La Regione in lotti, la spartizione è (quasi) servita

Da Fratelli d'Italia a Forza Italia, da Calabria Lavoro a Fincalabra: Santelli prova a dividere pani e pesci

La farsa dei saluti di Mariggiò, sorridente e con fare sornione ma sostanzialmente accompagnato alla porta d’uscita di Calabria Verde, dà la cifra della lottizzazione più o meno selvaggia che impazza alla Cittadella. Beninteso, s’è visto anche di peggio in passato e persino di più precoce. Ma sta di fatto che chi ha vinto le urne di gennaio ora vuole tutto, ma proprio tutto. Con ogni mezzo. Passi per la stagione da clausura da Covid, trascorsa necessariamente senza toccar palla. Ma nel cuore di agosto è il tempo di andare all’incasso, la Regione va in lotti e Santelli deve assegnarli. Tocca al comando degli enti strumentali, dopo l’assegnazione dei direttori dei dipartimenti. E qui i partiti non scherzano più dopo aver fatto finta di non capire che un altro uomo tutto sommato di Santelli (Niccolai) è andato a dirigere la programmazione comunitaria (immaginiamo dopo aver restituito i soldi che deve alla Regione stessa…). Ora Lega e Fratelli d’Italia (Meloni avrebbe addirittura chiesto ai suoi in una riunione di uscire dalla maggioranza sostenendola dall’esterno, richiesta respinta) vogliono andare ad acchiappare qualcosa di serio e due “lotti” sono già stati individuati.
Per Fratelli d’Italia il comando di Calabria Lavoro mentre per la Lega quello di Sorical. Fine corsa quindi, a seguire lo schema dei “lotti” d’agosto, per Forciniti e Incarnato ma non mancano fibrillazioni interne dell’ultima ora. Della serie, individuato il “lotto” non è poi scontato paracadutare il comandante. Ma tant’è, le caselle di Lega e Fratelli d’italia queste sono, al momento. E queste devono tenersi ben strette perché oltre, Jole Santelli, non pare disposta a concedere al di là di una postazione per la sigla gentiliana (Cdl) che il radar sull’Aterp ha posizionato. Accompagnato con garbo e delicatezza Mariggiò alla porta di Calabria Verde l’operazione prevede che il cerimoniale lo concluda chi lo ha disegnato. Quindi Forza Italia, per intenderci. E chi sennò. Lo stesso marchio che Santelli ha in mente di utilizzare per il possesso di Arcea e di Fincalabra. Arcea altro non sarebbe che il lato “b” di Arsac, dove il predestinato è risultato essere Bruno Maiolo, ingegnere griffato e di nomenklatura ma soprattutto fratello di Mario, pluridecennale concorrente per le poltrone più alte del centrosinistra al potere. Una famiglia “posseduta” a metà tra politica e “opere di Dio”, retaggio evidentemente non estraneo alla sensibilità di Jole Santelli. Che per Arcea ha in mente invece un altro dei suoi, giusto per non sbagliare. Così come non può sbagliare per il timone di Fincalabra, cassetta di sicurezza dei Mannarino’s, cognome di Paola che la governatrice conosce molto bene. Può anche chiudersi persino tragicamente quella stagione, ma Fincalabra sempre in mano a Forza Italia deve restare. Perché è “spartizione” di agosto, ma sempre fino ad un certo punto. Si divide la metà di una torta, mica tutta. Poi la “pellicola” deve girare lo stesso, come la “commission film” ora sotto l’egida dell’inarrivabile Giovanni Minoli, esegeta di Mixer o Report. Inarrivabile lui ma “arrivabilissimi” i guai statutari di una commissione che non è dato sapere se poteva o meno essere commissariata (ci torneremo)…

I.T.