Pazienti Covid19 a San Giovanni in Fiore? Guccione e Bevacqua: soluzione impraticabile

Per i due consiglieri: grave è la responsabilità della commissaria dell’Asp di Cosenza, Simonetta Cinzia Bettelini, che non ha adeguato la struttura

A San Giovanni in Fiore il diritto alla salute non  viene garantito ormai da parecchi anni. Mai, però era stato raggiunto questo livello di inefficienza:  la carenza di personale medico e paramedico ha di fatto depotenziato l’ospedale.  Il pronto soccorso, il laboratorio di analisi, i reparti di radiologia, medicina, oncologia, cardiologia,  emodialisi, anestesia, chirurgia registrano una carenza di medici, infermieri e oss. Invece, per quanto  riguarda la lungodegenza i locali sono stati ristrutturati, sono stati acquistati i presidi ospedalieri ma  manca il personale medico e paramedico. Per non parlare del Distretto sanitario di base. Le liste di  attesa sono interminabili, mancano molti medici specialisti e addirittura il servizio odontoiatrico è  bloccato da due anni per la mancanza di una poltrona, indispensabile per effettuare le prestazioni.  Questa situazione non è più tollerabile, soprattutto in un momento delicato come questo dove i casi  di Covid stanno aumentando in maniera esponenziale anche nel paese silano. Ne abbiamo discusso  ieri anche nel corso di una videoconferenza organizzata dal coordinamento cittadino del Partito  democratico. Grave è la responsabilità di chi, come la commissaria dell’Asp di Cosenza, Simonetta Cinzia Bettelini, non ha predisposto tutto quello che era già stato deciso dalla stessa Azienda attraverso la riorganizzazione della rete ospedaliera pubblica e della rete di emergenza. Siamo al paradosso: l’Asp  dispone quali prestazioni deve erogare l’ospedale di San Giovanni in Fiore ma non assume né il  personale necessario, né fa investimenti strutturali e tecnologici per far partire i servizi.  Addirittura la commissaria dell’Asp di Cosenza con una semplice lettera fotocopia di una ordinanza  generica, la numero 82/2020 a firma del dirigente Antonio Belcastro, dispone che gli ospedali  territoriali potrebbero accogliere pazienti Covid non gravi, senza prevedere, però, né le risorse per  ristrutturare i locali e i reparti da adibire al trattamento dei pazienti Covid, garantendo la loro  sicurezza e quella del personale medico e paramedico, né percorsi dedicati e riservati  esclusivamente alla gestione di questa emergenza, né vengono previste le assunzioni di personale  aggiuntivo necessario.  Ci chiediamo, dunque, un ospedale depotenziato come quello di San Giovanni in Fiore come potrebbe  accogliere e gestire pazienti Covid in queste condizioni? L’emergenza Covid-19 non è una vicenda da sottovalutare. Sono necessari provvedimenti per il potenziamento dei servizi ospedalieri e territoriali. Ad esempio, l’Aggregazione funzionale  territoriale (Aft) non è mai entrata in funzione e dovrebbe essere operativa h12.  Per il rilancio dell’ospedale di San Giovanni in Fiore, dunque, si esca fuori dalla mera propaganda.  Ognuno deve fare la propria parte, il Pd è pronto a fare la sua, convinti che solo insieme e uniti si  possa uscire da questa emergenza sanitaria. L’Azienda sanitaria provinciale predisponga  immediatamente i bandi necessari all’assunzione del personale medico e paramedico indispensabile  a garantire tutti i servizi ospedalieri, per come era, tra l’altro, già stato deciso dalla stessa Asp con  atti ufficiali. 

Carlo Guccione
Domenico Bevacqua