Quando il cemento si fa “liquido”, verrebbe da dire. E più “liquido” si fa, più cemento ridiventa.
Miracoli “docenti” delle colline di Arcavacata, da che mondo è mondo regno incontrastato di sapienza e grandi affari. O di grandi affari in nome della sapienza, l’ordine di grandezza potrebbe anche essere inversamente proporzionale tanto sempre sul conto corrente approda. Campus universitario costruttore di speranze ma anche di fatture e mattoni e la singolarità di Calabria destina ad Arcavacata una sorta di “isola iperbarica”, impenetrabile quando si tratta di affidare lavori e consulenze. Quasi mai se ne sa qualcosa.
L’ultima delle “mirabilie” si intravede appena all’orizzonte, edilizia tanto per cambiare. Una chicca che riguarda “l’affidamento della realizzazione di aule per l’apprendimento cooperativo e per l’erogazione di didattica in percorsi di formazione a distanza” in favore del Consorzio Stabile COM Scarl di Modugno (Ba).
Stiamo parlando di 3 “cubi”, giusto per perimetrare le forme geometriche (con mattoni) tanto note dalle parti di Arcavacata. Una di queste “scatole” dovrebbe essere dedicata proprio alla così tanto attesa facoltà di Medicina, l’ultima ed avveniristica battaglia anche politica della regna za docente e non. Affidamento con la liturgia della cosiddetta “offerta tecnica”, la busta che deve contenere a pena di esclusione sia l’offerta tecnica vera e propria (relazione tecnico descrittiva) che proposte migliorative per l’esecuzione dell’appalto ritenute necessarie così da garantire la corretta esecuzione dei lavori nei termini contrattuali e nel pieno rispetto di quanto disposto dal progetto esecutivo. Base d’asta poco più di 7 milioni di euro, con 236mila euro per oneri destinati alla sicurezza. Il 20 di marzo il termine ultimo per la presentazione di domande e offerte e il 24 maggio appena trascorso l’aggiudicazione provvisoria, anche se non ancora assegnazione, in favore proprio del Consorzio Stabile COM Scarl di Modugno, in provincia di Bari. Di certo una vecchia conoscenza dalle parti di Arcavacata. Quando s’è trattato di edificare, ovviamente. Ma anche per aver raccolto macerie dentro dopo il crollo di un solaio.
Negli ultimi anni il Consorzio ha costruito le residenze studentesche in contrada San Gennaro, pare persino senza operai propri ma che vuoi che sia nell’era della globalizzazione della manodopera. Varianti milionarie ed un accordo bonario di alcune centinaia di migliaia di euro giusto per corollario. Oggi le residenze, a narrare il “sentiment” di chi vi alloggia tra un esame e un corso, brillano per contenitore di speranze ma anche (così pare) per evidente fatiscenza. Sotto gli occhi di tutti, giura chi c’è passato. Gli studenti si divertono a forare i muri di cartone che dividono le stanze e pregano (gli atei si arrangiano diversamente) per allontanare il ricordo del crollo di un solaio durante la costruzione. Anche questa può passare per esperienza da campus. Ma il Consorzio non si ferma e si aggiudica anche i lavori per la fornitura di alcuni impianti a concentrazione solare per le residenze per studenti. Gli impianti, sebbene collaudati, pare siano ancora oggi inutilizzati ed inutilizzabili, senza aver mai funzionato un solo giorno. Milioni di euro fermi sotto il sole o a catturar il sole, ma solo quello però. Ma il Consorzio è punto fermo per l’Unical, uno dei codici fiscali più affidabili evidentemente dalle parti di Arcavacata e fino a prova contraria nessuno può tifare per il contrario. Nuova sfida, nuova gara, nuovi “cubi”. Anche stavolta il Consorzio ne uscirà probabilmente trionfante (gara aggiudicata ma non ancora assegnata).
Del resto si lavora all’Unical. Si appalta. Si edifica il futuro anche e soprattutto con mattoni ed è pressocché impossibile prescindere dagli uomini. Da chi comanda.
Il capo di tutta l’edilizia dell’Unical è l’ingegner Stefano Aiello, dirigente prima alla Provincia di Cosenza e poi alla Regione Calabria. Di lui si delinea in modo stratificato il profilo di un validissimo professionista con ottime entrature politiche e una carta in più che non guasta mai sulle colline di Arcavacata. Viene considerato infatti vero e proprio pupillo assoluto del rettore Nicola Leone con cui programma (tra una partita a tennis e l’altra) il futuro dell’ateneo e perché no, anche il suo (un concorso da dirigente).
Di lui, di Aiello, il rettore Leone pare coltivi una vera e propria adorazione. Naturalmente, e funzionalmente, ben corrisposta. Un consolidato rapporto di fiducia reciproca che è l’unica che può starci alla base dell’overdose di affidamenti diretti di progettazioni per centinaia di migliaia di euro con relativa indicazione di professionisti “affidabili” da consegnare ai responsabili delle procedure. Mai visti all’Unical così tanti affidamenti diretti a professionisti, giura chi se ne intende e che coltiva memoria storica. Più o meno in barba alla concorrenza che serve a poco quando si raggiungono pichi così alti di fiducia e stima reciproca. Se c’è questa alla base, la “produttiva” e reciproca stima, tutto fila liscio. E tutto si può. Dagli incarichi professionali alle pulizie alla manutenzione, e poco importa se le solite malelingue giurano che spesso e volentieri i lavori non vengono manco fatti o fatti male, dicerie di popolo che lasciano il tempo che trovano. Conta solo la funzionale fiducia reciproca tra il rettore e il prof. E tutto può filare liscio. Anche la genesi di 3 nuovi “cubi” a chi, sfortunatamente, s’è visto cadere un solaio per terra…
I.T.