riordino della rete ospedaliera in tempi di Covid, firmato da Cotticelli e controfirmato dal dipartimento regionale della Salute. Evidentemente però, ad un certo punto, la linea di collaborazione tra Cittadella e Ufficio del commissario si è interrotta fino a sgomitare sulle pertinenze e i poteri con la Regione, che ha poi spinto per la predominanza in materia di Covid fino alla vera e propria investitura ricevuta dall’allora governatrice a proposito dell’emergenza. È in questo frangente, con ogni probabilità, che Cotticelli ha iniziato a osservare “freddezze” dalla Cittadella fino a dover chiedere al governo e al ministero di chi fosse la pertinenza a proposito del Piano Covid. Da qui la sconcertante scoperta in diretta tv, con Cotticelli disarmato e in “mutande” a leggere che la palla avvelenata è a lui che toccava gestire, evidentemente nonostante la Regione. Cotticelli mediaticamente e contenutisticamente imperdonabile, di fatto e di diritto, che si accorge di essere a capo della sanità di Calabria “suo malgrado”. Apologia dell’incapacità al potere. Ma la reazione del generale, su scala regionale e nazionale, promette rivelazioni importanti per non lasciare che altri passino in cavalleria la buriana. A partire dal dipartimento Salute, ovviamente (la governatrice non c’è più e non può difendersi). Passando per la taske force di Belcastro fino a planare, hai visto mai, nelle stanze di “Maria” e “dell’usciere”, Crocco e Mosciaro che a conti fatti sono i veri gestori dell’Ufficio del commissario. Cotticelli parlerà anche del ruolo “anomalo” di Maria Crocco in ufficio? Avrà il coraggio a questo punto di rivelare che trovava solo carte da firmare e che la sub commissario aveva già predisposto a “sua insaputa”? Riuscirà persino, l’ormai ex commissario in cerca di dignità temporaneamente perduta, a tracciare identikit politici di chi sussurrava provvedimenti spadroneggiando nel suo ufficio?
A giudicare dall’attesa e dall’anteprima concessa al Tg3 Cotticelli non farà solo da “ospite” da Giletti. Non resta che attendere…
I.T.