Una base per tutti (“coprifuoco” alle 21, chiusura di tutti i centri commerciali nel fine settimana) e poi altri due livelli a “scalare”, da quello medio a quello più alto. Con interventi da modulare in progress e naturalmente via via più restrittivi. E la Calabria (assieme alla Lombardia e al Piemonte) è proprio inserita nella fascia di rischio più alto tra le regioni ed è quella destinata con ogni probabiolità a subire le restrizioni maggiori. Sarà il ministero della Salute, di concerto con le Regioni e gli esperti, a perimetrare di volta in volta le misure che possono “allargarsi” o “restringersi” ancora ma ormai il Dpcm che vedrà la luce entro domani e comunque prima di mercoledì è fatto, nonostante sia ancora in corso il difficilissimo tavolo permanente tra governo e Regioni.
Giuseppe Conte alla Camera (nel pomeriggio al Senato) è stato chiaro. Siamo costrtti ad intervenire perché la situazione rischia di sfuggire di mano anche se non si vive per ora la crisi estrema delle terapie intensive. Ma la progressione del Covid è chiara, ha avvertito Conte. Continuando così entro novembre ci sarà la saturazione dei posti letto in reparto e il probabile trasferimento dell’emergenza nelle terapie intensive. Dunque si interviene ora e ben prima di poter apprezzare o meno le misure del precedente Dpcm, il tempo non lo consente. Ma con una differenza sostanziale rispetto a marzo. Nessun lockdown generalizzato, rischia di non servire ammette Conte (almeno per ora). Perché penalizzerebbe le regioni non ancora in stato di allerta e non aiuterebbe quelle che se la passano peggio. Quindi interventi restrittivi a seconda delle fasce in cui la regione si trova. Tre i livelli di rischio nei quali sono inserite tutte le regioni, quasi tutte con indice Rt sopra 1,50 ma con alcune (Piemonte, Lombardia e Calabria) con indice più alto ancora. Con ogni probabilità sarà questa la griglia della prima fascia, quella a più alto rischio contagio e quindi anche quella che conoscerà le misure restrittive maggiori (chiusura di tutti i negozi non essenziali, compresi centi estetici e parrucchieri e limitazione negli spostamenti tra regioni). Non è chiaro se fino all’ultimo non si deciderà di inserire anche la Campania in questa fascia. Per ora scongiurati lockdown nelle grandi aree urbane (Roma e Napoli) che non dovrebbero rientrare come regioni nella fascia 1. Il tavolo con le Regioni è comunque ancora in corso e non è detto che non arrivino altri aggiustamenti anche perché non è chiaro fino a che punto governatori e sindaci possano decidere di chiudere tutte le scuole, che invece sono con didattica a distanza in tutta Italia per le Superiori e con ogni probabilità dalla seconda media in poi nelle regioni (come la Calabria) a rischio più elevato. In Senato Conte nel pomeriggio potrebbe già riferire di ulterioti aggiustamenti al testo del Dpcm, è in corso il dibattito parlamentare.
I.T.