«Ho dovuto togliere la tenda perché qualcuno mi ha detto che ci voleva l’autorizzazione pure per essere disperato, finito. 53 anni e 4 figli e ritrovarsi senza lavoro, licenziato. Sì, ho dormito davanti al Pugliese… ». Francesco, e non ne ha fatto mistero sin dall’inizio, è un uomo attualmente in stato di disperazione conclamata. Non è un nome di fantasia. 53 anni e 4 figli e per lui l’esperienza poco invidiabile del secondo licenziamento. È il teatro dell’ospedale Pugliese di Catanzaro il “palcoscenico” dell’ultima delle coltellate per lui, quella che probabilmente gli fa più male. Operatore socio sanitario (Oss) ora con lo spettro del lavoro che non c’è e con una famiglia da portare avanti, «solo di fitto devo pagare 470 euro al mese. Ma questa catastrofe è iniziata con l’arrivo di Cotticelli, del nuovo commissario… ». Calma, facciamo un passo indietro. Anzi due. Non è questa la prima fregatura per Francesco, la prima viene da lontano. Siamo ai tempi della fondazione Campanella, «ho vinto un regolare concorso dove tra i banchi durante la prova girava la Guardia di finanza. Sono entrato, ero felicissimo. Poi la fondazione Campanella è stata sotterrata dal commissario Scopelliti perché dicevano che non era pubblica ma privata e quindi soggetta al mercato. Poi ho capito perché. La Campanella era pubblica per i finanziamenti che sparivano e privata così potevano chiamare a lavorare chi volevano e cacciare chi non volevano più. Negli ultimi 4 anni un inferno alla fondazione. Pagavano chi volevano loro e tra varie porcherie ecco la definitiva chiusura. Il dramma per me. Per fortuna dopo 3 mesi esce il concorso al Materdomini per operatori socio sanitari part time al 50%. Lo faccio il concorso e vinco pure questo. Su 70 posti arrivo 61esimo. Una vera fortuna». Dopo quello vinto alla Campanella quindi, e con la Finanza tra i banchi, Francesco vince anche il concorso per Oss al Meterdomini. Ovviamente, manco a dirlo, non sta nella pelle. «Il concorso prevedeva che su 70 presi 40 restavano al Materdomini e 30 passavno al Pugliese. C’è il blocco dl turn over, una manna per le aziende che potevano chiamare chi volevano salvo poi alzare le mani perché impossibilitate a procedere. Il progetto prevedeva lavoro di 6 mesi in 6 mesi fino alla stabilizzazione automatica e definitiva al 36esimo mese. Ma due mesi prima della stablizzazione a qualcuno del Pugliese viene in mente di bandire un concorso per Oss. Bastava aspettare 2 mesi e si sarebbero stabilizzati quelli che c’erano già dentro. Ma non era questo ovviamente l’obiettivo». Ma nel buio che si fa largo Francesco intravede in Scura la luce. «C’era Scura all’epoca che pretende che il nostro inserimento nella graduatoria, visto che stavamo già lavorando da 34 mesi. Ne restano fuori una decina che si mette a fare casino e questo casino torna comodo a chi voleva sbatterci fuori. Impugnano la preselezione e congelano tutto. Intanto, nel frattempo, Scura viene fatto fuori… ». E qui, secondo Francesco, il baratro è cosa fatta… «Con l’arrivo del generale Cotticelli inizia la vera e propria catastrofe. Viene rifatta la prova selettiva con la stessa commissione nonostante l’accertamento delle irregolarità e dei 600 passati alla prima preselezione ne passano solo 300. Non solo. All’interno di questi 300 elaborano una graduatoria di 220 Oss con blocchi interi di parenti di dipendenti dentro… Una vergogna. Ad ogni modo riprendiamo a lavorare e raggiungiamo i fatidici 36 mesi. Ci sentiamo tranquilli. Addirittura e dopo un accordo con i sindacati Cotticelli ci passa dal 50% al full time. Ma è una presa per i fondelli. Si mettono tutti a lavorare al “Decreto Calabria” e il commissario “dimentica” (chissà se volontariamente o meno…) di inserire la norma per la stabilizzazione dei precari. Il commissario firma la proroga ma ad agosto il Pugliese “scopre” d’incanto che non bastano 36 mesi per la stabilizzazione ma ne servono altri 12. Colpo di teatro, spunta un altro anno che è impossibile da raggiungere perché al 31/12/2019 chi non ha 48 mesi è fuori. E infatti tutti quelli del Pugliese siamo fuori. Oliverio forza per una legge salva precari, così da dare lo strumento al Pugliese per poterci reintegrare e spostare il termine. Ma facendo riferimento allo stesso progetto il vertice del Pugliese, nonostante la legge regionale, preferisce seguire le direttive del Decreto Calabria, dove è contenuta la “dimenticanza” di Cotticelli a proposito dei precari. E quindi continuano i licenziamenti. Non c’è niente da fare… ». E Francesco, nonostante la tenda che ha dovuto pure spostare dal Pugliese perché senza permesso, incassa la seconda e più grande fregatura. A 53 anni e con 4 figli e 470 euro solo di fitto…
I.T.