L’emendamento “Gentile” paralizza la giunta per le elezioni di Montecitorio

Revisione post mortem dei criteri d'interpretazione delle schede elettorali, sanzionati i deputati Cinquestelle che a fine maggio hanno occupato l'aula

Giunta per le elezioni di Montecitorio letteralmente paralizzata, e fuori controllo, a causa del famigerato emendamento “Gentile”, la proposta di Forza Italia di revisionare l’interpretazione post mortem delle schede elettorali così da consentire alcuni ingressi eccellenti. Anzi, un ingresso eccellente in particolare e cioè Andrea Gentile, figlio dell’ex senatore e sottosegretario che ha perso il suo collegio uninominale Cosenza-Tirreno vinto da Anna Laura Orrico dei Cinquestelle. Gentile ha contestato centinaia e centinaia di schede che avrebbero manifestato l’intenzione di voto nel campo del centrodestra salvo però produrre errori sia nella forma che, di conseguenza, nella sostanza. Da qui la non assegnazione del consenso al candidato all’uninominale e quindi la sconfitta nel seggio ma ecco arrivare in “soccorso” un emendamento di Forza Italia in giunta per le elezioni così da modificare l’interpretazione. Ovviamente post mortem e ad urne chiuse e sepolte. L’intenzione di voto evidente nel campo di uno schieramento deve essere considerata valida nel collegio uninominale, questo il senso dell’emendamento. E questo anche se porta con sé altrettanto evidenti errori di forma (e quindi di sostanza, stante la legge elettorale vigente).
Con questa eventuale modifica interpretativa Andrea Gentile entrerebbe in Parlamento anche se, con ogni probabilità, non a danno della stessa Orrico. L’emendamento però ha da subito mandato su tutte le furie i deputati Cinquestelle in giunta per le elezioni che a fine maggio hanno letteralmente occupato l’aula. Incassando però nelle ultime ore una pesante sanzione.
L’Ufficio di presidenza ha infatti stabilito per loro la censura, con l’interdizione di partecipare ai lavori parlamentari, per un periodo dai 10 ai 15 giorni. La sanzione scatterà dalla seduta di mercoledì 21 giugno.
La stop di 15 giorni arriva per Gaetano Amato, Valentina Barzotti, Leonardo Donno e Antonio Iaria. Sospesi per 10 giorni invece Dario Carotenuto, Emma Pavanelli ed Elisa Scutellà. Sono scoppiate però le proteste in Aula, prima che Rampelli si pronunciasse sugli esiti dell’Ufficio di presidenza, a causa delle anticipazioni che sono state date ai cronisti, in Transatlantico, dal questore della Camera Paolo Trancassini (FdI).
«L’Ufficio di presidenza fa sapere delle sanzioni ai deputati del Movimento 5 stelle ai cronisti e non in quest’Aula, a mezzo stampa invece che leggendole in assemblea», denuncia in Aula il capogruppo M5s Francesco Silvestri. «Noi abbiamo appreso dalla stampa le sanzioni che lei, presidente, dovrebbe comunicare al Movimento 5 stelle e all’Aula. Se questo atteggiamento è volto a silenziare il gruppo M5s sappiate che non fa altro che rafforzare le nostre ragioni, che continueremo a portare avanti sia qui dentro che fuori».
Come reazione al fatto che le sanzioni disciplinari comminate dall’Ufficio di Presidenza di Montecitorio ai deputati del Movimento 5 Stelle, sono state comunicate ai deputati per mezzo stampa, il gruppo M5s alla Camera è uscito dall’Aula durante le comunicazioni del vicepresidente Fabio Rampelli in segno di protesta per «totale violazione del regolamento».
Silvestri richiama l’articolo 60 del regolamento, comma 3, che «ci dice che le decisioni adottate dall’ufficio di presidenza sono comunicate all’assemblea, non in transatlantico, all’assemblea».
«Vorrei trasmettere il disagio di avere una presidenza che fa sapere il risultato di sanzioni ad un gruppo parlamentare, ai cronisti, qui fuori, invece che in quest’Aula. E siete gli stessi che scrivete che l’avviso di garanzia non deve più essere recapitato dalla polizia giudiziaria ma con mezzi ordinari per rispettare il diritto di riservatezza degli indagati. Cioè, da una parte avere una certo tipo di cultura e qui dentro ci fate sapere delle sanzioni a mezzo stampa».
E per questo «chiedo un ufficio di presidenza per valutare le sanzioni al questore che parla in ufficio di presidenza perché trasgredisce le regole di buona condotta», dice ancora Silvestri rivolgendosi al vicepresidente della Camera Fabio Rampelli, il quale ringrazia «per l’opportuno richiamo al regolamento. Noi non abbiamo avuto alcuna comunicazione. Quando la comunicazione arriverà, sarà più che opportuno, necessario e prescrittivo che la presidenza dia comunicazione delle decisioni dell’ufficio di presidenza». Una risposta che scatena l’ira dell’opposizione con la deputata pentastellata calabrese Vittoria Baldino che incalza Silvestri: «Non ha capito!», gli fa notare.
Silvestri allora si rivolge di nuovo a Rampelli: «Forse non è chiaro, presidente: io le sto denunciando il fatto che quello che lei ancora ci deve comunicare è già uscito perché la presidenza parla con i cronisti e noi abbiamo appreso delle sanzioni a mezzo stampa». «La presidenza non sa chi è che parla con i giornalisti», è la risposta dell’esponente Fdi.
«Io la sto informando – insiste Silvestri – guardi le agenzie e veda che persone dell’ufficio della presidenza stanno comunicando, a mezzo stampa, quello che lei dovrebbe comunicare in quest’aula al M5s. È inaccettabile! Se questo tipo di atteggiamento è volto a silenziare il gruppo del M5S, non si fa altro che rafforzare le nostre ragioni che continueremo a portare in ogni sede, sia qui dentro e, se ci butterete fuori tutti, anche lì fuori e come avete visto sabato non saremo soli».
Caos e corto circuito istituzionale, quindi. Cosa non fa un emendamento “Gentile”…

I.T.