La notizia è che a Rende, la Lega, costituisce il direttivo cittadino. Preludio o se preferite atto propedeutico ad un’altra notizia, un tantino più significativa. La Lega parteciperà con un proprio candidato «e con l’orgoglio di un simbolo di partito proprio» alle elezioni comunali di Rende. Che non sono proprio equivalenti al rinnovo di un direttivo condominiale se è vero come è vero che il perimetro della “città dell’Unical” finisce per incidere decisamente sugli equilibri politici come minimo dell’area urbana di Cosenza, per non dire e non andare oltre. Due notizie che in sé potrebbero nasconderne una terza, decisamente in via di strutturazione anche se il percorso è lungo e non dipende solo da perimetri comunali. E cioè che la Lega, forte nei sondaggi nazionali e promettente in quelli locali, potrebbe non avere nessuna intenzione di ammainare la propria bandiera e il proprio simbolo in occasione delle elezioni regionali, nonostante il segretario regionale Furgiuele si mostri piuttosto distratto sull’argomento. Ma per la Cittadella il cammino è tutto da disegnare anche se le “basi” passano proprio da tornate elettorali di primavera come quella di Rende, una città importante e strategica per gli equilibri politici e industriali dell’intera regione. Qui, la Lega, decide di correre con il proprio simbolo e di correre soprattutto per vincere, naturalmente evitando in partenza di farsi abbondilare sotto l’egida di un centrodestra che ancora una volta presenterà liste civiche (fintamente civiche) allo scopo di nascondere altre sigle e altri interessi. E se Forza Italia e Fratelli d’Italia decideranno, come assai probabile, di “mascherarsi” sotto il civismo del Campagnano la Lega aisserà la sua di bandiera e correrà da sola. Questo il senso del direttivo cittadino di Rende nominato nel corso di un incontro tenuto nei giorni scorsi alla presenza del segretario provinciale, Bernardo Spadafora, e del coordinatore cittadino di Cosenza, Gianfranco Bonofiglio.
A farne parte sono stati chiamati, oltre al consigliere comunale, Antonello Elia, anche Innocenzo Palazzo, Sergio Giordano, Loredana Noce, Sergio Scalfari, Daniela Santelli, Pastore Antonio, De Luca Francesco, Alberti Alessandro e Raffaele Occhiuto. Da qui la decisione di partecipare con un proprio candidato e il proprio simbolo alla corsa a sindaco di Rende. «Una scelta di discontinuità assoluta – ha affermato il segretario provinciale della Lega, Bernardo Spadafora – rispetto ad un modello politico basato sul civismo di facciata che ha dimostrato i suoi limiti. Le liste civiche che nascondono appartenenze a partiti di centrodestra che, evidentemente non più orgogliosi dei propri simboli, preferiscono nascondersi dietro denominazioni farlocche non può appartenere alla linea politica della Lega chiara e limpida. Rende non merita ambiguità e ritorni di un passato oramai appartenente alla storia». Una posizione chiara quella della Lega a Rende. Che rischia, come sibolo, di rappresentare di conseguenza l’intero centrodestra dato
che gli altri partiti probabilmente preferiranno occultarsi dietro liste civiche di facciata. «Gli elettori di centrodestra a Rende troveranno il simbolo della Lega – ne è convinto il direttivo – unico partito con il proprio simbolo, e sapranno chi votare. Del resto appare alquanto strano che Forza Italia e Fratelli d’Italia che aspirano ad una alleanza dell’intero centrodestra alle regionali del 2019 poi in una realtà importante come Rende preferiscano eclissarsi dietro liste civiche e dissolvere qualsiasi possibilità di unità del centrodestra rimanendo vicino a candidati sindaci che hanno addirittura firmato l’appello per la ricandidatura di Mario Oliverio a governatore. Tali comportamenti sono incomprensibili non solo per gli elettori della Lega ma per gli elettori dell’intero centrodestra».
I.T.