Nella normalità dei casi di fronte all’evidenza dei fatti ed all’oggettività dei dati bisogna prenderne atto e assumere conseguenti determinazioni.
Noi siamo quelli che ci confrontiamo con i comportamenti agiti ed i risultati conseguiti a cominciare dai nostri.
Bene, a seguito dei ripetuti fallimenti politici e amministrativi occorre mettersi da parte senza dover attendere, ostinatamente, di essere allontanati da coloro i quali hanno, per mandato, responsabilità di indirizzo, controllo e governo.
Senza presunzione di completezza, ne elenchiamo i principali: il progetto civico e gli ultimi sviluppi partitici dei principali rappresentanti del Laboratorio, le tre elezioni provinciali per il Presidente e altrettante per il Consiglio, le tre elezioni regionali, la gestione dell’acqua e dei rifiuti, la gestione del personale e del patrimonio, la Rende Servizi, le questioni finanziarie e tributarie, il centro storico ed i quartieri, le opere pubbliche, le manutenzioni, il decoro e l’arredo urbano, la pubblica illuminazione, il Cimitero, le attività produttive e le aree industriali, la sanità ed i rapporti con l’Università, l’urbanistica, il PSC ed i PAU, l’Agenda Urbana e la Metroleggera.
Ecco allora che fingere un amore, scimmiottare una visione, millantare virtù e successi risultano pericolosi e dannosi per un’intera comunità, ma, purtroppo, questa è la realtà che oggi viviamo, nella quale il normale diventa eccezionale e la forma prevale sulla sostanza.
Noi siamo veramente in tanti ad essere accomunati da cultura e sensibilità ma non riusciamo a stare insieme, a fare squadra. Eppure saremmo maggioranza assoluta. Perché? Così perde la città e con essa i cittadini rendesi, la città disperde, la prossima volta definitivamente, la propria storia di primati politici, amministrativi, economici e sociali a traino di un’intera regione. Allora facciamo tutti un passo in avanti per riappropriarci di ciò che ci appartiene e spetta per dovere prima e diritto poi, riprendiamoci la nostra città e riviviamo in chiave moderna una nuova stagione di sviluppo e benessere diffuso.
Ciò detto, il problema nella nostra Rende è ancora più grave rispetto a qualche tempo fa, e noi siamo responsabilmente e consapevolmente parte, causa ed effetto, di questo stesso problema. E cioè la capacità di ciascuno di noi di riconoscere gli errori, andare oltre gli egoismi anche di gruppo, mettersi effettivamente a disposizione della città, considerarsi alla pari, elaborare e condividere la nuova idea progettuale di visione, valori, principi, obiettivi e regole, chiari e trasparenti.
Su basi di lealtà, autonomia e appartenenza, sfuggiamo a slanci ideologici anacronistici, superiamo gli attuali schemi precostituiti e preconcetti, siamo onesti e generosi mettendo a disposizione della città le nostre ambizioni e competenze, alimentiamo il dialogo con quanti intendano offrire il proprio contributo per la valorizzazione delle potenzialità di un territorio che non possono limitarsi ai confini comunali.
La società civile, di cui noi facciamo parte, è il nostro riferimento: noi ci siamo già con le braccia aperte e le mani tese verso il prossimo in senso ampio. Sovvertiamo il metodo, parliamo alla città, ripartiamo da cittadini di Rende e per Rende.
Pierpaolo Iantorno
di RendeSì