
Nella cittadina d’oltre Campagnano è già tempo di pre-campagna elettorale, c’è effervescenza nell’ambiente politico cittadino, tutti i movimenti e le associazioni iniziano nello scaldare i motori in vista delle amministrative del prossimo, molto attiva “Zonadem”, l’area del Partito democratico che ha come leader nazionale Dario Franceschini e come punto di riferimento in Calabria il consigliere regionale Mimmo Bevacqua, che ha organizzato presso il Museo del presente un convegno molto partecipato sul tema “Rende, città dell’innovazione”.
Una iniziativa che ha voluto analizzare, con il contributo di alcuni esperti del settore, alcune proposte propedeutiche ad un dibattito aperto ai partecipanti. Il focus dell’appuntamento è stato quello che la città di Rende debba riprendere un ruolo da protagonista, nello scenario dei prossimi anni, e per farlo dovrà caratterizzarsi sempre più come sede dello sviluppo.
Il dibattito è stato moderato dal Luca Pizzini, già consigliere comunale ed assessore, molti i giovani che hanno partecipato alla discussione e che hanno formulato delle proposte, in sala era presenta anche il leader riformista Sandro Principe, il quale è stato protagonista di un gustoso siparietto perché gli è stata negata la possibilità di poter partecipare alla discussione (per non snaturare il tema del convegno, hanno sostenuto gli organizzatori n.d.i) cosicché ha lasciato la sala contrariato polemizzando con Carlo Petrassi e Mimmo Bevacqua.
Questi ultimi mattatori della serata, “Stasera abbiamo voluto concentrarci su alcune tematiche da cui a nostro avviso prioritariamente dipenderà lo sviluppo della Rende del futuro: l’ambiente, l’università, le zone industriali, il centro storico. – Ha asserito il consigliere comunale Carlo Petrassi – Per ognuno di questi argomenti abbiamo voluto fornire delle idee e dei progetti realizzabili e sostenibili tutti pensati nel quadro di una nuova vocazione che Rende a nostro avviso dovrà avere nell’ambito dell’area urbana cosentina. Rende dovrà diventare la città dell’innovazione. I presupposti ci sono tutti: un’università con più di ventisettemila studenti che dovrà interfacciarsi in modo sinergico con le due grandi aree industriali di contrada Cutura e contrada Lecco affinché si possano dar vita sempre più a start-up e spin-off e creare conseguentemente occasioni di lavoro di qualità nel campo dell’innovazione tecnologica. Una città che dovrà curare meglio una delle più grandi concentrazione di verde pubblico per abitante del meridione d’Italia e dovrà rendere più fruibili, anche in termini tecnologici, i tanti parchi pubblici e fluviali migliorando la qualità della vita di tutti i suoi abitanti. Una città che punti sempre più alla mobilità sostenibile e al suo bellissimo centro storico tutto da scoprire. Dobbiamo prendere esempio dai nostri grandi amministratori del passato, uno su tutti “Cecchino”.
A riguardo vorrei che anche noi ricordassimo questa sera i 100 anni dalla nascita di Francesco Principe. Un faro per Rende e per tutte le classi dirigenti del passato e del futuro. Oggi purtroppo dobbiamo registrare la mancanza al governo della città di una classe dirigente preparata, capace, lungimirante e consapevole dei propri mezzi che sappia fare squadra. Manca una visione chiara del futuro per il rilancio della città. Manca la capacità di saper interloquire con gli altri attori politici dell’area urbana facendo valere quelle che sono le proprie prerogative nell’ambito di una più generale e vasta visione di sviluppo dell’intera area urbana cosentina. In questi anni si sé formata e continua a formarsi una nuova classe dirigente libera, competente, capace e responsabile che ha a cuore le sorti della città e che vuole guardare avanti interpretando un cambiamento che dovrà avvenire nel rispetto della gloriosa tradizione riformista rendese.
Alle vecchie classi dirigenti riformiste noi chiediamo di fare un passo di lato. A queste continueremo a guardare con massimo rispetto chiedendo consigli e confronti ma non accetteremo mai che esse decidano per noi e che ci impediscano di camminare con le nostre gambe. – Ha concluso Petrassi – Non intendiamo escludere nessuno, anzi al contrario auspichiamo la partecipazione di quanti vogliano impegnarsi a far continuare a crescere una nuova classe dirigente ancorata a solide basi intellettuali che non lascino spazio a equivoci ed ambiguità”.
Le conclusioni del convegno le ha tratte il consigliere regionale Mimmo Bevaqcua: “Questa sera abbiamo parlato di innovazione. Non solo provando a lanciare delle idee nuove, ad immaginare con entusiasmo e lungimiranza la Rende del futuro ma abbiamo parlato di innovazione come rinnovamento. Perché prima dell’innovazione digitale, prima di start up, spin-off, laboratori universitari, l’innovazione è nel rinnovamento del pensiero; nel modo nuovo di fare politica, di aprirsi alla città ed al cittadino senza altra ambizione se non quella di stimolare il dibattito, la crescita. Quando si propone un cambiamento così radicale non solo nei modi e nel linguaggio, ma, soprattutto nelle azioni concrete, si spaventa sempre un po’ chi pensava di poter ancora “cullare” il consenso nel sonno di una prassi ormai consolidata. Ma noi siamo consapevoli che chi oggi vuole fare politica deve fare uno sforzo in più. Non basta l’analisi dei problemi, l’ordinaria amministrazione. È finito il tempo dei “clientes”. A chi oggi vuole fare politica è chiesto di guardare oltre il proprio naso, oltre il proprio orticello. È chiesto di guardare al futuro, di cambiare col mondo che sta cambiando, interpretando i fenomeni e abbattendo le barriere che separano la vita quotidiana dalle scelte economiche e politiche.
È in questo senso che Zonadem interpreta l’innovazione. In questo senso continueremo a lavorare, con curiosità e passione”. Mimmo Bevacqua ha concluso il suo intervento citando Beniamino Andreatta: “affinché la politica crei comportamenti che possano generare futuro.” Chiaro e senza equivoci il messaggio lanciato da “Zonadem”, molto determinata nel voler recitare un ruolo da protagonista nelle prossime amministrative rendesi.