A muso duro. Frontalmente come si fa per solito quando scarseggiano i peli sulla lingua. Così Eugenio Corcioni, presidente dell’Ordine dei medici di Cosenza, la ha letteralmente “cantate” in materia di sanità tanto a chi governa la Regione quanto a chi vi si oppone. O vi si dovrebbe opporre. Va anche detto che non è un inedito, per quanto riguarda Corcioni e le sue movenze. Fumantino ma rispettato leader della rappresentanza in camice bianco della provincia di Cosenza che, come è noto, non le ha mai mandate a dire.
L’occasione, l’ultima occasione, a Corcioni l’ha offerta un convegno di lavoro organizzato dal gruppo consiliare regionale del Pd con ospiti altre 4 rappresentanze assembleari di altre regioni. Tema centrale, manco a dirlo, la difesa ad oltranza della sanità pubblica evidentemente al cospetto “dell’avanzare” di quella privata. Della serie, la “torta” è quella e conta costruire argini. Dal pulpito racconti anche autorevoli dal “fronte” delle esperienze regionali, con problemi più o meno simili e stratificati in giro anche se la Calabria è la Calabria, in termini di negatività. Senonché, dopo il rifiorir di analisi e denunce sull’universo mondo della sanità e in evidente assenza di visioni e proposte la “palla” passa proprio a lui, ad Eugenio Corcioni. Che inizia a “cantarle”. A partire, perché padrone di casa, proprio dal parterre che ha organizzato il convegno. 《Ma come si fa a parlare di sanità e di problemi della sanità se manca tutto per poterne parlare, quadro normativo di riferimento e proposte adeguate?》. Entra duro Corcioni. Che spara a zero intanto contro chi sta governando Regione e sanità. 《Si può parlare di sanità in Calabria se ci sono bilanci consuntivi approvati in assenza di quelli precedenti? Di che si sta parlando? Qualsiasi commercialista si rifiuterebbe perché a rischio galera. Non si conoscono regole e riferimenti normativi in Calabria. Non si capisce letteralmente niente perché non è dato sapere né quello che si può fare né quello che non si può fare. Anarchia assoluta. A cominciare dal debito. Esiste questo debito? Se esiste ed è alla base del commissariamento, a quanto ammonta? Oppure a tratti non esiste più, come viene fatto intendere e allora perché la Calabria è commissariata? A che gioco si sta giocando?》. Durissimo con Occhiuto Corcioni. 《L’interlocutore di un commissario alla sanità di una Regione non è la Regione stessa e il suo cortile di riferimento ma il governo. Invece questo commissario sceglie con chi relazionarsi, fa tutto lui. Si può parlare di sanità e di problemi da risolvere se mancano regole, bilanci, rispetto delle norme di governo. Noi medici siamo stanchi, distrutti. Siamo consumati dai problemi reali sul campo. E che soluzioni arrivano? Medici stranieri che non sanno neanche come funziona un ecografo. Perdiamo ore per far vedere loro come funzionano gli strumenti nel mentre i nostri medici, soprattutto quelli bravi, se ne vanno. E poi, esiste in un Paeae civile pagare medici attraverso una cooperativa estero su estero senza conoscere ingaggi né regole del gioco? È pazzesco tutto questo, pazzesco》. Dopo l’affondo frontale a chi governa spazio a chi vi si oppone, o vi si dovrebbe opporre. 《È lodevole discutere dei problemi della sanità, che sono poi simili in tutta Italia. Ma dove sono le proposte concrete? Quali le soluzioni avanzate? Guardate che è inutile ripetere le stesse cose, tanto la Calabria non è diversa dal resto del Paese. Sta per essere commissariata l’Emilia, non so se è chiaro. Il punto vero è, dove sono le proposte e le soluzioni? Chi le avanza? Io non ne sento. Né da chi governa né da chi si oppone. Dove era l’opposizione in consiglio regionale quando il governo della Regione ha combinato tutti questi disastri? Io non l’ho sentita…》.
Regione,《governo ed opposizione in silenzio sulla sanità…》
Il presidente dell'Ordine dei medici di Cosenza, Corcioni, a muso duro nel corso di un convegno organizzato dal gruppo consiliare del Pd