Cosenza e le scuole da chiudere, Occhiuto contro tutti

Anche l'Asp ora invita il capoluogo, per prudenza, a serrare i cancelli e il sindaco ormai è isolato all'interno dell'area urbana. Il caso dell'Istituto comprensivo Gullo-Dionesalvi e la battaglia delle mamme, con in testa la rappresentante di una classe

Ora che anche l’Asp, meglio tardi che mai, invita il sindaco di Cosenza a chiudere per prudenza tutte le scuole pian piano si intravede sullo sfondo la battaglia vinta (anche se il primo cittadino è duro a “morire” sul tema) da tante mamme che hanno vissuto e stanno vivendo ore di ansia e di angoscia. E questo mentre a Rende Manna ha chiuso da tempo, prima ancora Castrolibero, ora Mendicino e laddove ci sono casi in un istituto anche Montalto. Occhiuto no, per ora. Non solo, non ha neanche chiuso per intero quelle scuole con casi conclamati al proprio interno ma solo la classe interessata. Non considerando maestre in comune tra classi (con maestre tra l’altro poste in quarantena) e non considerando nemmeno che ci sono fratelli e sorelle delle classi interessate che frequentano altre classi ancora. Ma niente da fare, la linea del Comune (in parte spalleggiato fin qui dall’Asp che ora invece pare abbia cambiato idea) è sempre stata quella di chiudere le classi interessate da casi Covid lasciando aperte le altre. Infischiandosene delle maestre in comune o di fratelli e sorelle di alunni in classe con Covid dentro che frequentano altre classi ancora.
C’è un caso che fa “scuola” in materia, che le anomalie le racchiude tutte. È il caso dell’Istituto comprensivo Gullo-Dionesalvi, teatro di battaglia per diverse mamme “capitanate” dalla rappresentante della II A.
È il 5 novembre quando il dirigente scolastico dell’Istituto (Filomena Lanzone) sospende le attività didattiche della classe 1° A fino al 20. Tutti i docenti della classe sono posti in quarantena fiduciaria con ripresa dell’attività lavorativa dopo il 14 novembre, previa esibizione tampone antigenico negativo (anche qui, altra anomalia: ma non era buono solo quello molecolare Asp?). Solo per la classe interessata è prevista la didattica a distanza sino al 18 novembre. Le mamme, per vie traverse, apprendono che nell’Istituto ci sono due contagi nella prima elementare e 3 maestre e una bidella messe in quarantena. Contattano immediatamente la preside per chiedere spiegazioni sui contagi e sulla possibilità di chiudere l’intero Istituto atteso che, alcune maestre (3) messe in quarantena, facevano lezione anche in altre classi. Ma v’è di più! Nelle altri classi del plesso Dionesalvi vi erano fratelli e sorelle di alcuni bambini della 1 A posta in quarantena.
La preside comunica alle mamme di non avere possibilità di chiudere la scuola poiché è l’Asp decide su tale situazione e nemmeno il sindaco potrà farlo (ma negli altri Comuni i sindaci lo hanno fatto). Qualora lo ritenessero opportuno, le mamme, avrebbero potuto non mandare i figli a scuola, previa giustificazione e senza possibilità di usufruire della didattica a distanza, prevista solo per la classe posta in quarantena. Da questo momento in poi le mamme preoccupate cercano in tutti i modi di essere ascoltate da chi di competenza, scrivendo finanche al sindaco che a dire di alcune mamme non sarebbe stato avvisato con Pec dalla preside. La chiusura dell’Istituto, chiesta dalle mamme, era giustificata dal fatto che le maestre poste in quarantena fossero in comune, si chiedeva almeno di aspettare l’esito dei tamponi. Inutili i messaggi di aiuto rivolti al sindaco Occhiuto rimasti inascoltati. La rappresentate di classe della II A, a nome di tutte le mamme della classe, si vedeva costretta a comunicare alla preside che i bambini non sarebbero rientrati a scuola fino all’esito dei tamponi degli insegnanti posti in quarantena. Una prova di muscoli, una presa di posizione “simbolo” di una stagione indecifrabile e paradossale all’interno delle scuole. Ora anche l’Asp, meglio tardi che mai, si accorge che la scuola in questa fase diventa un pericolo serio. E consiglia ai sindaci di chiuderle tutte per un po’. Figurarsi quelle che hanno casi Covid dentro con maestre in comune e fratelli e sorelle sparpagliati in altre classi ancora…