Galeotta quella nomina troppo recente, ma chi poteva immaginare la tragedia di una notte di mezzo ottobre? Jole Santelli il suo puzzle più o meno griffato ambiva a completarlo (e in parte lo aveva completato) al vertice di dipartimenti e aziende partecipate della Regione ma, per tornare all’incipit, chi poteva immaginare la tragedia di una notte di mezzo ottobre?
E così da Bevere a Borgo, da Vigna a Minoli, da Nicolai a Calabretta passando per Maiolo (pezzi da novanta a capo di dipartimenti vitali come Sanità e Programmazione comunitaria ma anche di società partecipate nonché di fondazioni) c’è solo un conto alla rovescia da attendere. E da saper distillare. Perché decradranno immediatamente alla elezione del nuovo presidente della giunta, più o meno entro marzo. Non è spoyl sistem o rotazione di “simpatie” o retaggio politico. Decradranno per legge, all’istante. Poi possono rientrarci, magari a vita, nominati dal prossimo vincente o dal Padre Eterno ma intanto decadranno all’atto del nuovo presidente. All’istante, non è neanche da porsi per loro l’enigma sofistico della proroga.
Sta tutto racchiuso in una delle rogne che si porta appresso la legge regionale 12 del 3 giugno del 2005. Più volte negli anni varie corti hanno provato a stralciarne pezzi, deprimendola. L’ultima volta è toccato alla Suprema Corte nel 2016 levare da questi “impicci” solo la parte inerente il presidente del Cda di Fincalabra. Per il resto rimane intatta la legge che è molto chiara sul punto. Che suona come un vero e proprio conto alla rovescia per big e super manager al comando della Calabria di Santelli. È l’articolo 1 che fa da “vangelo”… «Le nomine degli organi di vertice e dei componenti o dei rappresentanti della Regione nei consigli di amministrazione o negli organi equiparati degli enti pubblici, degli enti pubblici economici, delle aziende sanitarie, ospedaliere ed assimilabili dei consorzi, delle società controllate o partecipate, delle agenzie, degli ambiti territoriali ottimali, delle fondazioni e di ogni altro soggetto od organismo, comunque denominato, individuale o collegiale, di diritto pubblico o privato, appartenente o meno alla struttura amministrativa della Regione ed a qualsiasi livello, nonché dei componenti dei comitati, commissioni, gruppi di lavoro ed organismi regionali od interregionali, conferite, rinnovate o comunque rese operative, anche di intesa o di concerto con altre autorità o previa selezione, o comunque resi operativi dagli organi di indirizzo politico regionale, nonché dal capo di gabinetto del presidente della giunta regionale e dai dirigenti dei dipartimenti, nei nove mesi antecedenti la data delle elezioni per il rinnovo degli organi di indirizzo politico della Regione e successivamente rispetto a tale data, fino all’insediamento di questi ultimi, decadono alla data di proclamazione del presidente della giunta regionale ed i conseguenti rapporti di natura patrimoniale sono risolti di diritto».
Ergo, reset totale dei posti di comando, quelli veri. Perché 9 mesi non è durata nemmeno l’intera e drammatica legislatura. Confezionando così il più angosciante dei conti alla rovescia…
I.T.