Violenza sulle donne, il bilancio dell’osservatorio regionale

Il rafforzamento della rete dei centri antiviolenza, l’aumento della case rifugio, l’irrobustimento delle misure a sostegno delle donne che denunciano, un’azione di monitoraggio costante. Sono alcune delle proposte dell’”Osservatorio regionale sulla violenza di genere”, che nei giorni scorsi ha pubblicato la relazione sul suo primo anno di attività. L’Osservatorio, istituito con legge regionale 38/2016, si è insediato il 9 maggio 2018 in seno al Consiglio regionale. Nella relazione, l’organismo, coordinato da Mario Nasone e composto da 18 membri, illustra i risultati delle azioni finora messe in campo in primo luogo sul piano del monitoraggio del fenomeno della violenza contro le donne, a partire dalla raccolta dei dati, che – si legge nel report – “costituisce una delle più importanti funzioni dell’Osservatorio poiché da un lato, consente di fare rete tra tutti i soggetti istituzionali coinvolti nel contrasto, dall’altro permette di sviluppare la conoscenza delle problematiche relative alla violenza creando una base metodologica omogenea di intervento. Il monitoraggio ha preso avvio a seguito di una serie di incontri istituzionali con le forze dell’ordine, i centri antiviolenza e le associazioni del settore attraverso la costituzione di un gruppo di lavoro” composto, tra gli altri, dall’Istat, dall’Università della Calabria, dalle Procure generali e dai Tribunali dei minori di Catanzaro e Reggio Calabria, dagli assessorati regionali alla Sanità e al Welfare “mentre l’Anci, prevista nel gruppo di monitoraggio, non ha preso parte ai lavori”.     Altra attività portata avanti dall’Osservatorio è stata la formazione, caratterizzata soprattutto dall’organizzazione della “Prima conferenza regionale sul contrasto alla violenza di genere”.

“Destinando l’intervento formativo a Centri antiviolenza, Comuni, scuole, aziende ospedaliere, Ordini professionali, uffici giudiziari, forze dell’ordine e associazioni, l’Osservatorio – riporta la relazione – ha voluto chiamare a raccolta tutte le varie espressioni delle istituzioni e della società calabrese per attivare una risposta comune ad una problematica che, secondo i dati più recenti, vede la nostra regione ai primi posti tra quelle più colpite dal fenomeno, come viene peraltro confermato dai numerosi fatti di cronaca che documentano questa drammatica realtà”. Tra gli eventi più importanti degli ultimi mesi, l’inaugurazione, lo scorso 28 marzo, in Consiglio regionale, della “Stanza della memoria e dell’impegno per le vittime di femminicidio” intitolata a Mary Cirillo uccisa nel 2014 a Monasterace (Reggio Calabria): “La stanza – sostiene l’Osservatorio – vuole diventare un punto di riferimento per la documentazione, la formazione, lo studio e la ricerca sulla violenza alle donne in Calabria”.    L’Osservatorio rileva poi di aver “intrapreso un’azione di sensibilizzazione sulla tematica dell’assegnazione di alloggi alle donne vittime di violenza, secondo quanto previsto dalla legge regionale 20 del 2007. Si è quindi aperto un tavolo di confronto con l’Anci e con l’assessorato regionale al Welfare, predisponendo uno specifico protocollo d’intesa che non è stato ancora sottoscritto. Nelle more della sottoscrizione, il Comune di Reggio Calabria ha adottato il primo provvedimento in materia assegnando a una donna vittima di violenza un bene confiscato”.    Nella relazione, l’”Osservatorio sulla violenza di genere” rimarca anche il proprio contributo alla elaborazione di norme regionali sul fenomeno, ricordando in particolare la sua audizione nella terza Commissione del Consiglio regionale “in merito all’esame della proposta di legge regionale 285/2017 recante ‘Interventi di prevenzione e contrasto della violenza di genere e per il sostegno alle donne vittime di violenza e ai loro figli’”.

“In questa sede – spiega la relazione – “si è suggerito il rafforzamento della rete dei centri antiviolenza attivandoli in tutti gli ambiti territoriali inter-comunali attraverso la garanzia dell’accreditamento e di finanziamenti stabili; l’aumento della case rifugio; l’irrobustimento delle misure per garantire con tempestività il sostegno alloggiativo ed economico alle donne che denunciano e a quelle che escono dalla case di accoglienza per dare loro autonomia; un’azione di monitoraggio congiunta tra Osservatorio, Regione, Istat e Università calabresi. Riguardo alla copertura economica della nuova legge, si è auspicato un incremento degli stanziamenti attraverso il Fondo regionale per le politiche sociali e la previsione di un capitolo di bilancio dove far confluire le risorse regionali e nazionali. È stata, inoltre, evidenziata la proposta di utilizzare efficacemente i fondi comunitari attraverso un piano regionale organico di prevenzione e di contrasto al fenomeno della violenza alle donne”.    In conclusione – si legge infine nella relazione – “l’Osservatorio ha espletato la sua attività e realizzato importanti iniziative pur con i vincoli che la legge regionale 38/2016 contiene riguardo agli aspetti finanziari (gratuità dell’incarico, mancata previsione rimborso spese viaggio per i componenti e di un budget per il programma di attività). Limitazioni che hanno condizionato il funzionamento dell’organismo e non hanno consentito di poter attuare pienamente le attività previste dall’Osservatorio per l’anno 2018”.